Home categorieCultura Teatro: recensione de “La scelta” di Marco Cortesi e Mara Moschini

Teatro: recensione de “La scelta” di Marco Cortesi e Mara Moschini

da Redazione

Dalla prima guerra mondiale la conta dei morti civili è in crescita verticale: Marco e Mara attraversano numeri e anni, mesi e luoghi, e diventano la donna che rischiò la vita per rivedere il figlio, il ponte di Sarajevo, Vrebanja, luogo dell’assassinio di Gabriele Moreno Locatelli, pacifista italiano colpito dai proiettili di un cecchino.

teatro la scelta

 

 

 

di Alessandro Carli

 

SANTARCANGELO – Va a riempire quel “buco” che gli studi non riescono a colmare. Quella voragine della storia più recente – la guerra nell’ex Jugoslavia – che spesso i libri non affrontano. Così sembra quasi naturale che “La scelta” portata avanti da Marco Cortesi e Mara Moschini, giovani attori forlivesi piuttosto interessanti che hanno studiato a Roma, abbia collezionato 270 repliche in poco meno di due anni.

Al centro dello spettacolo, passato a Malafesta sabato 15 giugno, una pagina dolorosa lontana solamente circa 20 anni e poco più di 100 chilometri dalla Riviera.

Location deliziosa – all’interno del meraviglioso giardino adiacente a Porta Cervese, tra ulivi e un profumo di menta che ha scandito i quattro quadri messi in scena dai due attori – per un testo che ha l’antica forza del racconto. Poco più di un’ora in apnea, tra storia di dolore e notizie che “il decoro” e la censura hanno cercato di seppellire. Tentativo fallito però: “La scelta” è un pugno nello stomaco, un libro che guarda in faccia il pubblico e lo costringe a non ridere.

Dalla prima guerra mondiale la conta dei morti civili è in crescita verticale: Marco e Mara attraversano numeri e anni, mesi e luoghi, e diventano la donna che rischiò la vita per rivedere il figlio, il ponte di Sarajevo, Vrebanja, luogo dell’assassinio di Gabriele Moreno Locatelli, pacifista italiano colpito dai proiettili di un cecchino. Nascondere il vicino in casa propria, dare un passaggio ad una donna, aiutare con del denaro un amico, condividere del cibo con un ragazzo: piccoli gesti che ci ricordano quanto sia preziosa – e sempre in bilico – la vita. La stessa vita che viene risparmiata a una signora anziana, che sbaglia il passaporto: la guardia se ne accorge, e con pietas latina la lascia passare.


Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento