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Report seduta notturna del CGeG

da Redazione

Nella seduta notturna è proseguito il dibattito sul Progetto di legge in materia di sostegno allo sviluppo economico, presentato in seconda lettura.

 

Nella seduta notturna è proseguito il dibattito sul Progetto di legge in materia di sostegno allo sviluppo economico, presentato in seconda lettura.

Di seguito un riassunto degli interventi. REPORT DELLA TORRE

Mariella Mularoni, Pdcs: “Governo, partiti politici e rapprentanze economiche hanno fatto un lungo confronto e l’articolato oggi in discussione è il frutto di un grande lavoro di squadra sul nuovo modello di sviluppo, che passa per un’economia sana, basata sulla trasparenza e sulla legalità. Se vogliamo rilanciare l’economia dobbiamo far ripartire le imprese, non possiamo più attendere, servono azioni responsabili. Nell’articolato si trovano azioni mirate per creare occupazione, incentivi alle imprese, anche piccole, per dare lavoro anche ai giovani. Per rilanciare la crescita è necessario puntare su cultura e formazione. E’ fondamentale proseguire sulla strada intrapresa, ma leggi e incentivi da soli non bastano. La creazione di posti di lavoro richiede sforzi importanti sulla formazione, sinergie tra il mondo del lavoro, scuola e università. In questo provvedimento un’attenzione particolare è dedicata al turismo, anche se la tassa di ingresso, pur se introdotta solo eccezionalmente sul biennio 2014-2015, non mi trova d’accordo, perchè potrebbe incidere negativamente sui flussi turistici. Lo sviluppo del turismo necessita di incentivi per la ristrutturazione. Sosteniamo inoltre il turismo culturale, è importante riscoprire il ruolo trainante che può avere la cultura per la ripresa. L’auspicio è che da questo dibattito possa scaturire un’indicazione sul futuro condivisa per il bene del Paese”.

Marino Riccardi, Psd: “Ci deve essere presa di coscienza comune di tutto il Consiglio, non solo della maggioranza, su un argomento di tale importanza come lo sviluppo. Noi oggi poniamo nuove basi per il Paese e ci auguriamo che ciò che andiamo ad approvare sia sufficiente per dare prospettive di crescita. La situazione economica è difficile in tutto il mondo e non possiamo, da soli, cambiare le cose, ma qualcosa di nostro possiamo metterlo in cantiere. Molte cose contenute in questo provvedimento sono condivisibili, ma si parte dal concetto che dobbiamo agevolare gli investimenti e far sì che sia più facile farli a San Marino. Va bene la leva differenziale, ma a mio parere è carente su un punto. Se è infatti necessario rendere competitive le imprese, allora bisogna incidere sul costo del lavoro, fattore su cui adesso non siamo competitivi. Dovremo ragionare su questi termini maniera approfondita. Dovremo agire poi sulla Smac card, caricandovi parte dello stipendio. In particolare, i frontalieri che sono in cassa integrazione non spendono niente a San Marino, non abbiamo un ritorno. Quindi si deve procedere alla modifica del piano regolatore per facilitare l’insediamento di attività commerciali in zone industriali e dare così anche input al campo dell’edilizia. Nel campo delle residenze, credo che dobbiamo essere un Paese ospitale e dare l’opportunità di vivere a San Marino a chi porta investimenti e dà occupazione. Ci possono quindi essere due modi per avere la residenza, in via semplificata, come prevede questo testo, e quella ordinaria, tradizionale. Rispetto la via semplificata ci si deve riferire a investimenti di alto livello, non possiano mettere finestre basse per chi finirebbe di essere concorrente alle nostre attività. La residenza è un elemento di forte sensibilità, oggi abbiamo bisogno di imprenditori, ma non si può abusarne. Devono esserci paletti e limiti, chi non ne risponde seguirà il metodo tradizionale. Sulle start up francamente mi sembra illogico far partire un’attività con un capitale sociale di 5 mila euro. Non si può abbassare a questi livelli, non si agevolano così gli investimenti, sono altre le vie da percorrere. Se un soggetto non ha disponibilità per un capitale sociale da 25 mila euro non mi sembra che la sua attività possa avere un futuro. Condivido questo progetto di legge, è un passo importante per il futuro del Paese. Ci potranno essere delle migliorie, insieme possiamo far fare un salto di qualità al Paese e fermare la discesa”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Noi abbiamo criticato il metodo della maggioranza, perchè ai tavoli si è prodotto poco in termine di condivisione con gli altri gruppi del Consiglio grande e generale, non ultimo, le modifiche che ci sono state consegnate solo oggi, l’auspicio è che si possa lavorare più sinergicamente.

