Home NotizieSan Marino Sintesi dei lavori della seduta mattutina del CGeG

Sintesi dei lavori della seduta mattutina del CGeG

da Redazione

I lavori del Consiglio grande e generale sono ripartiti dal dibattito sul progetto di legge in materia di sostegno allo sviluppo economico. Terminato il primo giro di interventi si passa alle repliche, dopodiché la seduta è stata interrotta per permettere un esame degli emendamenti presentati. I lavori sono ripresi nel pomeriggio con l’esame dell’articolato e delle proposte di modifica.

REPORT DELLA TORRE – I lavori del Consiglio grande e generale sono ripartiti dal dibattito sul progetto di legge in materia di sostegno allo sviluppo economico. Terminato il primo giro di interventi si passa alle repliche, dopodiché la seduta è stata interrotta per permettere un esame degli emendamenti presentati. I lavorisono ripresi  nel pomeriggio con l’esame dell’articolato e delle proposte di modifica. Di seguito un riassunto della seduta mattutina.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Il provvedimento è atteso da tempo, è stato argomento di discussione e contrasto fin dalla passata legislatura. Le coalizioni nel 2008 hanno sottovalutato la crisi, non indulgevano nei programmi a un futuro denso di incognite come poi è stato. Una politica di correzioni è insufficiente in un momento come questo e reperire nuove entrate è complesso.

Penso al Liechstein che ha un deficit di 160 milioni di euro e riserve per tre miliardi. E poi a noi che in una decina di anni ci siamo bruciati un piccolo tesoro.

Il contenimento della spesa doveva essere la prima scelta, invece siamo stati carenti, i tagli non hanno prodotto risultati consistenti. La riforma fiscale è saltata a poche ore dall’approvazione e poteva essere utile. La crisi di governo ha interrotto un cammino e influenzato la ratifica degli accordi con l’Italia. Può essere che la capacità politica da noi è merce rara. Per dare una mano al Paese concentriamoci sul fare, andiamo al confronto senza stucchevoli prese di posizione, l’apporto della minoranza è importante, sarebbe un peccato rinunciarvi.

Questo intervento prova a adeguare gli strumenti e a fornire opportunità per nuovi insediamenti, senza trascurare quelli esistenti. Non è il nuovo capitolo di sviluppo, ma una prima risposta di spessore, un tentativo anche per creare lavoro. L’incognita è la considerazione che hanno all’esterno. Accade che chiacchierando troppo poi si rimane delusi: questo è un primo gradino, un lavoro più gravoso ci attende. Invito alla prudenza sul sistema finanziario, sul leasing e sulle residenze. Il percorso semplificato può essere attrattivo, ma andrebbe concesso solo alla figure più importanti, lasciando per ora in stand by familiari e operatori. Serve una riflessione anche sull’iscrizione nelle liste di collocamento”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Mi ha colpito quando il capogruppo di Ap ha posto la valutazione fondata sull’Aula afflitta da un deficit di memoria. Lui si riferiva alla politica estera, io lo declino su questo provvedimento. Qualche settimana fa governo e maggioranza esaltavano la portata del progetto di legge che aveva come limite temporale il 2023, oggi si fa fatica ad arrivare al 2015-16. Faccio poi notare che c’è stata una moria di interventi nella maggioranza e su 9 membri del governo iscritti, solo quattro hanno preso parola. Ma se l’esecutivo non parla di sviluppo, cosa si deve pensare? Il silenzio stride con una legge inzuppata di emendamenti che a loro volta stridono con le dichiarazioni di alcuni esponenti di maggioranza sull’esecutività della legge. E’ solo parziale. Anche Felici è stato più prudente e meno istrionico del solito.

Non vorrei che il confronto ribaltasse l’onere della prova che spetta a governo e maggioranza. Noi proporremo emendamenti concreti e coerenti con il principio che ognuno abbia copertura finanziaria. Lo Stato è troppo presente, servono regole certe e linee guida per superare la discrezionalità. Siamo perplessi sull’articolo 17, sul commercio al dettaglio ai non residenti e crediamo più perforante un sistema di regole con controlli successivi. Gli incentivi fiscali dimenticano in parte le Pmi. Il progetto di legge dovrebbe tenere conto di una serie di emergenze, come quella del settore edile; serviva poi un segnale su rifiuti ed energia, ma la maggioranza scansa il tema. Se questa è la pria puntata pilota, il risultato non è né attraente né accattivante per lo share. E intanto anche oggi il primo quotidiano d’Italia parla di San Marino, non so in che termini”.

