Home NotizieSan Marino Congresso UPR: ecco i nuovi organismi. Lorenzo Lonfernini è il Coordinatore. L’intervento

Congresso UPR: ecco i nuovi organismi. Lorenzo Lonfernini è il Coordinatore. L’intervento

da Redazione

Dopo un ampio dibattito, che ha visto oltre una ventina di interventi, si è conclusa la prima Assemblea Congressuale dell’Unione Per la Repubblica (UPR).

L’Assemblea ha, in conclusione, definito – con voto unanime – la composizione degli Organismi previsti dallo Statuto. Coordinatore: Lorenzo Lonfernini, Presidente dell’Assemblea degli Aderenti: Pier Marino Menicucci, Collegio dei Garanti: Alba Montanari, Giorgio Zonzini, Simona Santolini. Consiglio Direttivo: Roger Zavoli, Luca Giacomoni, Pier Enzo Busignani, Francesco Chiari, Alberto Gasperoni, Sarah Cesaretti, Noemi Beccari, Maurizio Simoncini, Mario Giannoni, Cesare Antonio Gasperoni, Orazio Mazza, Ottaviano Rossi, Giovanni Conti, Ragini Giuseppe, Nicola Selva, Remo Giancecchi.

 

 

Com. st.  La prima Assemblea Congressuale dell’Unione Per la Repubblica, tenutasi nella giornata di Sabato 18 Maggio, ha rappresentato un passaggio fondamentale per la nostra giovane forza. Una forza che, presentatasi per la prima volta alle elezioni politiche, ha comunque raccolto l’8, 35 % pari a 1651 voti. Un appuntamento che ha riscosso l’attenzione dell’opinione pubblica sammarinese, di tutte le forze politiche e delle categorie economiche e sociali. A loro va il nostro ringraziamento. L’UPR esprime, altresì, il più vivo apprezzamento agli Eccellentissimi Capitani Reggenti per il messaggio inviato.

Intendiamo, inoltre, sottolineare come la nostra assise sia stata onorata nell’ospitare rappresentanti del mondo politico italiano a noi vicini culturalmente ed idealmente che hanno contribuito a toccare temi attuali e sensibili per la comunità sammarinese. A partire dal rilancio del dialogo con l’Italia, la black list, la cooperazione economica ed il contrasto alla criminalità’ organizzata. Un ringraziamento all’ On. Vincenzo Scotti che, nel biennio 1991 – 1992, promulgò da ministro degli interni della Repubblica d’Italia le leggi più severe contro la malavita organizzata; all’Onorevole Bruno Tabacci leader del Centro Democratico; al Senatore Paolo Naccarato profondo conoscitore della Repubblica di San Marino e già stretto collaboratore del Presidente Francesco Cossiga. Così come ringraziamo l’Onorevole Flavia Nardelli Piccoli, il Senatore Alessandro Forlani e il Professor Senatore Alessandro Meluzzi per gli affettuosi messaggi di saluto inviati all’Assemblea.

L’Assemblea Congressuale ha fissato precise linee di indirizzo dopo aver approvato la relazione del Coordinatore uscente.

In tal senso l’UPR, nel rispetto del mandato ricevuto dagli elettori intende portare avanti, nelle sedi istituzionali e nel Paese, un ruolo di forza di opposizione seria, responsabile che pone, prima di tutto, la difesa dell’interesse nazionale.

Conferma la propria contrarietà al mantenimento di politiche recessive che portano all’aumento della pressione fiscale con l’introduzione dell’imposta “patrimoniale”. In modo particolare – dopo l’incomprensibile silenzio del Governo di fronte alle proposte avanzate dall’UPR, dirette ad attenuare gli effetti che si produrranno sulle famiglie e sulle imprese. Provvedimento, è bene ricordarlo, finalizzato esclusivamente a compensare lo sbilancio dei conti pubblici accumulato nel 2012 senza destinare risorse allo sviluppo.

L’UPR al contrario finalizza la propria azione politica al raggiungimento di una vera equità fiscale, di politiche tese a garantire lo Stato Sociale e il rilancio dell’occupazione. Solo garantendo il lavoro si assicurano alla persona la dignità e la libertà, ponendola anche nella condizione di dare un contributo alla Società ed al Paese.

L’UPR prende atto della proposta di legge presentata dal Governo a conclusione dei lavori del tavolo per lo sviluppo. Avremmo auspicato che già nell’imminente sessione Consiliare fossero, non solo individuate, ma messe in atto quelle misure concordate per rilanciare la competitività del sistema Paese con interventi straordinari di liberalizzazione degli investimenti. Dando massima priorità inoltre anche alla moratoria sui mutui così come peraltro indica l’ultima legge di bilancio. Purtroppo il Governo è in ritardo rispetto ai tempi delle imprese e dei lavoratori.

L’UPR sollecita altresì un’azione ancora più convinta verso un percorso irreversibile per l’allineamento agli standard internazionali in materia di lotta alla criminalità organizzata; lo chiede anche la cittadinanza che, tramite iniziative spontanee, ha mostrato attenzione e sensibilità rispetto a questo tema. Per questo l’Unione Per la Repubblica si adopererà’ – nelle sedi istituzionali – per sostenere tutti quei provvedimenti, più volte sollecitati anche dalla Magistratura, che possano essere di ulteriore ausilio al Tribunale ed alle Forze dell’Ordine per svolgere, con ancor più efficacia, le proprie funzioni nell’ottica di tutelare il Paese.

Esprime un giudizio assolutamente positivo sul Congresso del Partito Socialista. Forza che ha condiviso con l’UPR l’esperienza della coalizione “Intesa per il Paese” nell’ambito dell’ultima tornata elettorale ed auspica che, nel rispetto delle autonomie, il rapporto prosegua e si consolidi in termini di prospettiva politica. Con il PS, stante le significative convergenze emerse sul piano politico e programmatico, si ricercherà un coordinamento, ancor più efficace, tra le rispettive rappresentanze consiliari.