Rispetto alle proposte di detassazione inserite nel provvedimento, ritengo che anche chi ha 2 o 3 dipendenti potrebbe, con qualche sgravio, andare ad assumere. Ma la maggioranza ha fatto una valutazione diversa. Noi, con i nostri emendamenti, interverremo a riguardo. Quando parliamo poi di ristrutturazione di immobili che attiverebbe del lavoro per un settore in crisi, chiedo se la cifra di 300 mila euro non sia troppo alta. La si potrebbe portare a 150 mila euro per poter accedere agli sgravi. Le spese per impianti e macchinari le dimezzerei a dieci mila euro, per far sì che anche le imprese medio-piccole possano usufruire di sgravi. Va diminuita poi anche la parte riferita al costo del lavoro. Sappiamo tutti che rispetto all’Italia il carico fiscale è più leggero, ma si può introdurre un incentivo legato al lavoro, laddove si andasse ad assumere personale sammarinese. Per esempio, la parte pagata dall’imprendiore sia più bassa rispetto a dove c’è del personale italiano. La defiscalizzazione per i primi tre anni di attività la si può legare, in particolare, a chi oggi si trova in fase di disoccupazione. Ci aspettavamo tutti molto di più, più coraggio nel fare proposte per rilanciare l’economia sammarinese. Non vediamo che con questo progetto di legge che l’economia possa fare quel balzo in avanti atteso da tempo”.

Willam Giardi, Upr: “Da anni ormai la macchina dell’economia è ferma. E’ sconfortante sentire dalla stessa maggioranza che questa legge è lontana dall’essere risolutiva e che c’è ancora molto altro da fare. Il contributo di Upr e Ps è stato fattivo, mentre non è la modalità più corretta, per istituire un confronto, dare gli emendamenti all’ultimo momento. Da una prima visione del testo emendato noto un po’ più coraggio. Nelle proposte dell’Upr sono delineate scelte chiare, tra cui l’estensione degli incentivi. Mi sembra già che il numero dei dipendenti delle aziende interessate sia sceso da 10 a 5 nella versione emendata, noi vorremmo abbassare ancora di più questa soglia. Servono infatti incentivi più coraggiosi anche per le attività commerciali. Il clima deve essere costruttivo, rinnovo l’ausipicio che nel proseguo dei lavori si trovi il coraggio per far sì che la legge diventi davvero incisiva”.

Francesco Morganti, Psd: “Il governo con l’istituzione del tavolo per lo sviluppo ha messo in pratica un metodo innovativo. Ma la vera novità sarà l’applicazione delle proposte emerse in quel contesto. La legge sullo sviluppo economico rappresenta il primo provvedimento in questa direzione. Il progetto vuole essere una prima risposta, rapida e concreta, alle sfide che hanno toccato il Paese dal 2008. Il progetto cerca di agevolare la ripresa economica garantendo controlli contro le distorsioni di mercato che le normative internazionale e i rinnovati rapporti con l’Italia non consentono più. Incentivi e controlli sono quindi il primo anello per il rinnovo economico.

L’idea è di attrarre investimenti valevoli anche nel lungo termine. La legge non perde poi di vista grandi temi, come la lotta all’inquinamento per esempio. Non c’è tutto, ci sono provvedimenti immediati per rimettere in modo l’economia, ma è necessario per dare risposte ai problemi di disoccupazione e lavoro”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Fuori di qui la situazione è complessa, serve al Paese un riposizionamento della nostra economia, apertura e internazionalizzazione. Grazie a interventi normativi presenti anche nella legge, il nostro Paese diventerà attrattivo. Lo siamo già, ma non siamo più in competizione solo con la vicina Italia. Dobbiamo trasformare l’immagine del Paese, oggi in linea con gli standard internazionali, deve essere il nostro obiettivo. Abbiamo già iniziato a lavorare sui progetti per lo sviluppo, per esempio la legge sull’e-commerce che ha messo sul tavolo strumenti importanti. C’è già stato un incontro sulla legge sulle licenze, il confronto proseguirà a luglio per la presentazione in prima lettura.

