Ufficio del Lavoro: crollo verticale delle offerte nel settore privato. Dal 2008 al 2012, -50%. Si salvano il turismo e la ristorazione. Manodopera specializzata meglio della generica.
di Alessandro Carli
Ricorso sempre più massiccio agli ammortizzatori sociali. Mobilità. Disoccupazione. E la voce, quella vera dei lavoratori, che lamentano sempre più difficoltà nel trovare un’occupazione. Luoghi comuni? Assolutamente no, è tutto vero, purtroppo: in un lustro la crisi ha più che dimezzato le offerte di lavoro nel settore privato. Grazie ai dati che ci ha fornito in esclusiva l’Ufficio del Lavoro della Repubblica di San Marino, andiamo ad analizzare, voce per voce e tipologia per tipologia, come e quanto ha inciso la scure nel territorio.
Diciamolo subito: è un autentico bollettino di guerra, che non ha risparmiato nemmeno i laureati. Anzi, sono proprio i ‘dottori’ a essere maggiormente penalizzati.
Per quel che concerne invece la manodopera, quella specializzata, seppur di poco, è preferita a quella generica. Si salva, preso l’arco di tempo quinquennale, solamente il commercio, il settore turistico, alberghiero e la ristorazione (chef, camerieri, baristi, addetti alle pulizie, eccetera), che da Lehman Brothers ad oggi ha fatto registrare un lievissimo aumento delle offerte.
A leggere i dati, è una Caporetto: a parte il commercio – basti passeggiare per il centro storico, anche se, ad essere sinceri, la maggior parte delle commesse non sono sammarinesi ma provengono dall’est: scelta dovuta al turismo russo, ad oggi quello che ha maggiori capacità di spesa -, tutti gli altri impieghi sono in difficoltà.
La discesa agli inferi
Dal 2008 al 2012 le offerte complessive di lavoro del settore privato sono passate da 2.492 a 1.211: un taglio superiore al 50%. E i chiari di luna del 2013, non promettono nulla di buono.
Cinque anni fa le quasi 2.500 offerte erano suddivise tra laureati (262), impiegati (583), periti (190), magazzinieri e addetti magazzino (101), manodopera qualificata (476), manodopera generica (513), autisti (110), addetti al commercio, turistico, alberghiero e ristorazione (257).
Nel 2009 la contrazione ha riguardato tutte le tipologie: laureati (172), impiegati (530), periti (82), magazzinieri e addetti al magazzino (68), manodopera qualificata (310) e generica (209) e autisti (79). L’unico comparto in crescita, quello del commercio, turismo, alberghiero e ristorazione, schizzato a 454.
La discesa è proseguita anche nel 2010, con le offerte per i laureati a quota 160, quelle per gli impiegati a 481, quelle per i magazzinieri e addetti magazzino a 62. Lieve innalzamento per i periti: 91 offerte, ma anche per la manodopera (per quella qualificata 325 offerte, per quella generica 317), per gli autisti (86) e per il commercio, hotel e ristorazione, 472.
Crollo verticale negli ultimi due anni, il 2011 e il 2012. Le offerte per i laureati sono state rispettivamente 131 e 98. Stesso trend per gli impiegati (432 e 342), per i periti (72 e 54), per i magazzinieri e addetti magazzino (51 e 20), per la manodopera qualificata (190 e 177) e per quella generica (216 e 148). Autisti fermi (49 e 42), così come gli addetti al commercio, il turismo, gli alberghi e la ristorazione, scesi nel 2011 a 412 offerte e lo scorso anno a 330.
La torta del 2012
In percentuale, la torta delle offerte del 2012 è stata così suddivisa: laureati 8%, impiegati 28%, periti 5%, magazzinieri e addetti magazzino 3%, manodopera qualificata 12%, manodopera generica 14%, autisti 3%, addetti al commercio, turismo, alberghi e ristorazione 27%.
Posti di lavoro
Un altro dato che merita di essere affrontato è quello che riguarda l’incremento dei posti di lavoro – sempre nel settore privato – per ramo di attività economica. Dal 2008 al 2012 il totale è passato da 19.965 unità a 18.612. La contrazione non ha guardato in faccia nessuno: pollice in giù sia per i sammarinesi che per i frontalieri. Il saldo frontalieri è passato da 6.653 unità a 5.460. Un dato che, letto in profondità, ha in parte agevolato l’assorbimento dei lavoratori sammarinesi senza lavoro.
Chi sale, chi scende
Più decremento che incremento, però vero è che qualche ramo, in questo lustro, è cresciuto.
L’agricoltura, per esempio, che in cinque anni (dal 2008 al 2012) è passata da 29 posti di lavoro a 30. In salita il commercio (2.843 posti di lavoro nel 2008, 3.029 nel 2009, 2.980 nel 2012, 2.999 nel 2011 e 3.037 nel 2012), alberghi e ristoranti (da 206 posti di lavoro del 2008 a 251 dello scorso anno), l’istruzione (crescita costante dal 2008: 38, 40, 48, 49 e 50), la sanità e l’assistenza sociale (141 posti di lavoro nel 2008, 231 nel 2012) e gli altri servizi, che da sotto quota 1.000 (nel 2008 erano 976), nel 2012 hanno superato il tetto dei 1.100 posti di lavoro.
Lacrime, tante, per i volani del Paese. Le industrie manifatturiere hanno perso, in cinque anni, oltre mille posti di lavoro (6.219 nel 2008, 5.150 nel 2012).
Crisi nera per le costruzioni e gli impianti: nel 2008 davano occupazione a 1.470 persone, nel 2009 a 1.412 persone, nel 2010 a 1.312 persone, nel 2011 a 1.171 persone e nel 2012 a 1.113 persone.
In discesa anche i trasporti e le comunicazioni (553 posti di lavoro nel 2008, 531 nel 2008), le attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese, che in cinque anni ha ridotto i posti di lavoro da 2.444 unità a 2.215 unità.
La PA è stata accorpata in una sola voce: settore pubblico allargato, che è sceso sotto i 4 mila posti di lavoro. Nel 2008 dava occupazione a 4.030 persone, nel 2012 a 3.959 persone.