L’UPR crede nei cittadini e specialmente nelle giovani generazioni. In ragione di ciò avanza la proposta di realizzazione di un fondo destinato a costruire una nuova classe dirigente sammarinese. Ritiene che la politica debba scegliere di investire nella formazione dei giovani sammarinesi, per garantire loro una adeguata collocazione e realizzazione nella società.

In materia istituzionale l’UPR ritiene che La Carta dei Diritti e dei Principi dell’ordinamento sammarinese vada rafforzata ed esaltata nel suo ruolo di Carta Costituzionale. Il Consiglio Grande e Generale quale organo prioritario dello Stato deve tornare ad essere composto di 60 membri ivi compresi i Segretari di Stato. Ribadendo l’Alto ruolo dell’Eccellentissima Reggenza quale Capo dello Stato, Presidente del Consiglio Grande e Generale e coordinatore del Congresso di Stato, si intende valorizzarne il ruolo con l’istituzione di un apposito Ufficio della Reggenza al fine di coadiuvarla meglio negli alti ruoli istituzionali e dando corso al disposto legislativo di rango istituzionale del 2005. Occorre attuare una revisione della legge elettorale. Parimenti si ritiene opportuno perseguire una più forte corrispondenza tra volontà popolare e composizione del Consiglio Grande e Generale e che tenga in maggior conto l’espressione della volontà e la dignità dei cittadini residenti all’estero. Rispetto alla normativa elettorale occorre introdurre l’obbligo preventivo per le coalizioni-liste di comunicare la composizione della squadra di governo.

L’UPR, consapevole della necessità di radicarsi nella società, si pone l’ambizioso obiettivo di dare corso alla nascita di una scuola di formazione politica.

L’UPR è un Movimento che si rifà all’esperienza popolare, cattolico-liberale, democratica e riformista. E’ un Movimento centrista che desidera attuare un percorso per l’aggregazione di forze di affine estrazione culturale tese a superare la frammentazione e ad elaborare una proposta politica condivisa e finalizzata al bene del Paese, ed in modo particolare sui principi della legalità, dell’etica e delle politiche sociali.

L’Assemblea Congressuale ringrazia i dirigenti del Movimento, gli amici che si sono candidati alle elezioni politiche e coloro che hanno svolto – in ruoli diversi – un’azione a sostegno dell’attività del Movimento.

INTERVENTO DI LORENZO LONFERNINI – COORDINATORE USCENTE UPR– PRIMA ASSEMBLEA CONGRESSUALE ( #SPERANZA #CONCRETEZZA PER IL FUTURO – SABATO 18 MAGGIO 2013 BEST WESTERN PALACE HOTEL)

Illustri ospiti,

Illustri rappresentanti delle forze politiche, sociali ed economiche,

Care amiche, cari amici,

si celebra oggi il primo Congresso dell’Unione Per la Repubblica. Si chiude, quindi, la prima fase che ha contraddistinto la vita del nostro Movimento e se ne apre una seconda. Perciò quello di oggi non sarà l’ultimo appuntamento che il nostro Movimento politico realizzerà, perché tanti sono i temi e le iniziative che da domani – concluso questo passaggio – lanceremo. In questi due anni di presenza nello scenario politico e istituzionale, siamo stati in campo. Abbiamo cercato di tenere il punto. Abbiamo soprattutto tentato di giocare al meglio la nostra partita politica. Arriviamo a questo appuntamento avendo tre distinti stati d’animo.

Il primo è di compiacimento.

Dal novembre 2012 ad oggi abbiamo svolto dall’opposizione un’azione – sia in Consiglio Grande e Generale che nel Paese – molto incisiva se commisurata al nostro peso elettorale. Per questo ringraziamo sentitamente i 1651 concittadini che, in occasione delle recenti elezioni politiche, hanno scelto di appoggiare la nostra lista. L’aver conseguito l’8,35% dei consensi non solo conferma – nei numeri – la nostra rappresentanza consigliare ma segna anche il radicamento e la bontà del progetto portato avanti dai Democratici di Centro e dagli Europopolari Per San Marino. Il Movimento ha iniziato a radicarsi nel territorio ed alcuni nostri amici sono presenti nelle amministrazioni locali delle Giunte di Castello ove danno il loro contributo nell’ambito delle liste civiche che hanno partecipato alle ultime Elezioni Amministrative. Ci prepariamo quindi ad affrontare con serenità i prossimi passaggi politici.

Il secondo è di consapevolezza.

In tanti, fino a non molto tempo fa, ci consideravano dei sopravvissuti. Oggi abbiamo un ruolo politico da giocare e siamo guardati con rispetto. Oggi l’UPR è una forza politica che ha svolto e che svolge il suo ruolo al meglio delle proprie possibilità e con senso di responsabilità verso il Paese. Siamo una forza che mai ha voluto lucrare consenso cavalcando sentimenti antinazionali. Lo abbiamo sempre dimostrato collaborando, combattendo ed anche incalzando il Governo ma tenendo sempre avanti a tutto il supremo interesse della Repubblica.

Il terzo stato d’animo, amici, è di autocritica.

Un Movimento serio, che si propone di essere tale, deve sempre fare meglio e soprattutto non lasciare mai nulla di intentato. Questa è la grande forza che dobbiamo avere, la consapevolezza che non è vero che abbiamo fatto tanto, ma che dobbiamo fare molto di più.