Quale impresa fare a San Marino? L’artigianato e il manufatturiero sono settore tradizionali e importanti del nostro Paese e la legge ne tiene conto. Il provvedimento non è esaustivo, ma tiene conto di uno sviluppo futuro. Poi il settore del commercio, che dà segni positivi, con crescita di assunzioni e anche di monofase. Per questo si è stati attenti anche su questo. Poi il turismo, aspettare con l’ecotassa è un segnale importante. Poi è stata introdotta una legge sulle start up ad elevata innovazione, è un passaggio rilevante per il Parco scientifico e tecnologico. Dobbiamo però tenere a mente che San Marino non potrà essere per tutti, ma solo per chi vuole fare impresa seria. Verifiche e controlli devono essere alla base della nostra apertura”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Aspettavo da tempo l’arrivo in aula di un provvedimento che possa davvero essere il preludio al rilancio del Paese. Nel percorso di riaccreditamento della nostra Repubblica, visto la non ripercorribilità di elementi che sostenevano l’economia sammarinese, si è pensato a cosa può dare sviluppo economico e a quali potessero esssere gli elementi di vantaggio per gli investimenti. Oggi si gettano le fondamenta per il rilancio del Paese. Il collega Felici ha saputo individuare, ascoltando gli interlocutori del tavolo per lo sviluppo, gli asset per ridare crescita all’economia. Sottolineao poi una novità introdotta dalla legge che non è ancora emersa nel dibattito, la fine della discrezionalità. Chi può fare impresa non lo deciderà più il congresso di Stato o le commissioni consiliari, ma organi amministrativi. E’ di fatto l’abdicazione della politica su questo aspetto”.

Luca Beccari, Pdcs: “Penso non sia possibile disegnare lo sviluppo economico del Paese all’interno di un progetto di legge. Lo sviluppo è infatti l’insieme di progetti e visioni coerenti con la prospettiva che si vuole dare al Paese. E’ ovvio allora che se guardiamo all’articolato come a ciò che porterà sviluppo troviamo provvedimenti limitati. Ma dimentichiamo che abbiamo in corso più attività legate alla ripresa economica del Paese e che vanno di pari passo: riforma fiscale, mercato del lavoro, etc. Questo provvedimento fa parte di un pacchetto di interventi da mettere in campo. Avremo nei prossimi mesi occasioni di dibattito su temi importantissimi. Può darsi che a dicembre, quando discuteremo la Finanziaria, gran parte di quei provvedimenti che devono ridisegnare la San Marino del futuro potranno essere applicati. Mi soffermo infine sui problemi emersi nel dibattito rispetto al mercato del lavoro. Oggi il problema è che la domanda è tanta e l’offerta poca. Abbiamo bisogno, in un contesto di incertezza internazionale, che la domanda di lavoro sia rigenerata e con questo provvedimento di legge, mettendo in campo incentivi fiscali, lo Stato fa dei sacrifici, rinuncia a una parte importante di gettito fiscale, per questo scopo”.

Augusto Michelotti, Su: “Questa legge, ‘licenze facili e residenze facili’, mi terrorizza. Di solito infatti in questo Paese non controlla nessuno. Tra le proposte contenute, sicuramente boccio l’ecotassa per il turismo. E’ contraddittoria, prima faccio le tasse poi le uso per incentivare le attività turistiche. La nostra poi non può essere un’ecotassa, noi siamo su un monte, un luogo esposto ai venti e non abbiamo lo smog. Chi ha messo questa tassa ha fatto solo un copia-in- colla da città italiane. Altro punto critico, dov’è il progetto? Dove vogliamo andare? Non c’è un’idea. Per esempio perchè non riprenderci l’artigianato, diamo piuttosto incentivi a chi fa ceramica”.