Ivan Foschi, Su: “C’è il rischio di ripetere le stesse come, i nodi di fondo rimangono irrisolti. La maggioranza ha i numeri, a se sceglie la strada della condivisione ci devono essere degli effetti pratici. Invece nel testo emendato non c’è quasi traccia del contributo dell’opposizione. Forse siamo tutti sprovveduti.

Su alcuni temi c’è stata una netta retromarcia, il progetto di legge è largamente al di sotto delle aspettative, quali sono i temi qualificanti per la svolta? Gli incentivi per le imprese sono necessari a non sufficienti; la residenza non deve essere concessa solo per fini fiscali, deve essere reale. Prima occorre individuare il progetto di una nuova economia e poi gli interventi. Qui si va avanti a spot, senza una visione complessiva. La legge è precisa su alcuni elementi e vaga su altri come la Smac e i rifiuti. L’edilizia trainante è un’idea da vecchia economia, il settore va riqualificato. Con l’uscita della black list non è detto che gli investitori torneranno, servono le condizioni e la discrezionalità politica è un handicap grosso. Vedremo quale sarà l’atteggiamento sui nostri emendamenti”.

Paride Andreoli, Ps: “Gli incontri del tavolo di confronto sulla legge per lo sviluppo tra governo, forze politiche, associazioni sindacali, associazioni di categoria e liberi professionisti sono stati voluti per permettere anche ai partiti d’opposizione di dare un forte contributo. Questo progetto di legge deve creare le nuove condizioni economiche del nostro Paese. Tra prima e seconda stesura è cambiata la filosofia del provvedimento: non più un provvedimento che ha come obiettivo il raggiungimento dello scopo immediato ma un provvedimento che ha un’azione maggiormente programmatica. San Marino deve riprendere a dare occupazione, lavoro, incentivi alle imprese soprattutto nel settore del Turismo e del Commercio. Presenteremo una serie di emendamenti non solo modificativi o integrativi dell’esistente ma anche molti emendamenti aggiuntivi perché crediamo che questa legge debba consentire un rilancio della nostra economia. Il segretario di Stato Felici ha parlato di ‘prima puntata’ io mi auguro che non diventi una lunga telenovela”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Con questa legge indichiamo come vogliamo l’economia sammarinese del futuro. E abbiamo parlato di economia reale, di imprenditorialità, di incentivi che non vengono più dati tramite la discrezionalità della politica ma in base a norme chiare. Oggi inizia un percorso e d’ora in poi viaggeremo sul binario che stiamo tracciando. Accettiamo le critiche di chi dice che si poteva osare di più o che il provvedimento non è completo: l’impegno è di farlo da qui ai prossimi mesi. Crediamo che gli emendamenti possano migliorare il testo, il nostro atteggiamento sarà di grande attenzione e apertura. Chiaramente usciamo dall’equivoco che quando si parla di condivisione occorre avere l’unanimità. Tra ipotesi opposte sarà impossibile avere l’unanimità. La maggioranza avrà uno spirito aperto capace di cogliere volontà positive rifuggendo dalla demagogia”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Questo progetto di legge ha contenuti altrimenti l’opposizione sarebbe continuamente intervenuta in Aula. C’è invece un ampio articolato su cui intraprendere un confronto. Cosa serve per rilanciare l’economia? Creare un pacchetto competitività capace di attirare investimenti sul nostro territorio. Guardando quel progetto di legge alcuni di quegli elementi li abbiamo individuati mentre per altre cose dobbiamo ancora arrivare alla seconda puntata. Detassazione utili e sgravi contributivi per chi assume sono interventi importanti per aumentare la competitività. Ma ne occorrono altri: il bilinguismo, la sburocratizzazione delle norme, la capacità di intervenire affinché anche nel diritto possa esserci un sistema in grado di agevolare gli investimenti. Ridurre i tempi della giustizia significa aumentare la capacità attrattiva del nostro Paese. Dobbiamo far capire quali sono i vantaggi di svolgere attività imprenditoriale a San Marino e quali sono le tipologie d’imprese che servono a San Marino. Il confronto è necessario e testo è aperto alle valutazioni più ampie”.

Repliche

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “E’ il terzo dibattito sul tema, usciamo dalla cerimonia e dalle posizioni da curva di stadio, e puntiamo alla sostanza. Siamo partiti dall’emergenza vera che è il lavoro. Questa è la sostanza. Qualche consigliere ha parlato di mancanza di rispetto, ma il confronto messo in campo va oltre, è senso di responsabilità. Sul ritardo di un’ora sulla consegna degli emendamenti, che non era dovuta, non si può parlare di mancanza di rispetto. Al consigliere Andreoli replico che non sono un esperto di telenovela perché non frequento come lui il Sud America.

Si è scelto il confronto: all’inizio in molti erano scettici, ma il prodotto c’è. Al governo spetta la responsabilità delle proposte e abbiamo cercato una sintesi ragionevole. Se si accolgono dei suggerimenti non è una marcia indietro, ma valore aggiunto. Abbiamo agito sul consolidamento del sistema produttivo esistente, sui meccanismi per nuovi investimenti, anche per chi è dipendente. Sul turismo e il commercio, sui servizi, sul settore finanziario. Non mi pare un lavoro trascurabile. Giochiamo la gara in positivo, è facile dire cosa manca. L’ascolto ai contributi ci sarà e il percorso per lo sviluppo continuerà con la programmazione economica a luglio. E di pari passo andranno la riduzione della spesa e l’equità fiscale”.

Alessandro De Biagi, Ps: “Mi aspettavo la legge fosse più corposa, manca una visione d’insieme e interventi per esempio per gli appalti e il settore immobiliare. Come coalizione abbiamo un pacchetto competitività che può dare una spinta. I primi articoli sono poco innovativi, vanno rivisti per le imprese più piccole; per l’occupazione le misure tagliano fuori le piccole imprese. Occorre riformare il mercato del lavoro. Sarebbe molto importante un servizio di orientamento per i giovani e li prenditore dovrebbe essere libero sulle assunzioni, con degli incentivi previsti per i sammarinesi. Su residenza e attrazione di investimenti si va nella direzione giusta, così come per il 51% nel commercio, per il quale occorre permettere l’insediamento in aree industriali. Sul turismo si fa poco”.

Andrea Zafferani, C10: “In questi mesi non si sono delineati un vero modello di sviluppo, politiche a lungo termine e una corretta politica di bilancio. Ci sono approcci diversi, ma la volontà di confronto c’è, non ci sottraiamo alla sfida e faremo la nostra parte, pur non condividendo l’approccio a breve termine. Occorre cercare di limitare il ricorso al decreto, per esempio sulle start up sarebbe importante fare una legge. E’ poi opportuno fare chiarezza sul modello di sviluppo per il Paese”.

Rossano Fabbri, Ps: “Ci sono molte aspettative sulla legge. Vediamo se rimarrà così programmatica. A conclusione del percorso si dovrebbe chiedere ai soggetti del tavolo se sono soddisfatti, dato che le iniziative proposte per ora non sono state ascoltate. Il testo emendato è molto diverso da quello in prima lettura ma è difficile intervenire su modifiche consegnate all’ultimo. Sono perplesso e auspico miglioramenti. C’è anche stata poca attenzione a quanto fatto dagli altri micro Stati.

Gli incentivi fiscali sono già presenti e vengono ristretti, per l’occupazione le misure sono deludenti, è un compromesso al ribasso e mancano interventi in settori nevralgici. Insomma è una legge debole perché fatta dalle forze più conservatrici. Ci vuole il coraggio delle scelte”.

Roberto Ciavatta, Rete: “I toni auto incensanti del segretario di Stato Felici sono il segnale della debolezza di chi ha bisogno di sentirsi legittimato in quello che sta facendo. Logico che questa norma sia migliore rispetto alla prima bozza presentata che era un semplice copia/incolla di un vecchio decreto. E’stata migliorata perché c’è stato un lavoro che ha integrato quella proposta. Non ci sono però interventi strutturali, ma solo limitati provvedimenti che incentivano l’attrazione di nuove imprese: manca un progetto strutturale di rilancio del sistema perché la base di questo intervento normativo difetta nell’analisi delle cause che hanno condotto alla crisi. Non si tratta di una legge risolutiva. C’è ancora molto da fare per creare le condizioni per sviluppare in questo Paese nuova imprenditoria e nuovi posti di lavoro. Non vedo in questi interventi l’obiettivo verso cui cerca di andare il Paese”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento