Home FixingFixing Efficienza sì, ma fino a che punto? Fermiamoci un attimo a pensare

Efficienza sì, ma fino a che punto? Fermiamoci un attimo a pensare

da Redazione

Nella nostra società l’efficienza è diventata un punto cardine intrascendibile, anche come sottolineato dal Segretario all’Istruzione Giuseppe Maria Morganti.

 

di Davide Bonini e Francesca Bonfè

 

Nella nostra società l’efficienza è diventata un punto cardine intrascendibile, anche come sottolineato dal Segretario all’Istruzione Giuseppe Maria Morganti. Troppo spesso però si tende a tralasciare gli effetti che questa finalità ha prodotto. Già alla scuola si comincia a richiedere un’istruzione specifica che accorci le distanze tra formazione e un ipotetico futuro lavoro, puntando a ridurre i tempi in cui ciò avviene e con la tendenza a creare persone altamente qualificate in determinati ambiti. Questo comporta la perdita di numerose sfumature, considerate, da ciò che potremmo definire una vera e propria ‘industria della formazione’, perdite di tempo, nonché inefficienze. Lo studente, secondo i nuovi propositi di sviluppo, dovrà essere incanalato in percorsi professionalizzanti già dalla scelta successiva alla scuola media, limitandosi all’approfondimento di una determinata competenza, con il conseguente rischio di perdere il contesto generale della funzione acquisita. L’impellente necessità di sviluppo ha generato un ambiente che richiede un adattamento immediato, in cui il tempo è veramente denaro, le persone non sono più disposte ad insegnare mestieri e i rapporti umani sono sempre più distaccati e intransigenti, ridotti a fredde comunicazioni via e-mail. In poche parole, o ti adatti o sei fuori. Inoltre questo ‘mito’ dell’efficienza espone gli individui al pericolo di diventare come ‘automi’ alienati nelle proprie funzioni, perdendo la voglia e la curiosità di cimentarsi in nuove realtà e di migliorarsi in modo polifunzionale. La drammatica immagine di questa situazione si riflette in miliardi di individui che corrono freneticamente senza mai fermarsi a domandarsi il senso di ciò che fanno ma puntando a svolgerlo secondo gli standard di efficienza – né giusto né sbagliato – semplicemente come richiesto. Siamo davvero disposti a rinunciare alla passione, all’amore, all’impeto, all’entusiasmo di quei dettagli quotidiani che rendono la vita degna di essere vissuta, per inseguire un freddo sistema efficiente? Dove ci porterà tutto questo? E’ forse arrivato per tutti il momento di fermarsi un attimo. E pensare.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento