Inauguriamo, da questo numero, uno spazio dedicato alla politica, con una nostra rubrica, “Tribuna politica” appunto. Questo non per dare l’ennesima vetrina a chi gestisce la cosa pubblica, ma offrire ai lettori di Fixing un’occasione in più per farsi un’idea delle posizioni sui singoli temi.
di Alessandro Carli
Inauguriamo, da questo numero, uno spazio dedicato alla politica, con una nostra rubrica, “Tribuna politica” appunto. Questo non per dare l’ennesima vetrina a chi gestisce la cosa pubblica, ma offrire ai lettori di Fixing un’occasione in più per farsi un’idea delle posizioni sui singoli temi. Settimana dopo settimana ospiteremo esponenti dei vari partiti, con un occhio di riguardo per l’opposizione. Leggete, confrontate le idee, e magari siate pronti anche a domandare o replicare.
Oggi iniziamo questo viaggio con Lorenzo Lonfernini, Coordinatore di UPR, “fresco” di rinnovo della carica dopo la recente assemblea congressuale dell’Unione Per la Repubblica.
Nelle scorse settimane, su Fixing, abbiamo raccolto le riflessioni degli imprenditori in merito alla patrimoniale. Qual è la vostra posizione?
“Sin dal principio, e anche in campagna elettorale, abbiamo espresso una posizione di contrarietà. Pensiamo che così come è stata predisposta dal governo sia un’imposta iniqua. In primo luogo perché sarebbe stato necessaria prima una riforma del catasto. Abbiamo ancora tipologie edilizie che non esistono più. Bisognerebbe accertare, prima della patrimoniale, che gli immobili fossero tutti ben accatastati. Crediamo sia una tassazione esagerata verso chi si è sempre comportata bene, mentre chi ha fatto il furbo avrà una serie di vantaggi. Il condono edilizio per recuperare denari? Non è uno scandalo, ma solo se fatto in maniera corretto. A San Marino si è tollerato per anni determinati abusi edilizi, e negli ultimi tempi questi abusi si sono accumulati. La politica non ha voluto perseguirli: ora non ci sembra equo far pagare chi ha rispettato leggi”.
Pacchetto incentivi e sviluppo. Quali, per voi, le priorità?
“In una fase come questa occorre puntare su alcune prerogative che abbiamo in casa. Un esempio, il comparto turistico, ma anche il rafforzamento dei giochi, non solo quelli della sorte. Aprire quindi qualche sede anche nel centro storico. Il tutto, chiaramente, integrato in un progetto di rivitalizzazione di Città. Va poi superata la barriera delle attività commerciali, che ad oggi devono avere un’aliquota del 51% di proprietà sammarinese. Per rilanciare il Paese, si deve investire su proposte commerciali anche forensi”.
C’è poi il passaggio dall’imposta monofase al regime IVA.
“Lamentiamo un forte ritardo nel passaggio all’IVA: un sistema che ci permetterà di allinearci al regime di tutti i paesi dell’Ue. Con l’IVA diventerà più semplice l’interscambio con le realtà che ci stanno vicine, e allo stesso tempo i casi delle frodi carosello sarebbero quasi annullate. A luglio l’Italia alzerà l’aliquota IVA di un punto. In base all’accordo che abbiamo con Roma, possiamo ‘giocare’ il vantaggio di cinque punti di forbice. Sul Titano sono scemati i nostri capisaldi storici, e siamo entrati in un’ottica di trasparenza, di legalità. Infine, meno burocrazia e meno tasse, come ci ribadisce da decenni il Fondo Monetario Internazionale”.
San Marino e l’Europa.
“A breve, sul Titano, ci sarà il referendum. Dobbiamo certamente decidere che atteggiamento tenere: stare fuori dall’Ue presenta aspetti molto negativi, come ad esempio i possibili finanziamenti per i progetti. Non dobbiamo entrare necessariamente in Ue tout court, come Stato-membro: ci sono anche altre opzioni, come lo Spazio Economico Europeo. San Marino non deve avere il timore di aprirsi all’Europa”.
Su www.sanmarinoweb.com la videointervista a Lonfernini.