Pier Marino Mularoni, Upr: “Mi pare che andiamo avanti con la logica degli anni ’90. Erano altri momenti e quel modo di fare ha portato anche tanti danni. E’ la logica della defiscalizzazione, quante critiche sono state fatte in quest’Aula per le imprese detassate al 90%? Nella legge si ricorre quindi alla leva fiscale. Invece dobbiamo trovare nuovi settori in grado di creare nuova economia e sostenere con maggior forza le piccole imprese, tessuto vero del nostro Paese. Al contrario, nel progetto si incentivano di più imprese medio-grandi, piuttosto che quelle familiari. Dobbiamo cambiare sistema con leggi nuove, questo dovrebbe essere l’obiettivo. Noi come Intesa per il Paese abbiamo preparato degli emendamenti su cui siamo pronti a discutere”.

Nicola Renzi, Ap: “Non sarà certamente un progetto in toto di sviluppo per San Marino, ma ci sono, al suo interno delle leve foriere di novità per il Paese, specie in un momento dove forse è possibile riagganciare la ripresa. Scendendo nell’analisi dell’articolato, emerge l’urgenza di dover creare occupazione. Ci sono incentivi e residenze per chi vuole dall’estero trasferire in trasparenza gli interessi primari della sua vita, lavorativa e familiare. Questa è una scelta coraggiosa che potrebbe mostrare il fianco a critiche e retropensieri. Sono un sostenitore, con il mio partito, del principio che delle residenze non si possa fare mercato. E su questo aspetto vedo lati i positivi della proposta, la limitazione della parte politica. Ma demandiamo a un decreto delegato i parametri per l’accesso a benifici per gli investitori esteri, come la residenza. Quei parametri dovranno essere di tutto rispetto e tarati in modo tale che dimostrino l’assoluta rilevanza di questi imprenditori, a

fronte di un impegno reale”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Mi aspettavo che il dibattito sullo sviluppo affrontasse il tema di quale direzione far intraprendere a San Marino sulla base di uno studio. Invece dalla maggioranza viene indicata persino la globalizzazione in termini positivi. Io non credo sia un’opportunità e che sia un dannato dato di fatto in cui ci troviamo a dover operare, comseguenza di precise politiche economiche che mirano alla spogliazione di popolaziomi intere del mondo occidentale e non e solo con lo scopo di garantire lobby nel loro operato. Siamo all’interno di una crisi sistemica a livello internazionale e un’indagine su questi elementi si sarebbe dovuta fare. Ma se il segretario Valentini ripete che ciò che ci vuole è solidarietà, mi rendo conto che l’analisi non è stata fatta, perchè un sistema capitalistico non può essere solidaristico. Andando sul merito, mi preme di dire che non ci sono le condizioni per sostenre questa legge, anche se tutti gi emendamenti che proporremo andrebbero accolti. Tutti i nuovi emendamenti del governo rimandano a decreti delegati compresi incentivi e benefici. Mi pare anche oltraggioso nei confronti del lavoro della maggioranza che ha speso tempo sulle norme fare emendamenti che rinviano a decreti. Tutto sarà deciso altrove, dal congresso di Stato. Mi auguro si superi questa logica. Gli emendamenti introdotti dal governo mi pare siano contradditori”.

Franco Santi, C10: “Siamo tutti impegnati a fare squadra, ma il solito metodo di accontentare i soliti noti viene sempre fuori. L’articolo 33 della vecchia bozza fortunamente oggi non c’è, è un dato positivo. Però manca un livello di condivisione, sul dare la possibilità a tutti di essere a conoscenza del perchè ci sono state delle modifiche rispetto la prima lettura, altrimenti si fa il gioco delle parti. Ho sentito parlare di tante belle cose, semplificazione, incentivi per la competitività, manca però come riflessione un dato importante, il ruolo della Pa, che è fondamentale in questo momento. Infatti senza una reale efficenza della macchina pubblica qualsiasi progetto di rilancio fallisce. Vorrei dare merito all’intervento del segretario di Stato Valentini, ha sollevato una presa di coscienza e del ruolo che dobbiamo avere tutti, anche categorie economiche e imprenditori, nel prendersi carico del momento difficile. Se vogliamo dare un segnale di cambimento dobbiamo poi sicuramente investire in risorse umane”.

 

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