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Consiglio Grande e Generale: le dimissioni del consigliere Alessandro Rossi

da Redazione

Rossi: “Quando sono entrato c’erano ancora le quattro banche storiche. Ma si diceva che c’era un prezziario per la concessione di società e si parlava di 700 milioni di lire per una finanziaria, qualche segretario di Stato veniva simpaticamente apostrofato Cinquantino”.

 

I lavori consiliari sono proseguiti il 20 maggio sul comma dedicato alle dimissioni del consigliere Alessandro Rossi di Sinistra unita che è intervenuto per l’ultima volta in Aula. Si è aperto quindi il relativo dibattito consiliare, con quindici iscritti ad intervenire. Il Consiglio grande e generale ha poi respinto le dimissioni del consigliere di Sinistra unita con 29 voti contrari, 23 a favore, un astenuto e un non votante. Nella prossima sessione consiliare si procederà quindi alla presa d’atto.   

 

Di seguito un riassunto degli interventi:

 

Alessandro Rossi, Su: “Per farvi comprendere il mio desiderio ancora integro di una Politica Buona vi delizierò con qualche dato cronologico a bilancio di questi miei 15 Anni in questo Parlamento. Nel 1998 Carlo Giorgi era Segretario Generale dell’Anis, lo è ancora.
Marco Beccari era Segretario Generale della Cdls e lo è stato fino a tre anni fa ed oggi svolgerà il ruolo di presidente dell’Ente Poste (se i curricula saranno ritenuti conformi alla legge e Ai regolamenti bancari da quest’aula). Clelio Galassi era Segretario alle Finanze, durante il suo mandato governativo di oltre 10 anni ha depenalizzato, insieme al governo Dc-Pss di allora, il reato di Falso in Bilancio e False Fatturazioni, oggi è stato riconfermato presidente della Sums.
Gianfranco Terenzi era Zambo ed oggi è ancora Zambo. Gli uomini forti politici ed i miei avversari si chiamavano Gabriele Gatti, Fiorenzo Stolfi e Claudio Podeschi, loro apparentemente non ci sono più, mi auguro non vogliano fare un resort insieme (questi la capiranno in pochi).
Sono entrato alla fine della prime ondata di soldi facili che il nostro Paese ha vissuto quella basata sulle false fatturazioni e sulle triangolazioni per evadere l’Iva, uno dei miei primi interventi è stato sulla questione Long Drink, oggi abbiamo potuto finalmente vedere a distanza di oltre 15 anni che nel lontano 1995 la San Marino Broker doveva pagare la monofase su 64 milioni di fatturato e questa era solo un parte della attività di quella commissionaria, sarebbe interessante conoscerne il fatturato totale, sicuramente quei volumi avevano bisogno per essere giustificati di una copertura politica e/o istituzionale. Quando sono entrato in consiglio e ci sono entrato per colpa di un Referendum che abbiamo vinto senza l’ausilio dei Partiti avevo lo stesso stato d’animo spaesato dei Giovani consiglieri di oggi solo un po’ più solo ed inconsapevole.
Un Paese che vuole bene ai cittadini non li trasforma in parlamentari senza adeguatamente formarli, è già – questo – un alto indice di inciviltà. Quando sono entrato c’erano ancora le quattro banche storiche. Ma si diceva che c’era un prezziario per la concessione di società e si parlava di 700 milioni di lire per una finanziaria, qualche segretario di Stato veniva simpaticamente apostrofato Cinquantino. Quando sono entrato è partita la seconda ondata di soldi facili per il nostro paese, a dicembre del 1998 infatti credo sia stata concessa la prima nuova banca, la Banca del Titano.
Il fenomeno corruttivo alla base della nefasta e scalcagnata piazza finanziaria sammarinese non è mai stato indagato, forse perché la filiera dei compensi è stata lunga è trasversale?
Nella nostra piazza finanziaria abbiamo “pulito” tanti di quei danari che dovremmo almeno chiedere scusa una volta tutti noi come cittadini sammarinesi ai cittadini italiani sia per le risorse drenate alla socialità sia per aver avvantaggiato l’economia criminale.
Sono stati 15 anni di politica molto diversa da come la immaginavo una politica che all’inizio mi appariva incomprensibile, sono un animo libertario e aperto e tutti questi strani meccanismi di relazione orientati solo alla presa di un potere indefinito, per me erano davvero incomprensibili e talvolta ridicoli. Appena sono entrato ho capito che il bilancio dello Stato poteva essere stirato a piacimento e ho incominciato ad accumulare conoscenze sul percorso della comprensione dell’uomo, della società e della politica.
Ho avuto anche la possibilità di essere consigliere di maggioranza tre volte, la prima scottante dove per cercare di capire la fiducia in un gruppo ho votato la famosa ‘porcilaia’, però poi mi sono accorto di essere stato l’unico ad averlo ammesso. Poi in un governo di 6 mesi dove purtroppo che se vogliamo ho contribuito a fare cadere votando la sfiducia a Fiorenzo Stolfi, quando una cosa è giusta è giusta da qualunque parte la si guardi, non mi sono ancora abituato al “meno peggio”.
Poi nel 2008 ho fatto quasi due anni di esperienza in prima persona in un governo sedicente di centro sinistra. E ho capito le difficoltà della politica, le resistenze, le lentezze, i permali, la scarsità progettuale. Avrei tante altre cose da raccontare in questi 15 anni di politica e di vita e voglio raccontarli come esperienza utile al cambiamento di sistema che San Marino ancora deve compiere e ve lo dico con certezza dopo aver ascoltato persone di Stato italiane che oltre ad essere deluse dalle istituzioni italiane lo sono e molto ancora da quelle sammarinesi.
Vi racconto brevemente solo la ultima: ho potuto vivere l’esperienza meravigliosa di Capitano Reggente ed ho capito che un’altra politica, quella buona a San Marino nonostante tutto è ancora possibile. Si è ancora possibile perché la gente normale non fa notizia, lavora normalmente e nonostante tutto ama questa piccola porzione del Paese, che visto dal mare nel maggio verde di quest’anno è un luogo favoloso.
E’ possibile cambiare, lo hanno dimostrato le elezioni, il voto libero e non controllato è già maggioranza nel paese, nel paese c’è una maggioranza di persone che attende con speranza un punto di riferimento per il cambiamento. Ma non è semplice. Il cittadino deve capire che non esiste nessun cavaliere Bianco, il cambiamento avviene solo con l’impegno responsabile in prima persona di tutti e non con la delega della rappresentanza debole, come quella che ho vissuto io.
Cambiare è un percorso difficile, ancora di più nel momento di crisi economica che stiamo vivendo, la rabbia popolare che sta montando può essere distruttrice o creativa, io me ne vado da quest’aula per lottare affinché si verifichi la seconda ipotesi ovvero per trasformare questa crisi nella modifica del sistema contro cui ho combattuto.
Ho iniziato il mio primo intervento in consiglio concludendo con le parole che avevamo elaborato noi ragazzi del Macello, la sinistra sarà sociale o non sarà! Non lo è stata. Oggi concludo con:
il cambiamento sarà sociale o sarà frattura dolorosa, io continuo a combattere per la prima”.

