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San Marino, Commissione Sanità: l’attività di libero professionale

da Redazione

I lavori della commissione si aprono con la nomina del vicepresidente. Paolo Crescentini del Ps, a nome di tutta l’opposizione, spiega che “si è ritenuto di non procedere alla nomina e di affidarsi per la gestione dei lavori al presidente Oscar Mina”.

 

I lavori della commissione si aprono con la nomina del vicepresidente. Paolo Crescentini del Ps, a nome di tutta l’opposizione, spiega che “si è ritenuto di non procedere alla nomina e di affidarsi per la gestione dei lavori al presidente Oscar Mina”.

Si passa così all’esame del progetto di legge “Legge per l’esercizio dell’attività libero professionale del personale del Corpo sanitario medico e non medico Iss”, illustrato in Aula dal segretario di Stato competente, Francesco Mussoni. Emendamenti sono stati proposti dal governo, da Rete e Civico 10 per l’opposizione, dal Psd per la maggioranza. Respinti o ritirati quelli dei partiti, anche se la discussione porta ad abbassare dal 40% al 30% il monte ore possibile per l’attività extra lavorativa.

La seduta mattutina è stata interrotta durante alla fine dell’esame dell’articolo e riprenderà nel pomeriggio.

 

Di seguito un riassunto della seduta mattutina.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Auspico apertura mentale su questo progetto di legge che va discusso. Possono esservi degli emendamenti e presenterò un testo già emendato. Come piccolo Paese abbiamo più strade a disposizione: quella dell’autarchia e quindi chiuderci. Ma come afferma la spending review dobbiamo capire se è adeguato un ospedale con 1.000 addetti. Poi c’è la strada per valorizzare la struttura e quindi aprirci ai servizi e alla collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. E quest’ultimo è l’obiettivo della legge: mantenere il livello dei servizi e scambiare professionalità.

Nell’accordo firmato con la Regione pochi giorni fa c’è la materia sanitaria e la collaborazione è possibile se le nostre strutture vengono accreditate per potere scambiare professionalità e servizi. Il progetto di legge conferma il modello del ’55: dare sanità a tutti i cittadini gratuitamente. La linea politica è chiara: sostenere i costi altissimi della sanità incrementando la produzione di servizi. La regolarizzazione della libera professione farà emergere molte posizioni e creerà delle economie. Nel 2011, non regolamentata, ha portato introiti per 400 mila euro, 800 mila nel 2012. Ed entro il 2014, con questa legge, potremo fare un salto. Inoltre molti ora la svolgono e non è autorizzato. Confermiamo il dovere del medico di non fare libera professione con i pazienti Iss e diamo la possibilità per accordi con strutture esterne. Non è però consentita per il personale amministrativo.

La legge porterà sviluppo, incremento delle eccellenze, maggiori servizi e professionalità certificate. Alcuni aspetti sono da analizzare, ma non sono in discussione i capisaldi dell’Iss e il modello sanitario”.

Elena Tonnini, Rete: “Il modello del ’55 dava una base fondante al sistema: l’universalità e l’essere pubblico. Questa legge rivoluziona quel modello. Il comma 2 dell’articolo 3, aprendo la libera professione agli assistiti crea concorrenza e conflitto d’interessi. Da alcuni anni è in corso una sperimentazione sulla libera professione, ma se ci sono dei problemi a rispondere è l’Iss. La legge non regolamenta, non pone paletti, apre nuove opportunità per chiunque voglia per creare profitto non si sa per chi. Per lo Stato c’è poco introito se non spese. Il piano sanitario è scaduto e dovrebbe dare le linee cui questa legge dovrebbe regolarsi. Tra l’altro sugli introiti da liberi professionisti c’è anche un discorso di evasione fiscale.

La spending review auspica una divisione tra il settore delle libere professioni e il pubblico, mischiarli rischia di creare conflitti di interessi e cittadini di serie A e di serie B. Servono paletti restrittivi e certezza delle regole, presenteremo degli emendamenti e ci auguriamo che quelli del governo vadano in questa direzione”.

Franco Santi, C10: “Il progetto di legge intende regolamentare l’attività presente da tanti anni in maniera poco chiara. Servono norme precise, ma il testo tutela il sistema sanitario o la professionalità? E’ sbilanciato sulla seconda ipotesi e i nostri emendamenti riportano equilibrio. Condivido alcuni riferimenti del segretario di Stato sull’accreditamento e la possibilità di entrare nel circuito dell’Area vasta romagnola, importante per lo scambio e l’aumento di professionalità e la formazione, e per mettere in rete i nostri servizi. Ma regolamentare la libera professione è un discorso diverso.

Viene dato un ampio ventaglio di possibilità ai professionisti, un monte ore importante per l’attività extra servizio. Serve anche il dato sulle uscite oltre che quello sulle entrate. C’è infine il discorso sui controlli. All’interno della struttura è fattibile la gestione di un controllo reale, in strutture esterne è difficile credere sia possibile. I nostri emendamenti mirano a limitare l’attività libero professionale alle strutture pubbliche”.

Augusto Michelotti, Su: “Esprimo un sentimento di sconcerto perché, come primo provvedimento di una certa importanza, dalla segreteria di Stato per la Sanità mi sarei aspettato altro. Non credo che questo porti chissà dove, serve solo a creare disparità tra i singoli componenti della Pa soggetti a criteri di incompatibilità assoluta, un principio il cui rispetto ha permesso di mantenere in piedi tutta la baracca. E’ una legge crea tensioni sociali e non credo il governo possa permettersi questo lusso. Poi c’è un atteggiamento ipocrita. Si dice che, dato che la libera professione ormai è una prassi, anche se fuorilegge, allora bisogna farla. Ma a chi serve una legge impostata in questo modo? Ai luminari no di sicuro, perché gli straordinari li fanno sul serio, gli altri medici raccatteranno qualcosina, niente di più. Poi questo sistema è paragonato ad altri sistemi, ma in Italia c’è un livello di contrattazione duplice, chi opta per la libera professione ha lo stipendio decurtato, ma qui non si sta andando in questa direzione. Il sistema va ripensato, ma non con questo tipo di provvedimenti, si deve andare verso il risparmio e ridimensionare il tutto, perché abbiamo un po’ esagerato. In conclusione, è una legge che non ci piace e inutile, la respingiamo in toto per cui non abbiamo presentato emendamenti”.

Roberto Venturini, Pdcs: “Non è vero che questo progetto non regolamenta niente, è il contrario. E’ da 20 anni che si esercita la libera professione e non c’è ancora una legge che metta ordine a questa jungla. Sono d’accordo che la sanità è un fiore all’occhiello, dobbiamo garantirlo. Ma con un bacino di utenti di 30 mila non riusciremo mai a coprire tutte le spese, allora si devono fare scelte. L’alternativa è quella di ridimensionare l’ospedale, garantendo un pronto soccorso, un laboratorio e chirurgia. Per il resto andremo fuori, ma non credo lo vogliano i cittadini. Diversamente, se facciamo questo progetto di legge in modo che ci sia un ritorno economico per il sistema sanitario, credo che gli stessi professionisti lo apprezzeranno. E’ un ritorno anche per i nostri pazienti, perché più casistica ha un medico e meglio è. Poi c’è un ritorno allargato, chi viene operato a San Marino porta i familiari e ci sarà vantaggio anche per i nostri alberghi. Perché dire di no a prescindere?”.

Guerrino Zanotti, Psd: “La regolamentazione della libera professione medica è necessaria. Vogliamo dare regole a un’attività utile alla crescita dei professionisti e svolta fino a oggi fuori dalle regole. Altro obiettivo della legge è quella di aumentare le risorse dell’Iss e ci raccomandiamo che ci sia l’attenzione per le relative iniziative da mettere in campo dall’istituto in questa direzione. Ci raccomandiamo che l’Iss debba ricavare risorse economiche, altrimenti si vanifica uno degli obiettivi principali della legge. Riteniamo in definitiva utile procedere all’emanazione di questa normativa”.