Speranza e Concretezza per il futuro

Ma non è di noi che vogliamo parlare in questa nostra assise. Vogliamo parlare del nostro Paese, San Marino. Un Paese – come recita il titolo della nostra assise – a cui ridare speranza e che ha un disperato bisogno di concretezza. Un titolo certamente ambizioso, quello da noi proposto. Un titolo che non vuole e non deve essere assolutamente letto come il classico slogan demagogico. Oggi sentiamo tutti il morso della crisi e della difficoltà. Le notizie delle ultime ore sono ancora più preoccupanti. La mia generazione, nata a ridosso degli anni settanta, è cresciuta in mezzo all’ottimismo di grafici e di indicatori che salivano incessantemente. E oggi ci troviamo alle prese con una San Marino stanca, pessimista, ripiegata, che perde colpi, che teme il proprio declino. Una San Marino che si ritrova a fare i conti con l’asprezza e la severità di tutti i problemi che in questi venti anni si sono accumulati sulle nostre spalle e – ingiustamente – su quelle dei più giovani. Vanno male, oggi, le cose. Bisogna dirlo chiaro: siamo in emergenza. Il paese non cresce. Cresce invece drammaticamente la disoccupazione.

La Questione Sociale

Anche San Marino non ne è immune. L’Unione Per la Repubblica (UPR) ha presentato una serie di iniziative finalizzate a impegnare il Governo nel concordare con gli istituti di credito un percorso che consentisse di giungere a una moratoria sui mutui erogati dallo Stato per l’acquisto della “prima casa”. Questa iniziativa vuole porre l’accento su una questione, quella sociale, che non può più essere ignorata e nemmeno sottovalutata. E’ un fatto inconfutabile che la crescente disoccupazione (salita attorno al 7 %), unita alla recessione economica in atto, sta determinando problemi inediti e complessi per la nostra comunità. A tal proposito, un dato su tutti. A marzo 2013 i disoccupati totali ammontano a 1.227 unità (+109 rispetto a marzo 2012); di questi, 968 sono disoccupati in senso stretto (+220 rispetto a marzo 2012), ovvero coloro che si rendono immediatamente disponibili ad entrare nel mondo del lavoro. Per questi ultimi, in particolare, la fascia di età che conta il maggior numero di disoccupati è quella dai 20 ai 29 anni, così come per i disoccupati totali. Per entrambe le categorie di disoccupati il titolo di studio prevalente è il diploma di maturità. La percentuale di disoccupati laureati è pari al 13,4% per i disoccupati totali (165 unità), mentre per quelli in senso stretto è l’ 10,7% con 104 unità.

Tassi di lavoro e disoccupazione

mar-13 mar-12

Tasso di disoccupazione totale 7,46% 6,79%

Tasso di disoccupazione in senso stretto 5,88% 4,54%

Tasso di occupazione interno 68,62% 69,26%

La produzione e i consumi diminuiscono e alcune distanze sociali, fenomeno del tutto inedito per la nostra comunità, iniziano ad acuirsi. I conti pubblici preoccupano. Eppure non siamo un grande Stato ma un piccolo Stato, che ancora è capace di affascinare. Ma per difendere il Paese, al punto in cui siamo giunti, non è più sufficiente rievocare la romantica visione carducciana della Repubblica alla quale pure siamo tutti affezionati. Una grande statista di casa nostra come Clara Boscaglia lo aveva compreso già all’inizio degli anni ottanta. Occorre interrogarsi andando alla radice del nostro problema perché San Marino non è più, se mai lo fosse stata, un’isola felice. Occorre essere spietati nell’analisi altrimenti non rendiamo un buon servizio al nostro Paese ed occorre partire dal presupposto che abbiamo vissuto per anni al di sopra delle nostre possibilità. Decenni di grandi entrate per il bilancio dello Stato durante i quali non siamo stati in grado di fare un minimo di programmazione, non uno studio serio, percorribile, realizzabile che disegnasse un futuro, non un minimo di consapevolezza che imponesse a noi stessi di ancorarci ad un’etica di maggiore responsabilità per riorganizzarci in modo più equo, più competitivo e per accelerare le riforme. Eppure ci sono stati episodi e opportunità che ci avrebbero dovuto da un lato insegnare qualcosa, dall’altro metterci in condizione di abbandonare vecchie strade per sceglierne altre sicuramente meno facili ma più lungimiranti. Abbiamo campato alla giornata e la politica così come i sindacati, così come le organizzazioni di categoria hanno svolto poco e male il loro compito non considerando che con il trascorrere del tempo il vento gira, le situazioni cambiano gli equilibri mutano.

Il Report FMI

La relazione finale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) – stilata a Marzo – rappresenta un inevitabile, punto di partenza. Un monito per riflettere sulle criticità del sistema. Essa non rappresenta certamente un dogma ma io vi chiedo quante volte il FMI negli ultimi 10 anni ha esortato il governo di turno chiedendo anzi mendicando una riduzione della spesa corrente? Quante volte il governo ha ascoltato e messo in pratica le raccomandazioni? Il FMI ci chiede inoltre altre azioni a partire da Cassa di Risparmio su cui, ora, occorre definitivamente scegliere cosa fare sia in termini di scelte di fondo che di futura “governance”. Per noi, però, la ricetta proposta dal FMI – all’insegna del binomio “più tasse, più tagli” – non e’ la sola per affrontare l’emergenza. Ricetta che, peraltro, il Fondo propone in maniera standard sia ad una grande nazione che ad un micro-stato come il nostro. Con l’aggravante che, come dice poi lo stesso Fondo Monetario, il nostro Stato potrà vedere un po’ di luce solo con l’uscita dalla black list italiana superando lo stato di isolamento. Se, infatti, si arrivasse ad una nuova riforma tributaria – con un aumento del prelievo fiscale – risolveremmo solo in parte il problema. Se il debito pubblico, che oggi e’ una realtà, si incrementasse annualmente – con un trend sempre più difficile da gestire – non supereremo facilmente questa fase. Se la Pubblica Amministrazione, si confermerà come macchina costosa nella ricerca che al momento si è rivelata effimera di una maggiore efficienza, allora i nodi arriveranno veramente al pettine e non siamo lontani da una simile prospettiva. Il dato che emerge nel report, infatti, e’ che non ci sono più entrate sufficienti per garantire e sostenere questo meccanismo. Occorre urgentemente ribaltare l’impostazione dando centralità a politiche di sviluppo.