 

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Darò il mio giudizio sulle dimissioni e voterò contrariamente alla richiesta di dimissioni stesse. Attraverso un linguaggio frutto dell’unione dei glossari di un ingegnere e di un uomo di sinistra, molte volte apparentemente incomprensibili, attingendo a volte a tradizioni verso le quali non dimostra stretta affinità, il consigliere Rossi ha comunque iniziato, coscientemente per quanto mi riguarda dal marzo 2011, a dimostrare che è possibile affrontare l’esperienza politica secondo un atteggiamento integrale, capace cioè di tener conto delle esigenze tutte dell’uomo, e quindi responsabile. Il contrario cioè di quello che è comunemente definito teatrino della politica”.

 

Alessandro Macini, Ps: “Non sono mai intervenuto nelle precedenti dimissioni, per rispetto delle scelte personali, ma in questo caso faccio un’eccezione, perché con ‘Ale’ ho condiviso un’esperienza bellissima e importante come quella della Reggenza. Ero giovane, avevo timore di sbagliare, ma con Alessandro è andato tutto bene. Non so quanto durerà questa legislatura, ma sono convinto che altri qui presenti lo ritroveranno in Aula presto”.

 

Roberto Ciavatta Rete: “Non ho ricordi istituzionali di Alessandro Rossi perché sono appena entrato in politica. Però posso dire che mi sono sentito vicino a una persona che dentro le istituzioni cercava di portare istanze affini alle mie. Alessandro si è reso conto che c’è una forte necessità della popolazione di un cambiamento nel rapporto con i propri rappresentanti istituzionali e politici. Credo che Alessandro sappia di aver commesso degli errori altrimenti non sederemmo in scranni diversi”.

 

Luca Santolini, C10: “Esprimo la mia stima personale per Rossi e il mio grande dispiacere per le sue dimissioni. Speriamo di riuscire a riunire sotto un’unica bandiera, superando vecchie contrapposizioni ideologiche che non hanno più senso, tutte quelle forze politiche che hanno mantenuto una certa distanza dal malaffare. Io credo in questo progetto ed è per questo che confido nella continuazione dell’impegno politico di Rossi”.

 

Guerrino Zanotti, Psd: “La decisione di dimettersi dalla carica di consigliere è scelta che sminuisce la figura del consigliere. Le motivazioni che hanno portato il consigliere Rossi a prendere la decisione sembrano portare a dire che forse si ottiene di più se si rimane fuori dalle istituzioni. E invece anche lui con la sua presenza nel Consiglio ha dato un contributo importante”.

 

Gian Matteo Zeppa, Rete: “La mia mentalità e quella di Alessandro sono rimaste agli anni in cui “eravamo 4 amici al bar che volevano cambiare il mondo” ma il mondo di oggi non è quello che sognavamo noi. Non condivido la scelta di dare dimissioni poco dopo le elezioni: il patto di sangue con gli elettori deve essere definitivo fino alla conclusione della legislatura. Rossi ha volontà di cambiamento che è difficile riscontrare in tante altre persone e dunque mi rammarico della sua decisione. Sia noi che Rossi vogliamo costruire un’altra realtà e io spero che poi decida di rinviare le sue dimissioni”.

 

Ivan Foschi, Su: “Insieme abbiamo dato vita all’esperienza di Sinistra Unita. Un intuito a livello politico non da poco: capire che in un momento di divisione a sinistra fosse giunta l’ora di mettersi in gioco e tentare una strada nuova rappresenta sicuramente una qualità. Viene a mancare una voce preziosa e appassionata in Consiglio Grande e Generale. Ringrazio Alessandro Rossi perché dall’esperienza insieme ho imparato molto”.

 

Andrea Zafferani, C10: “Con Alessandro ho fatto un percorso che è coinciso con l’inizio della mia vita politica. Abbiamo vissuto vari passaggi insieme e ci siamo trovati spesso in disaccordo ma perché ha la capacità di dire cose non scontate e mai superficiali. Alessandro sa osare nelle sue proposte: osare è una cosa che a San Marino facciamo molto poco perché spesso non riusciamo a guardare lontano. Dieci anni fa con alcune tue proposte sembravi un visionario, invece tu guardavi avanti”.  

 

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Io voterò a favore dell’accoglimento delle dimissioni perché è un esercizio inutile rifiutarle. La decisione del consigliere Rossi è perentoria e viene dopo una lunga riflessione. Sarebbe inutile votare contro le dimissioni perché non ritornerà sui suoi passi. Si tratta di una decisione rispettabile che però non capisco e non condivido. Mi sembra un abbandonare la nave nel momento in cui è più in difficoltà. Io avrei preferito che rimanesse in Consiglio a combattere la sua battaglia. Credo che Rossi abbia avuto in certe occasioni atteggiamenti contraddittori nel corso della sua carriera politica: a volte troppo buonista, a volte inutilmente aggressivo. A me piace il consigliere Rossi capace di analisi politiche profonde e di volare alto. Eppure Rossi ha picchiato troppo contro Alleanza popolare, senza riconoscere il buon operato della nostra formazione politica”. 