William Giardi, Upr: “Anche se sono all’opposizione, non sono che contento dell’introduzione della libera professione. Ringrazio il segretario di Stato Mussoni che ha avuto il coraggio di provare a regolamentare questa attività, anche se credo sia stato tirato per la giacca per la situazione economica che sta vivendo il Paese. In Emilia-Romagna, dove la sanità è ad alti livelli, non mi sembra che questo sistema abbia inficiato la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Ricordo poi che questa legge non fa riferimento ai sammarinesi, ma al 90% al mercato italiano. Poi come si fa a dire che si va a togliere il lavoro ad altre persone? A chi? A San Marino, per esempio, ci sono tre psichiatri, come possono farsi concorrenza tra loro? Entreremo piuttosto in concorrenza con il libero mercato italiano”.

Paolo Crescentini, Ps: “Devo dire che rimango senza parole sentendo alcuni interventi. Mi riallaccio a chi sostiene che c’è un ritorno economico per lo Stato, io non vorrei che fosse solo per i medici. Questo Paese dei controlli se ne è sempre fregato, come possiamo pensare che da oggi si possa monitorare l’attività dei medici? E’ vero che la casistica è importante, ma gli altri professionisti che lavorano nella Pa non sono uguali? Ad esempio se un avvocato dello Stato ci dice che vorrà esercitare una volta terminato il suo orario, cosa facciamo? Rischiamo di avere 5 mila dipendenti statali che fanno il doppio lavoro. Sinceramente questa legge non ci piace, siamo stati critici in prima lettura, non abbiamo emendamenti per questo. Se vogliamo portare introiti, allora dovremmo piuttosto andare a potenziare quei settori che possono portare turismo a San Marino, ad esempio la fecondazione artificiale assistita. Vorrei chiudere con una provocazione: siamo in una situazione dove ci sono migliaia di incompatibilità, le più grosse ce le hanno i candidati in Consiglio grande e generale che devono rinunciare a certe cariche. Poi ci troviamo dentro il Consiglio e nelle commissioni, dove sono presenti medici che vengono a discutere della loro attività”.  

Nicola Renzi, Ap: “Si sta palesando un problema di concorrenza di interessi tra due impostazioni diverse. Da un lato quello del paziente, dall’altro quello di chi offre la sua prestazione, non è il modo migliore mettere in concorrenza le due cose. Non credo basti dire che è meglio fermarsi se non ci sono controlli, al contrario è una sfida che si deve affrontare. Allo stato attuale ci troviamo in una realtà in cui certi fenomeni sono presenti, il tentativo di arrivare a una normazione è quindi un atto coraggioso, se verrà poi applicato in toto e con metodo il dispositivo di legge. Direi di non avere paura di legarsi alla questione dei controlli ma di vederla in positivo, di andare avanti e regolarizzare con parametri certi. Allo stesso tempo facciamo in modo che qualunque tipo di distorsione emerga. Direi che è il caso di proseguire sulla strada tracciata”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “La segreteria di Stato non si è inventata nulla. L’Iss è un’azienda complessa, con vati enti. Il dibattito sulle libere professioni va avanti da anni ed è utile per la nostra sanità e per i cittadini. Il testo nasce da un accordo sul regolamento precedente con tutte i sindacati, da proposte della Consulta sanitaria e da deliberazioni dei vari comitati esecutivi.

La regolamentazione è utile in questo momento e ci saranno più tutele per i cittadini. Il consigliere Crescentini dice che è ottimo il laboratorio d’analisi. Ma fa libera professione per questo lavora molto. Prima agiva al 50%, ora crea entrate. Altrimenti i 32 dipendenti non sarebbero sostenibili.   Il progetto di legge non è improvvisato. Abbiamo 300 medici e molti sono cittadini italiani. Se discipliniamo lo scambio attiriamo professionalità oltre che redditi, e permettiamo ai pochi medici sammarinesi di imparare qualcosa. Per il comma 2 dell’articolo 3, certe prestazioni l’Iss non le fornisce e si fanno fuori e poi c’è la possibilità del rimborso. Non si apre niente. C’è poi una norma di coordinamento per eventuali decreti delegati che facciano delle correzioni. Capiamo che una cosa è la legge in teoria, una cosa la pratica. L’obiettivo principale è non creare liste d’attesa, l’aspetto economico è secondario, anche se siamo in difficoltà e non dobbiamo avere paura di migliorare. Serve uno slancio positivo, anche sui controlli, serve fiducia. Ottimizziamo il testo, la sanità è di tutti”.

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