NO alla Patrimoniale

L’applicazione di un’imposta patrimoniale, nel nostro sistema, è una scelta legittima su cui, però, continuiamo ad esprimere forti perplessità. Prima di vararla il Governo aveva tutte le condizioni per dare corso a quattro scelte che potevano evitarne l’adozione o che comunque sarebbero state in grado attenuarne gli effetti sulle famiglie. Una nuova tassa che, vale la pena ricordarlo, serve a ripianare il buco dei conti pubblici senza destinare un euro allo sviluppo.

Quattro cose che si potevano e si dovevano fare prima del varo della Patrimoniale

1)La Riforma del Catasto.

Si tratta di un elemento imprescindibile che, prima di marciare spediti verso l’introduzione di nuove tasse a carico dei cittadini, doveva essere considerato prioritariamente. Dotare il paese di una moderna classificazione degli immobili adeguandola finalmente alla realtà attuale prima di operare adeguate scelte d’imposizione fiscale era ed è il minimo. Settimane fa, presso la Segreteria Istituzionale, avevamo depositato un progetto di legge di riforma del catasto. Lo avevamo fatto per aiutare il Governo ad affrontare il tema in maniera giusta. Così come avevamo anche garantito i nostri voti per approvare la legge con procedura d’urgenza. Un’occasione sprecata.

2) La realizzazione di una sanatoria edilizia unita alla riforma del Testo Unico

La sanatoria non è un tabù. Riflettiamo su un punto: quanti interventi di repressione degli abusi edilizi sono stati, in questi anni, realmente realizzati? Il problema legislativo, degli strumenti a disposizione e della loro applicabilità è forse un dogma impossibile da discutere? Non a caso il Governo uscente, nella proposta di riforma del Testo Unico, aveva individuato come possibile l’utilizzo di questo strumento. Una sanatoria, oltre a consentire un immediato recupero di risorse per il bilancio dello Stato, affiancata ad una nuova riforma del catasto, potrebbe aprire un ragionamento su nuovi interventi di tipo fiscale all’insegna dell’equità e per lo sviluppo di concerto con le parti sociali ed economiche.

3) La Revisione della spesa pubblica e l’avvio di un percorso verso l’eliminazione dei privilegi nella Pubblica Amministrazione

L’esito del lavoro del Gruppo Tecnico incaricato per la revisione della spesa pubblica è un passaggio fondamentale. Occorre sollecitare il Gruppo a presentare nei termini previsti – al Consiglio Grande e Generale – un serio piano d’individuazione delle aree di spreco e di riduzione della spesa corrente su cui intervenire immediatamente a partire dal fabbisogno del personale della Pubblica Amministrazione. I cittadini non capirebbero se, oltre ad una prospettiva che giustifichi un ulteriore sacrificio, non si mettono in campo atti chiari e comprensibili. In questo senso occorre intervenire con provvedimenti coraggiosi eliminando alcune sacche di privilegio. A partire dall’erogazione di “pensioni d’oro” non più giustificate, allineandole a livelli accettabili dando un preciso segnale in un’ottica di equilibrio intergenerazionale.

4) L’adozione di un piano di sviluppo basato sulle leve della nostra sovranità con ricadute immediate nel breve – medio periodo

Nell’ultima seduta il Consiglio Grande e Generale ha svolto un articolato dibattito sul riferimento del Governo sulle proposte del tavolo di sviluppo di cui all’articolo 43 della Legge n.150/2012, presentazione del progetto strategico pluriennale, prendendo atto del documento presentato dal Congresso di Stato in coerenza con gli orientamenti espressi. Il testo, redatto in base ai contributi espressi dalle forze politiche, sociali e categorie economiche, ha rappresentato un elemento di discussione a fronte delle gravi condizioni in cui versa il Paese. La necessità di definire celermente soluzioni concrete per uscire dall’attuale stato di crisi, è un elemento da tenere in forte considerazione per definire scenari di sviluppo condivisi, sui quali disegnare le basi per un nuovo modello paese – in campo economico. Peccato che la proposta presentata, in fretta e furia, dal Governo – all’indomani del dibattito consigliare – sia incompleta e non tenga conto delle nostre proposte. Se, sul “Pacchetto Competitività” e sulla liberalizzazione del commercio vi sono parziali passi avanti, gran parte delle nostre proposte sono rimaste al momento inascoltate.

