Mercoledì l’Assemblea dei Soci di Cassa di Risparmio ha approvato all’unanimità il Bilancio 2012, esercizio di particolare importanza in relazione all’omologa definitiva dell’Accordo di Ristrutturazione Delta.
Ciò ha avuto sul patrimonio di Cassa di Risparmio importanti effetti, poiché sono stati imputati a conto economico, tra accantonamenti e svalutazioni, tutti i valori residui delle perdite totali attese nel Piano di ristrutturazione dei relativi crediti e partecipazioni, per un ammontare complessivo di 216 milioni di euro.
Anche se, per l’effetto di quanto sopra, l’esercizio 2012 chiude con una perdita di 156 milioni di euro, la scelta descritta consente di ripristinare condizioni di redditività sostenibile, grazie alla possibilità di poter investire in attività, a maggior valore aggiunto, la liquidità derivante dal rientro delle esposizioni verso il gruppo Delta.
Inoltre l’avvio operativo del Piano di Ristrutturazione Delta, avvenuto solamente nel mese di dicembre 2012, pur con pregiudizio dei margini reddituali dell’esercizio appena concluso, ha permesso a Cassa di estinguere i finanziamenti bancari ricevuti negli anni passati.
In data 7 maggio 2013 è finalmente cessata l’Amministrazione Straordinaria di Delta S.p.A. ed è stata consegnata ai Soci la proprietà e la gestione del gruppo italiano in liquidazione, fatto questo che consente a Cassa di incidere con maggiore determinazione, nelle attività di incasso e anche di recupero delle esposizioni residue.
Gli impieghi lordi si attestano a 1 miliardo e 723 milioni di euro a fronte di una raccolta totale pari a 1 miliardo e 894 milioni di euro. Il fondo svalutazione crediti è pari a 315 milioni di euro, rappresentando parimenti un alto presidio a tutela del rischio di credito, come recentemente raccomandato anche dal FMI. Gli accantonamenti riflettono le rettifiche prudenziali dei crediti verso la clientela, per un coefficiente di copertura delle sofferenze pari al 52%, in linea con quello medio riportato dai sistemi bancari dell’Area OCSE, a dimostrazione di un’attenta politica di provisioning per il perdurare della crisi e delle ancora incerte prospettive di ripresa economica del Paese.
Grazie alle deliberazioni assunte dalle Assemblee dei Soci, tenutesi nei mesi di aprile e maggio, e all’impegno dello Stato nel garantire l’adeguata patrimonializzazione della Banca, a conferma della importanza e della valenza sistemica della più antica realtà bancaria del territorio, Cassa potrà beneficiare di un ulteriore incremento patrimoniale per la convergenza dei parametri regolamentari, sviluppando un proprio Piano pluriennale di recepimento.
Il ritardo dell’effettivo avvio del Piano Operativo ha indotto gli Amministratori a predisporre un nuovo Piano industriale quinquennale, caratterizzato da discontinuità, le cui principali assunzioni sono:
– un’incisiva azione di efficientamento operativo, le cui determinanti risultano peraltro in gran parte già acquisite;
– riduzione delle spese amministrative mediante la rivisitazione dei principali contratti di servizio;
– riduzione delle spese per il personale, ferma la salvaguardia dei livelli occupazionali, mediante il blocco del turnover, accordi di prepensionamento e riduzione delle retribuzioni del personale dirigente;
– riorganizzazione della Rete per razionalizzare la presenza sul territorio sammarinese, senza pregiudicare un adeguato presidio, e per indirizzare l’attività delle risorse verso nuovi servizi per la clientela della Banca;
– significativo recupero del margine di interesse, con la progressiva ricostituzione dell’attivo fruttifero grazie agli incassi dei Crediti Delta.
Il Piano industriale 2013 – 2017, asseverato da un primario advisor finanziario per il carattere sfidante del piano medesimo, prevede il ritorno all’utile netto d’esercizio entro 24 mesi, con risultati crescenti che nel 2017 stimano valori superiori a 20 milioni di euro. Un forte segnale di cambiamento per il sistema bancario sammarinese.
Cassa di Risparmio
della Repubblica di San Marino S.p.A.