Home FixingFixing San Marino, smaltimento rifiuti: problema risolvibile

San Marino, smaltimento rifiuti: problema risolvibile

da Redazione

Grazie alla sinergia tra Ricerche Ambientali Srl, ANIS, BSM e Università. Il primo impianto, per Lavanderia Sammarinese, pronto in due mesi.

 

di Loris Pironi

 

Le imprese sammarinesi, tante imprese sammarinesi, hanno un problema: la gestione e lo smaltimento dei rifiuti industriali. Grazie ad una sinergia quadripartita, oggi questa spinosa questione potrebbe trovare una soluzione. L’iniziativa vede protagonisti Banca di San Marino, ANIS, l’Università di San Marino e la società Ricerche Ambientali Srl. C’è chi mette il know-how, chi fa da collettore, chi ci mette il denaro. Il progetto è finalizzato a garantire consulenze qualificate e alla realizzazione di impianti, dimensionati ad hoc, nelle singole aziende del territorio che hanno la necessità di smaltire rifiuti solidi o liquidi.

Ricerche Ambientali Srl è una società sammarinese che porta in dote l’esperienza ventennale ad altissimo livello di un’altra impresa (con sede in Italia, la Remediation Srl) nel settore della bonifica e della decontaminazione dei terreni e delle acque da prodotti petroliferi. L’Università di San Marino ci mette – anzi ci sta già mettendo – il proprio supporto scientifico e il lavoro all’interno dei propri laboratori chimici, l’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese ha invece il merito di aver “acceso” questa sinergia e di aver lavorato per la soluzione del problema rifiuti. Infine c’è Banca di San Marino, che ha messo a disposizione un plafond di 5 milioni di euro (“I primi cinque milioni”, dice scaramanticamente il Direttore di BSM Vincenzo Tagliaferro) per finanziamenti a tassi privilegiati per le imprese.


I commenti

 

“Si tratta di una importante sinergia – afferma Carlo Giorgi, Segretario Generale ANIS – Nell’ambito del San Marino Forum, qualche anno fa, si iniziò a porre basi concrete per la realizzazione del Parco scientifico e tecnologico, e in quell’occasione conoscemmo Antonino Schillaci, Amministratore unico di Ricerche Ambientali, che siamo riusciti a coinvolgere qui a San Marino. Come Associazione Industriali abbiamo a cuore il problema di diverse nostre imprese nell’ambito dei rifiuti industriali. Lo smaltimento è costoso e delicato, si tratta di un problema quasi universale. Questa collaborazione può aiutarci a risolverlo, ed è inoltre un esempio che deve essere replicato anche in altre circostanze”.

Il Rettore dell’Università, Giorgio Petroni, vede nel trattamento dei rifiuti uno dei temi centrali per il futuro della Repubblica. “È inevitabile che si producano, sono costosi e hanno comunque un impatto ambientale. Dalle ricerche petrolchimiche, e nei laboratori universitari, si sviluppano processi chimici che puntano a trattare i rifiuti industriali trasformandoli in residui. La ricerca che stiamo portando avanti a breve permetterà di gestire questi residui e addirittura di riciclarli, come aggregati granulari che possono essere utilizzati per sbancamenti stradali o nella composizione del calcestruzzo per costruzioni”. Poi c’è la questione dei contributi economici, per assicurare la fattibilità degli interventi: “Come banca di sistema vogliamo sostenere l’economia sostenibile – spiega il Direttore di BSM Vincenzo Tagliaferro – Peraltro come istituto bancario cerchiamo di coinvolgere la nostra fondazione, l’Ente Cassa di Faetano, a sostenere sempre più lo sviluppo dei laboratori universitari, iniziativa che rientra nell’ambito della sua funzione sociale”.


L’innovazione

 

A spiegare nei dettagli questa bella storia d’innovazione è l’ingegner Antonino Schillaci. “L’origine di tutto è un brevetto, depositato a San Marino perché in Italia rischiava di restare nel cassetto, per l’ossidazione dei contaminanti (i rifiuti speciali, ndr) a basse o alte temperature. In questo caso parliamo di ricerca scientifica perché si tratta di un trasferimento del know-how sviluppato in ambito petrolifero per un’applicazione nello smaltimento rifiuti”. Schillaci spiega ancora che l’idea di base riguardava il trattamento dei rifiuti solidi, “ma a San Marino abbiamo appurato che molte aziende sono alle prese con la necessità di bonificare risorse idriche”. Un caso portato alla luce è quello di Lavanderia Sammarinese, che sarà la prima a poter partire con un proprio impianto, nell’arco di un paio di mesi: per questa impresa poi non si tratta solo di risparmio nello smaltimento dei rifiuti ma anche di risparmio delle risorse idriche, e anche in questo caso si dovrebbe parlare di progetto pilota estremamente importante. “Andremo a costruire impianti all’avanguardia in cui la peculiarità è che dopo il trattamento delle acque non si producono fanghi, ma residui solidi, che possono essere utilizzati per altri scopi. Gli impianti saranno interamente prodotti da industrie sammarinesi, a questo punto mancherà solo il personale… e qui entra in gioco ancora una volta l’università, chiamata a formare queste particolari figure tecniche”. Il Rettore raccoglie la palla al balzo: si può fare anche questo. Attenzione però, non stiamo parlando del solito progetto futuribile. Qui già entro l’estate si potrà raccontare dei primi risultati.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento