Li chiamano Neet. L’Italia ha creato la platea più affollata d’Europa di questa nuova razza della crisi. Ha infatti la quota tragicamente più numerosa del Vecchio Continente di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano.
di Saverio Mercadante
Li chiamano Neet. L’Italia ha creato la platea più affollata d’Europa di questa nuova razza della crisi. Ha infatti la quota tragicamente più numerosa del Vecchio Continente di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano.
I Neet sono arrivati a 2 milioni 250 mila nel 2012, pari al 23,9%, circa uno su quattro. In un solo anno sono aumentati di quasi 100 mila unità. Lo rileva l’Istat nel rapporto annuale. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni tra il 2011 e il 2012 è cresciuto di quasi 5 punti percentuali, dal 20,5 al 25,2%.
Nel Mezzogiorno ancora peggio: dal 31,4 al 37,3%: dal 2008 l’incremento è di dieci punti.
I più colpiti, secondo l’Istat giovani con titolo di studio più basso, soprattutto chi ha la licenza media (+5,2 punti).
Mentre i giovani in Italia non lavorano e non studiano, Fiat Industrial porta un bello schiaffo al Governo Letta, che mette al primo posto del suo programma proprio l’occupazione giovanile. Trasferirà a breve il proprio domicilio fiscale dall’Italia al Regno Unito. Secondo il Financial Times, il trasloco fiscale dovrebbe partire dopo il completamento della fusione con la controllata americana CNH.
Manca ancora l’acquisto della rimanente partecipazione del 12% che Marchionne non possiede ancora. Nel Paese che farà un referendum per uscire dall’Europa, il regime fiscale è sempre più attrattivo per gli investitori stranieri.
Negli ultimi anni, il Regno Unito ha ridotto in modo significativo le tasse applicate alle imprese: sono passate dal 30% nel 2007 al 23,25% di oggi.
E Cameron non si fermerà qui: punta a un nuovo taglio fino al 20% nel 2015. Il Regno Unito ha anche indebolito le regole fiscali applicate alle società straniere per attrarre nuove imprese nel suo territorio. Il fisco italiano perderà 536 milioni per imposte sul reddito e 28 milioni di Irap. In Italia la Fiat paga il 36%.