 

Federico Pedini Amati, Ps: “Mi fa dispiacere che viene a mancare un vero guerriero della politica, nel bene o nel male lo sei stato dentro questo Consiglio grande e generale. Condivido con chi ha detto che in certe occasioni sei stato più lungimirante degli altri, sei stato una voce appassionata. Abbiamo avuto normali momenti di scontro, per questo non faccio elogi gratuiti. Per questo non posso votare favorevolmente le tue dimissioni”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Oggi è un passaggio formale, ma politicamente sostanziale. Non condivido il progetto di Alessandro Rossi, ma oggi dobbiamo ragionare su questo, non sulle dimissioni. Facciamo un torto a lui a continuare questa litania. Oggi dobbiamo ragionare sul suo progetto politico, quello di demolire l’attualità degli schieramenti politici per ricostruirla. Altri ritengono che il superamento della frammentazione debba avvenire all’interno delle istituzioni. Su questo oggi mi interessa intervenire, non sulle lacrime perché chi ha fatto la scelta di dimettersi, l’ha fatta con consapevolezza”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Alessandro Rossi non ritiene più adeguate le formule e le dinamiche politiche in questo momento storico. Secondo lui tutto questo non funziona più e lo condivido. Rossi sceglie di fare politica nella più magmatica ed emotiva società, ha deciso di lavorare politicamente tra i cittadini, nelle strade, nei posti di lavoro e sul web, per una politica che rispecchi il Paese di oggi e non a un’immagine stereotipata. Nel progetto di Alessandro Rossi c’è un pagamento personale di pegno che non è privo di ricadute anche dolorose. La sua non è una rinuncia e il voto dei suoi elettori non sarò inutile perché non smetterà mai di rappresentarli”.

 

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Il cambiamento per cui si è battuto in questi anni il consigliere Rossi credo abbiamo trovato in questa fase una vittoria. Per questo non riesco ad intendere i motivi della scelta in questo particolare momento in cui il cambiamento è nel pieno della sua facoltà, quell’economia è terminata, diversi avversari politici non ci sono più, siamo in un momento di inversione di tendenza, i movimenti che erano all’esterno ora sono dentro. Quello di Rossi é un atto asincrono rispetto la storia di questi mesi, arriva in ritardo, ora ci sono le condizioni per dare forma diversa a una San Marino nuova. E su questo non credo che da fuori si riesca meglio a plasmare società, economia e politica stessa. Dai risultati delle elezioni, nel rapporto preferenze, partito e candidati, il suo risultato è il migliore di tutti, è il consigliere più amato nel Paese. E’ nei confronti dei suoi elettori che non è allineato. Il mio non vuole essere un invito alla rinuncia, credo sia proprio sbagliato dal punto di vista temporale lanciare il messaggio che la soluzione è uscirsene da quest’Aula”.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “Riconosco al collega Rossi che nel suo percorso politico che ha spesso fatto determinate sue scelte non dettate dalla convenienza personale. Le dimissioni sono chiaramente sul piano politico, finalizzate a portare un progetto fuori dall’Aula. So benissimo ci confronteremo su questo progetto in un altro momento e luogo”.

 

Alessandro Rossi, Su: “Ho apprezzato tutto quanto, i riferimenti personali molto lusinghieri, ma ho individuato anche interventi politici interessanti come quello di Lonfernini. Il motivo per cui abbandono adesso sono i 15 anni. Dopo questo lungo periodo anche la capacità di esprimere nuovi concetti non mi porta ad essere propositivo di un lavoro consiliare che può benissimo essere sostenuto da altri consiglieri e dal mio sostituto. Il voto elettorale ha premiato la mia parte politica, non solo me. Una persona singola, che lavora, non ha tutto il tempo di dedicare alla politica ma può proporla liberamente ai propri cittadini per verificare se c’è la possibilità di una leva per il cambiamento che va costruita. Ho un lasso di tempo di due anni per provare a realizzare questo progetto, per aggregare un’area politica del Paese. In questi 5 mesi di legislatura io vedo un’impotenza della politica, posso sbagliare. Credo sia un segnale di inefficienza politica avere tanti movimenti in Aula, ci sono possibilità per poter aggregare alcuni elementi. La porta è aperta anche ai colleghi di Alleanza popolare nel progetto che stiamo valutando. Per ritrovare efficienza politica serve aggregazione e disciplina allo stare insieme”.

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