Non si parla dell’introduzione dell’Imposta Valore Aggiunto. Noi siamo, invece, per introdurre il sistema I.V.A. con specifiche aliquote per settori di nicchia a elevato valore aggiunto per l’economia e le professionalità presenti in territorio. Ci sono poche idee sul rilancio del Turismo. Quando oggi occorre organizzare linee d’indirizzo generali, pluriennali, introducendo il concetto di pianificazione, riqualificare il settore dell’ospitalità, con procedure trasparenti in caso d’investimenti esteri o progetti di notevole impatto ambientale. Non si pone attenzione al tema Banche e finanza. Fissando precisi punti per potenziare le infrastrutture tecnologiche interne, sviluppare nuovi scenari di sviluppo del sistema (assicurazioni – finanza etica -fondi comuni – borsa energetica). Grande assente poi la riforma del mercato del lavoro. Quando occorre, invece, definire di un piano generale per il lavoro che favorisca l’incontro tra domanda e offerta attraverso un sistema di collocamento dinamico, che introduca incentivi fiscali e sgravi contributivi per l’impresa che assume personale sammarinese o residente; che defiscalizzi gli straordinari; che introduca appositi incentivi per la prima occupazione che comprendono la formazione e alleggerimenti contributivi; che preveda un graduale allineamento delle condizioni contrattuali tra pubblico e privato. La proposta di cessione dei frustoli di proprietà dell’Ecc. ma Camera, attraverso un piano per la dismissione al fine di reperire risorse per la costituzione di un fondo a sostegno delle nuove imprese, non è stato minimamente considerata. Nei confronti del settore edile – immobiliare siamo fermi. Mentre occorrono defiscalizzazioni e incentivi sulle ristrutturazioni dell’esistente in base ai criteri antisismici, all’efficienza energetica e alla riqualificazione architettonica. Il punto relativo agli Appalti pubblici e forniture resta un punto in sospeso. Mentre diventa sempre più urgente il riformare la normativa in linea con le indicazioni degli organismi internazionali e ispirata ai criteri di economicità e trasparenza. Tale disciplina dovrà prevedere specifiche condizioni di favore per gli operatori economici sammarinesi. Silenzio sui Giochi della sorte. Mentre noi – da tempo – chiediamo sia predisposto un progetto per individuare nuove sedi di prestigio collocate in diversi punti del territorio, allargare l’attività anche a settori del divertimento e dell’intrattenimento non strettamente legati ai giochi della sorte, regolamentare il gioco on-line, rivedere la composizione societaria della Giochi del Titano S.p.A. portando il capitale sociale al 100% di proprietà dello Stato. C’è, nella relazione del Governo, qualche accenno sui servizi pubblici. Tema su cui si fa sempre più urgente la necessità di predisporre un piano per esternalizzare rami di attività non strategici attraverso la costituzione di cooperative, valorizzando nel contempo le proprietà e le partecipazioni pubbliche. Si parla pochissimo di energia – ambiente. Quando occorrerebbe realizzare un piano per conseguire autonomia energetica, passando anche dalla gestione interna dei rifiuti attraverso il ricorso alle più avanzate tecnologie, attuare un progetto per realizzare un bacino imbrifero. Ultimo, ma non importanza, il tema Comunicazione. Manca all’appello un progetto che coinvolga gli attori istituzionali, categorie economiche per rilanciare l’immagine del Paese. Le nostre, come potrete vedere, non sono posizioni pretestuose ma concrete. Possono essere condivisibili o meno. Ma toccano il cuore dei problemi. La proposta di legge, avanzata dal governo, ci pare – al momento – in ritardo e segnata dal fiato corto.

Sull’ Istituto Finanziario Pubblico.

Il Governo ha presentato, in prima lettura, il progetto di legge per l’istituzione dell’Istituto Finanziario Pubblico (IFP). Su tale argomento come Unione per la Repubblica abbiamo tenuto un atteggiamento non ideologico. Questo non significa, come invece qualche buontempone va dicendo nelle ultime settimane in incontri pubblici, che il nostro sostegno sia già acquisito dalla maggioranza. Per noi il progetto necessità di radicali correzioni. L’articolato di legge contiene troppe similitudini rispetto allo statuto di Banca Centrale. Non solo, in alcuni casi, vengono delineate le medesime funzioni. Oltre a evitare inutili ed ingiustificate competizioni evitiamo, soprattutto, la creazione di costosi doppioni. Non ce lo possiamo più permettere. Fondamentale, inoltre, una maggiore trasparenza nelle procedure interne unite ad un costante collegamento con il Consiglio Grande e Generale. Istituzione a cui l’IFP dovrà rispondere direttamente, senza alcun minimo filtro, da parte del Governo. Altro aspetto delicatissimo la scelta di attribuire la valutazione sugli immobili pubblici all’IFP. Il valore iniziale da affidare in gestione è di 50 milioni. Una cifra assolutamente notevole su cui devono essere fatte delle serie riflessioni sia per come si andrà a procedere che per l’impatto che tale operazione avrà sugli enti pubblici già operanti (AASS, AASPL, AASFN, Centrale del Latte, Ente Poste San Marino, San Marino RTV e Banca Centrale). Per quanto riguarda poi i Costi e il personale rabbrividiamo al solo pensiero che possa essere creato l’ennesimo carrozzone pubblico. Sarebbe stato logico attendere il termine del lavoro del Comitato di Revisione della spesa prima di presentare un progetto del genere per non aumentare le voci generali di costo a carico dello Stato. Ci batteremo, infine, affinché nello statuto sia presente il vincolo della residenza per i componenti degli organi istituzionali/dipendenti dell’IFP. Il Governo non può procedere a colpi di maggioranza. Si parla di beni dello Stato. Di fronte a questo argomento – vedi il referendum del 2011 – sappiamo che tipo di sensibilità vi sia nella nostra comunità. Se queste condizioni non dovessero trovare accoglimento il nostro voto sarà contrario.

Occorre un Programma di Rilancio Economico della Repubblica di San Marino

Il contesto globale nel quale è maturata la grave crisi economico-finanziaria che da oltre un anno investe la Repubblica di San Marino pone per quest’ultima un’esigenza di adattamento radicale del proprio modello economico, affinché essa trovi nuovi spazi per garantire prosperità e sviluppo sostenibile alle sue generazioni future. Alla Repubblica si è imposto d’intraprendere un imponente sforzo volto ad adeguare il funzionamento delle proprie istituzioni agli standard e alle migliori pratiche internazionali. Tuttavia, questo processo di adeguamento di per sé non basterà ad assicurare all’economia sammarinese il riavvio di quella rapida crescita che ne ha caratterizzato il recente passato. Anzi, quanto più l’adeguamento agli standard sarà compiuto, tanto più risulteranno azzerati molti dei vantaggi comparati che il modello economico tradizionale della Repubblica ha reso possibile e che sono stati all’origine della crescita passata. Parte di tale crescita, peraltro, è anche derivata da attività opache e non etiche; attività che hanno, sì, portato “denaro facile” al Paese, ma che, oltre a comprometterne l’immagine nella comunità internazionale, hanno anche mortificato la capacità creativa della società, rendendola impreparata al mondo di oggi. Compiuto l’adeguamento agli standard, l’eventuale mancata adozione di un nuovo modello di sviluppo rischierà di generare regresso economico e impoverimento sociale.

