Attenti a fare le regole: non vogliamo precluderci progetti piccoli ma validissimi. Attirare investimenti esteri è una scelta strategica indispensabile per il nostro Paese.
Attenti a fare le regole: non vogliamo precluderci progetti piccoli ma validissimi. Attirare investimenti esteri è una scelta strategica indispensabile per il nostro Paese. Per farlo dobbiamo dare certezze e garanzie agli eventuali imprenditori che decidano di impiantare la propria attività a San Marino.
La scelta, verso la quale pare ci stiamo muovendo, di rinunciare alla discrezionalità della politica, è un fatto necessario di crescita della cultura di Governo che certamente deve essere sorretta dalla trasparenza e da controlli seri da parte dei diversi organismi amministrativi preposti dello Stato.
San Marino in questi ultimi anni ha visto chiudere tante aziende che lavoravano seriamente e che, poco o molto, contribuivano a creare ricchezza e occupazione. Per tentare di recuperare questa importante parte di economia, e conseguentemente posti di lavoro, occorre dunque attirare investitori. Seri, affidabili, con progetti concreti e a misura del nostro territorio.
Se però per paura di non riuscire a superare la fase di discrezionalità della politica, l’asticella per misurare la “bontà” degli investimenti viene posta troppo in alto, il rischio è che ci precludiamo anche progetti validissimi ma di dimensioni più limitate, che poi sono quelle che oggi ci offrono i tempi.
Un investitore sceglie di insediare la propria attività in un territorio rispetto ad un altro, se questo presenta alcune condizioni di base. La stabilità di governo innanzitutto; conti pubblici in ordine e trasparenti; un sistema giudiziario rapido e sicuro, dunque la certezza del diritto. Ma anche, soprattutto, un rapporto con lo Stato e con la pubblica amministrazione – che sono, e devono essere, distinte tra loro – che sia certo, snello, efficiente e privo di zone d’ombra.
Gli investitori esteri devono sapere che, soddisfatte determinate e precise condizioni, e espletando le dovute prassi burocratiche, possono stabilirsi nel nostro Paese per fare impresa accedendo alle autorizzazioni, ai servizi e alle agevolazioni previsti dalla legge. Il tutto senza dover dipendere da un secondo giudizio di tipo discrezionale, se non addirittura un giudizio di un “concorrente”.
Ancora oggi non è così.
Al tavolo per lo sviluppo si è affrontato questo tema. Tutti (o comunque la stragrande maggioranza) sono ormai fermamente convinti che occorra dare certezze agli investitori, in tutti i settori d’impresa, dall’industria al commercio.
La difesa di veri o presunti privilegi non può che ostacolare fortemente la nascita di nuove imprese. Anzi, sarebbe una causa forte di ulteriore perdita di imprese ed occupazione, che non possiamo permetterci.