ANIS e CSU hanno presentato peculiarità e punti di forza ai commercialisti. Il punto a 10 mesi dalla firma. Tra flessibilità e copertura dell’inflazione.
di Loris Pironi
Si è tornato in settimana a parlare del contratto collettivo per il settore industria, sottoscritto lo scorso 27 luglio 2012 dall’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese e dalla Centrale Sindacale Unitaria. A poco meno di 10 mesi dall’entrata in vigore del contratto che ha posto fine a un lunghissimo periodo di vacatio e nel contempo ha rilanciato le relazioni sociali, martedì pomeriggio alla Sala Montelupo, responsabili di ANIS e CSU sono stati invitati dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per fare il punto sulle caratteristiche e le peculiarità del documento.
La posizione di Fixing sul contratto ANIS-CSU è sempre stata molto chiara: si tratta tutto sommato di un buon contratto, sicuramente il migliore possibile in questi tempi così difficili. Un contratto che introduce maggiore flessibilità a fronte di aumenti salariali che nel periodo coprono l’inflazione e che è stato studiato anche per avere un effetto benefico sulla Cassa Integrazione Guadagni, fortemente sotto pressione in questi ultimi anni (e lo sarà ancora di più se non cambierà la linea battezzata dall’esecutivo per l’imminente riforma degli ammortizzatori sociali).
Ne approfittiamo per rinfrescare quali sono gli aspetti principali dell’accordo che – ricordiamo – è partito con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2009 e scadrà il 31 dicembre 2014. In attesa delle auspicate riforme, nei fatti sta già rappresentando un fattore di stabilità importante dopo tante tensioni.
Flessibilità
La direzione aziendale, è specificato nell’accordo, può applicare l’orario flessibile comunicando anticipatamente (10 giorni di calendario per esigenze legate alla stagionalità o al contenimento della CIG, di 5 giorni per esigenze di mercato oppure tecnico-organizzative) alla SSA o alle organizzazioni sindacali le motivazioni per il ricorso all’orario flessibile e le modalità. Quindi provvederà a informare i lavoratori interessati della nuova organizzazione temporanea, formalizzando il calendario operativo.
Se prima l’azienda aveva a disposizione appena 20 ore annue di flessibilità (con una maggiorazione del 18% e con un limite massimo di 45’ al giorno), il nuovo contratto mette a disposizione un orario flessibile massimo di 140 ore annuali che si vanno ad aggiungere al normale orario di lavoro; questo vale per l’intero organico o per i singoli settori.
Le eventuali ore di flessibilità saranno retribuite come ordinarie (con il limite giornaliero elevato a 1 ora) e potranno essere recuperate integralmente: questa è la flessibilità. Se dovesse subentrare l’esigenza – auspicabile – di lavorare di più, delle 140 ore totali, 40 dovranno essere comunque recuperate, le rimanenti 100 invece saranno pagate come straordinario obbligatorio (maggiorazione del 30%).
Orari
La novità principale del contratto industria ANIS-CSU riguarda la doppia opzione per l’orario di lavoro. L’impegno settimanale medio richiesto al lavoratore di 37 ore e 30 minuti viene affiancato, su eventuale richiesta dell’azienda (mediante comunicazione alla SSA, la Struttura sindacale aziendale) dall’orario 39 ore.
Si tratta di una opzione che va “accesa” entro e non oltre la data del 30 novembre affinché entri in vigore dal 1 gennaio dell’anno successivo. A fronte del maggior numero di ore lavorate, il dipendente avrà una differenza del 4% in più di retribuzione (“indennità 39 ore”: così se la trova indicata in busta paga). Così come si può “accendere”, naturalmente questa opzione può anche essere “spenta” con altrettanta semplicità. Si tratta dunque di una scelta reversibile.
Retribuzione
Gli aumenti retributivi previsti già erogati sono i seguenti. 0,765% per il 2009, 1% per il 2010% e 0,90% per il 2011. Dal 1 gennaio 2012 è scattato l’aumento più consistente, del 3%, a compensare gli aumenti più esigui degli anni precedenti, quest’anno c’è stato un ulteriore aumento del 2% mentre dal 1 gennaio 2014 l’incremento sarà dell’1,50%. Un ulteriore 0,50% di aumento è stato fatto ricadere all’interno del premio di produttività: poiché questo è legato al tasso di assenteismo, le imprese in difficoltà, quelle che ricorrono alla CIG (che concorre appunto al tasso di assenteismo) sono esentate.
Altre novità
È stata elevata in maniera considerevole la durata dei periodi di prova. Si va da 35 giorni lavorati per la 1 a categoria ai 180 giorni per l’8a, con 60 giorni di prova per gli apprendisti. Nel periodo di applicazione del contratto viene destinato uno stanziamento annuale di 100 mila euro al Fondo Servizi Sociali e viene assunto l’impegno di elaborare proposte volte a sostenere l’occupazione, il reddito dei lavoratori disoccupati e la formazione. È previsto inoltre uno stanziamento di 500.000 euro all’anno per gli anni 2012, 2013 e 2014.
Il capitolo relativo al diritto allo studio prevede una restrizione del campo di applicazione che esclude le agevolazione per i corsi specifici alle “abilitazioni sportive e nell’ambito delle attività per il tempo libero”.