Come può San Marino creare fonti di ricchezza sane e sostenibili, e acquisire competitività internazionale?

Per la società sammarinese si tratta di accettare una sfida storica: la più antica repubblica del mondo dovrà saper rigenerare se stessa in questo primo scorcio di nuovo millennio, attraverso uno sforzo collettivo e unitario, e cogliere l’occasione posta dall’attuale difficile crisi per andare oltre gli standard che le sono stati imposti e dimostrare un’autonoma volontà di acquisire capacità produttive d’eccellenza. Per far ciò dovrà saper attrarre dal mondo esterno forze creative e metterne a frutto il contributo per diventare un attore – sia pur piccolo – dell’economia globale. Cruciale sarà, a tal fine, non soltanto individuare i necessari interventi di policy, ma anche il riuscire a dare grande visibilità agli interventi intrapresi attraverso un’efficace politica di comunicazione delle scelte operate. Entrambi tali ingredienti sono parte integrante del programma di rilancio economico sammarinese che qui di seguito si traccia per linee generali.

Conti in ordine e istituzioni moderne

La Repubblica dovrà avviare con urgenza un dialogo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e con esso concordare un programma di aggiustamento strutturale, volto non soltanto a rafforzare la cornice di politica macroeconomica del Paese, ma anche a completare il processo d’adeguamento istituzionale agli standard finanziari internazionali, secondo le indicazioni espresse dal FMI nei suoi recentissimi rapporti valutativi sull’economia sammarinese. L’intervento del FMI potrà prevedere un finanziamento alla Repubblica o potrà limitarsi al monitoraggio di un programma concordato, ma ciò sarà oggetto di valutazione congiunta tra Autorità nazionali ed FMI. L’intervento del Fondo, oltre a essere necessario per individuare i contenuti di un programma di riforme credibile, sarà fondamentale per garantirne l’attuazione e rappresenterà per la comunità internazionale un segnale altamente visibile da parte sammarinese circa le proprie intenzioni di rilanciare l’economia del Paese su basi nuove. Si dovrà costituire una “cabina di regia per la verifica del programma” che riunisca Governo e Consiglio Grande e Generale e sarà responsabile della verifica dell’attuazione del programma.

La creazione di Un Fiscal Council (o autorità per i conti pubblici) per San Marino

Cioè un’agenzia indipendente con lo scopo di:

1) Formulare previsioni macroeconomiche per il PIL nazionale e sugli andamenti delle grandezze di bilancio;

2) Analizzare le politiche di bilancio (quantificazione delle misure di bilancio proposte, verifica andamento conti pubblici, analisi di sostenibilità della finanza pubblica nel medio lungo-periodo ecc);

3) Fornire analisi di natura normativa sulla finanza pubblica.

Saper “fare impresa” nel mondo

La competitività globale di una nazione dipende fondamentalmente dalla sua capacità di “fare impresa”, creando condizioni ambientali che attraggano attività economiche e investimenti. Dovrà per esempio aderire all’indagine Doing Business della Banca Mondiale, che oggi comprende la maggior parte dei paesi del globo, verificare la propria posizione competitiva internazionale e adottare le riforme necessarie per accrescerne il livello. Gli indicatori adottati dall’indagine Doing Business (che riguardano il mercato del lavoro, la normativa rilevante per le imprese, il mercato del credito, i meccanismi di pagamento delle tasse, gli ostacoli al commercio estero e il rispetto dei contratti) suggeriranno gli interventi strutturali da operare al fine di migliorare la posizione relativa di San Marino nella classifica mondiale. La Repubblica dovrà poi porsi l’obiettivo ambizioso di raggiungere in pochi anni una posizione al vertice della classifica: la grande visibilità internazionale del Doing Business e la sua elevata diffusione fra gli investitori internazionali potrà esercitare una forte attrattiva per iniziative imprenditoriali da impiantare a San Marino. L’obiettivo di accrescere la competitività nazionale renderà ineludibili gli interventi di ammodernamento delle infrastrutture, tra i quali, in primo luogo, la copertura wi-fi del territorio e la realizzazione di una rete di telecomunicazioni autonoma.

Una finanza internazionalizzata, sana ed efficiente

Il sistema bancario e finanziario sammarinese dovrà riprendere il percorso di collaborazione fra settore pubblico (Banca Centrale, Segreterie di Stato rilevanti per il processo) e settore privato (banche e società finanziarie), opportunamente sostenuto da esperti esterni, per la messa a punto congiunta di specifiche proposte di riforma del sistema che ne aumentino l’efficienza e la stabilità. Tra le aree prioritarie d’intervento strategico rientrano la fiscalità, la capacità di attrarre elevate professionalità, l’internazionalizzazione dei prodotti finanziari, la realizzazione di piattaforme tecnologiche autonome (ad esempio, per i pagamenti), la formazione di risorse umane, la creazione di istituti di protezione sistemica. Per accrescere l’efficienza e l’efficacia del processo di collaborazione pubblico-privato, il programma Convergence – Special Project Initiative della Banca Mondiale potrà essere preso a riferimento. Dovrà rivedersi l’assetto dell’attuale mercato bancario e finanziario, individuando interventi di consolidamento, che contemplino anche l’ingresso di operatori stranieri ad alta reputazione internazionale e che mirino a internazionalizzare lo spazio operativo del sistema finanziario sammarinese. Dovrà favorirsi l’insediamento e l’espansione di attività operanti nel campo della finanza etica e partecipativa.

