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San Marino: “Votate sì al referendum poi trattate con l’UE”

da Redazione

Per San Marino conviene o no entrare a far parte dell’Unione Europea? La “provocazione” della professoressa Lucia Serena Rossi agli studenti.

 

di Tommy Fantini ed Edoardo Giorgetti

 

Conviene o no entrare a far parte dell’Unione Europea? Questa è la domanda che da diverso tempo è sulla bocca di tutti, alla quale nessuno sa dare una risposta definitiva. San Marino Fixing ha avuto la possibilità di prendere parte alla conferenza di giovedì 23 maggio nella Scuola Secondaria Superiore, tenuta dalla professoressa Lucia Serena Rossi, docente ordinario di Diritto dell’Unione Europea presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Davanti ad un pubblico di studenti del liceo economico ha parlato in primis della storia dell’UE.

Il “sogno”, ha raccontato, è nato come una sorta di accordo di pace, inteso non come un’unione politica, ma economica. Il primo obiettivo era di ammortizzare le varie ‘competizioni’ che c’erano tra i tanti Stati, adottando degli standard da imporre a tutti gli stati membri. Un altro punto fondamentale da raggiungere era la libera circolazione; non solo dei capitali ma anche dei servizi, delle merci e delle persone. Quest’ultima con lo scopo principale di garantire lo svolgimento di attività lavorative al di fuori del paese di origine.

Non potendo entrare in competizione con grandi realtà industriali – soprattutto Cina e India -, la strategia europea mira all’incentivo dell’alta qualità di prodotti e servizi, puntando alle fasce alte del mercato mondiale.

Si sta cercando di creare anche una sorta di unione politica, tramite un movimento ‘federalista’, che però ha già creato disagi, per esempio per quanto riguarda la situazione inglese, con il Regno Unito che al contrario vuole proporre un referendum per l’uscita dall’UE, anche se andrebbe a discapito del proprio interesse economico. “Colpa della crisi, infatti proprio essa ci ha mostrato un’Europa poco solidale, che ne sta risentendo, siamo realisti”. Le varie adesioni, nel corso del tempo, sono sempre avvenute per motivi strategici, economici o geopolitici, a volte senza rifletterci tanto, come l’entrata dei paesi dell’ex Unione Sovietica, che hanno avuto la conferma solo per contrastare un futuro ritorno della Russia. E San Marino?

“In linea generale, i piccoli stati, se fossero membri, avrebbero, in proporzione, qualche vantaggio in più”, spiega la professoressa Rossi. Uno dei vantaggi principali è il diritto di voto, che permette di avere, in proporzione, più potere legislativo, “Un maltese conta come otto tedeschi in proporzione”. Parlando nel dettaglio della nostra Repubblica, la candidatura sammarinese è inserita in un pacchetto con Andorra e Monaco, vista la mancata volontà dell’UE di negoziare tre diversi accordi separati con altrettanti ‘microstati’.

Uno dei più grandi dubbi che riguarda l’entrata di San Marino all’interno dell’Unione Europea, senza tener conto dell’aspetto territoriale e della volontà delle parti, èlegata alla capacità amministrativa. Detto più semplicemente, c’è abbastanza personale qualificato per svolgere le numerose mansioni richieste dall’UE? “Già partite svantaggiati, a causa dell’eliminazione delle peculiarità sammarinesi, come il segreto bancario (o meglio la riservatezza, ndr), perciò dovete fare attenzione a prendere questa scelta, per evitare di perdere altre vostre prerogative, per via dell’imposizione di vincoli che potrebbero portare alla ‘morte’, non solo della realtà sammarinese, ma di tutte quelle dei piccoli stati”. Sicuramente entro la fine dell’anno scopriremo la volontà dei cittadini sammarinesi, mediante referendum su una materia assolutamente sconosciuta ai più. “Fate approvare il referendum, e poi trattate con l’Unione Europea”, così grida la carica la professoressa Lucia Serena Rossi. Malgrado non sia cittadina sammarinese, ha espresso la sua volontà riguardo a un avvicinamento all’UE.

Torniamo alla domanda posta all’inizio: conviene o meno per San Marino entrare a far parte dell’Unione Europea? Facciamo un passo indietro, e pensiamo a quanti cittadini sammarinesi oggi ne possono intuire anche lontanamente le conseguenze politiche, economiche, fiscali senza parlare di quelle sociali. Per certi punti di vista sarebbe utile farne parte, ma dovremmo anche mettere sulla bilancia la vera realtà in cui si trova San Marino, un piccolo ma grande paese per il quale ancora l’Europa è troppo lontana. Perché non cerchiamo di perfezionare noi stessi e poi, una volta stabilizzati, non andiamo a confrontarci con i più grandi?

 

L’articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Scuola-Lavoro, a cui aderisce anche San Marino Fixing.

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