Rafforzare la cooperazione con l’Unione Europea

Urge avviare un dibattito nazionale sull’opportunità o meno per San Marino di richiedere l’adesione all’Unione Europea, stante soprattutto la circostanza sempre più evidente delle crescenti imposizioni da parte UE di condizioni di adeguamento a regole e standard europei a fronte dei mancati diritti e vantaggi derivanti dal non essere membro dell’Unione. I recenti pronunciamenti della Commissione Europea sulla posizione dei micro-stati europei costituiscono importanti spunti di riflessione anche in vista dell’ormai prossimo Referendum che si dovrà a breve celebrare. La Repubblica dovrà mirare in ogni caso a rafforzare la collaborazione con l’Unione, in particolare con l’Eurosistema per i benefici che da ciò deriverà per il processo d’internazionalizzazione della nostra economia.

La Repubblica e il mercato internazionale dei capitali

San Marino ha una tradizione di sana e prudente politica di bilancio, che andrà preservata. Ciò non è in contraddizione con l’idea che la Repubblica pianifichi una presenza sul mercato internazionale dei capitali che la renda maggiormente conosciuta e visibile e che crei quei canali e quei contatti con la finanza internazionale che soltanto una presenza assidua rende possibili e che risultano oltremodo utili soprattutto nelle contingenze economiche difficili. In tale ambito, la Repubblica dovrà anche considerare operazioni di finanza di progetto legate a specifiche iniziative infrastrutturali opportunamente scelte fra quelle maggiormente utili per la crescita e lo sviluppo del Paese. La realizzazione di tali iniziative in collaborazione con importanti soggetti internazionali darà visibilità alla Repubblica e le permetterà d’importare dall’estero importanti conoscenze ed esperienze. Una forte credibilità fiscale, una Banca Centrale autonoma ed efficace e un apparato statale efficiente saranno elementi indispensabili per garantire alla Repubblica di accedere ai mercati internazionali a condizioni convenienti e fare uso adeguato delle risorse che i mercati renderanno disponibili.

Una macchina statale efficiente

San Marino si trova in misura crescente a dover affrontare tematiche di natura internazionale e globale che richiedono una macchina statale consapevole, competente e attrezzata per saper maturare adeguate scelte di policy: il problema non è se lo stato debba intervenire, ma come e con quali strumenti. Ciò è senz’altro vero in materia di economia e finanza, laddove la ricerca di una maggiore competitività nazionale e l’esigenza di un’accresciuta capacità di prevenzione e gestione di rischi complessi richiedono conoscenza, esperienza e organizzazione anche per uno stato di piccola dimensione. Una riforma della macchina statale e dell’apparato amministrativo sammarinese, in particolare nell’ambito di alcune istituzioni d’importanza centrale per l’economia e la finanza del paese attraverso il supporto di un advisor d’indiscussa reputazione internazionale è un passo necessario. In particolare, sarà importante dotare il Dipartimento Affari Esteri di competenze in campo economico, per potenziare la funzione di diplomazia economica da svolgere insieme ad altri organi di governo e alla Banca Centrale, e rafforzare le strutture pubbliche responsabili per l’elaborazione dei dati economici nazionali. Dovranno infine essere avviati processi d’informatizzazione della pubblica amministrazione e di fornitura in via telematica di servizi pubblici alle imprese.

Una Banca Centrale autonoma, efficace e responsabile

Il processo di costituzione di una Banca Centrale autonoma, efficace e responsabile, avviato nel 2005, dovrà essere portato a compimento. In particolare, dovrà essere riformata la struttura di governance della Banca Centrale della Repubblica di San Marino e dovranno essere previsti canali di riferimento diretti fra la BCSM e il Consiglio Grande e Generale. Va stimolata la Fondazione Banca Centrale della Repubblica di San Marino per la realizzazione dei suoi impegni statutari, in particolare quale serbatoio di risorse umane giovani, specializzate nel campo della finanza, da immettere prioritariamente presso la BCSM e il sistema finanziario locale. La Fondazione potrebbe anche proporsi di agire da centro internazionale per la promozione di studi delle problematiche economiche che interessano gli stati di piccola dimensione, dando in tal modo a San Marino un’importante occasione di visibilità internazionale in una materia su cui la Repubblica può acquisire grande autorevolezza.

Per un programma di riforma che contempli gli elementi sopra richiamati, deve coagularsi un impegno unitario, formale e sostanziale, da parte delle forze politiche sammarinesi che intendono cooperare non soltanto per superare l’attuale fase di crisi, ma anche nell’intento di fondare un nuovo modello di sviluppo economico del Paese. Un programma di riforme si giustificherà soltanto se sostenuto da un consenso politico ampio e che vada oltre gli schemi di maggioranza e opposizione. Un programma di riforme che dovranno essere comunicate e rese ben visibili agli interlocutori internazionali, tra cui, in primo luogo, il Governo italiano e la Banca d’Italia, ma anche alle istituzioni sovranazionali che seguono più da vicino le vicende sammarinesi (FMI e Commissione Europea).

Un nuovo Patto sociale

Noi ci battiamo per un nuovo patto sociale. L’economia del paese ha bisogno di più collaborazione tra tutte le forze che rappresentano e organizzano interessi. Ma un nuovo patto ha bisogno di una sua etica, ha bisogno di una radice morale. Occorre un’etica per affrontare le difficoltà e occorre un’etica per tornare a crescere. Il governo ha il dovere di essere severo custode delle poche risorse pubbliche. Le forze sociali devono anch’esse cercare di corrispondere alla difficoltà del momento, mettendo in gioco almeno una parte delle loro convenienze. Gli imprenditori non possono restare aggrappati alla fune, comoda ma non più così robusta, di uno Stato generoso. Se al tavolo della concertazione ogni parte pensa di trarre vantaggio da uno scambio alla vecchia maniera rischiamo di produrre una sorta di democrazia corporativa, nella quale le parti provvedono solo a sé e coltivano il proprio orticello. Questo lo diciamo anche alle forze sociali e alle categorie economiche. Così si finisce per perdere ogni traccia di interesse generale. E la predica rivolta agli altri diventa un’immeritata assoluzione dalle proprie responsabilità. Non stiamo proponendo al paese di vestire il saio del penitente. Ma certo, non ci si addice più il vestito della festa. I prossimi anni saranno inevitabilmente in salita, lealtà e verità impongono di dirlo. Ai piedi di questa salita, la politica deve ritrovare un linguaggio di realtà, girando alla larga da parole compiacenti, edulcorate e demagogiche. E deve ritrovare il gusto di scegliere secondo quello che è giusto, e non secondo quello che è comodo. Un paese in difficoltà deve sapersi unire, riconoscersi come uno e uno solo. La mia non è una polemica, perché le difficoltà che sta attraversando il Paese hanno la priorità su tutto, beghe politiche incluse. Se però si vuole un coinvolgimento diverso, diversa deve essere la dialettica tra le parti. Il Consiglio Grande e Generale non deve essere considerato alla stregua di un impiccio; la nostra Assemblea legislativa non è un qualcosa che può essere tollerato se non disturba il manovratore. Chi vince guida il Paese, lo rappresenta e non ne diviene il proprietario. Chi vince deve rispettare anche gli altri perché anche noi, che siamo forze di opposizione, rappresentiamo i sammarinesi esattamente come li rappresentano i partiti della coalizione Bene Comune. Perché chi guida ha un supplemento di responsabilità e deve farsi carico anche di chi non condivide. Il confronto tra maggioranza e opposizione è un elemento imprescindibile in ogni democrazia, specialmente quando sono ballo interessi generali in momenti di assoluta difficoltà.

Per San Marino è vitale evitare uscire dalla black list. Ciò è ovvio e scontato.

La firma con Roma è sicuramente un punto di partenza imprescindibile per la Repubblica di San Marino. Un risultato che è anche frutto dell’impegno dell’intero Consiglio Grande e Generale il quale, nel corso della scorsa legislatura, senza incertezze e con poche divisioni ha percorso in maniera convinta la strada della trasparenza e della collaborazione internazionale. Raggiunto l’obiettivo della firma, però, l’uscita dalla black list deve essere un traguardo ravvicinato per dare fiducia al nostro sistema economico e riavviare quel necessario recupero di credibilità del nostro Paese rispetto all’esterno. In questo senso l’UPR sollecita il Governo a mettere in campo ogni possibile azione tesa al raggiungimento di questo risultato, che oggi ha una rilevanza vitale. Non c’è alcun dubbio, infatti, che gli effetti delle intese avranno un impatto determinante sia sulla nostra economia sia sul nostro tessuto sociale. Alla Repubblica è stato imposto, nell’ultimo quadriennio, uno sforzo imponente con la finalità di adeguare il funzionamento delle sue istituzioni agli standard internazionali. Uno sforzo al quale il Consiglio Grande e Generale nel suo insieme non si è sottratto, impegnandosi in scelte di profonda rottura con il passato. Il punto strettamente politico oggi è solo e soltanto uno: compiuto l’adeguamento agli standard, l’eventuale mancata adozione di un nuovo modello di sviluppo rischierà di generare recessione economica e impoverimento sociale. Tanto più se – com’è evidente – mancano alla politica del Governo proposte di sviluppo certe ed efficaci. La raccolta bancaria si è, di fatto, dissolta e – dalla fine del 2008 a oggi – sono spariti oltre 7 miliardi di euro. Si tratta di una vera e propria emorragia di capitali, che non si fermerà soprattutto per la mancanza di interventi strutturali. Nel settembre 2009 l’amico Onorevole Bruno Tabacci, ospite ad un nostro convegno economico, ci ammoniva sulla necessità di ripensare – partendo dai fondamentali – il nostro modello di sviluppo. Un invito assolutamente attuale. Il tempo stringe. La nostra proposta, reiterata più volte nel corso della precedente legislatura di un Governo di emergenza, aveva dietro di se consapevolezza e affondava le sue radici in questo contesto. Ancora attuale.

La lotta alla Criminalità organizzata

Il passaggio storico che sta vivendo il nostro Stato è tra i più complicati dal dopoguerra. Sono saltati i “capisaldi” su cui si è costruito un sistema economico e purtroppo, all’orizzonte, non si affacciano nuovi modelli di sviluppo. Occorre un nuovo modello economico che passi anche attraverso la certezza delle regole. Nei giorni scorsi e’ stata pubblicata la relazione della Divisione Investigativa Antimafia (DIA) relativa al primo semestre 2012. Nella relazione emerge che sono 14 i soggetti sammarinesi segnalati all’antimafia per sospetti di riciclaggio di denaro della criminalità mossi in prima battuta dall’UIF di Bankitalia. Si tratta di segnalazioni su cui poi sarà compito della direzione investigativa verificarne il collegamento con gli affari della malavita organizzata. Di fronte a questo dato, che riteniamo non debba essere tralasciato in alcun modo, occorre che le istituzioni si interroghino ulteriormente su quanto occorre ancora fare per affrontare un percorso irreversibile verso l’allineamento agli standard internazionali in materia di lotta alla criminalità organizzata. Ce lo chiede anche la cittadinanza che, tramite iniziative spontanee, ha mostrato attenzione e sensibilità rispetto a questo tema. In questo senso non possiamo che apprezzare la posizione del Segretario di Stato alla Giustizia Giancarlo Venturini, espressa nel corso della recente Commissione Affari di Giustizia, su questo argomento sia dal punto di vista del metodo di lavoro che dei contenuti. Per questo l’Unione Per la Repubblica si adopererà’ – nelle sedi istituzionali – per sostenere tutti quei provvedimenti, più volte sollecitati anche dal vertice della nostra Magistratura, che possano essere di ulteriore ausilio al Tribunale ed alle Forze dell’Ordine per svolgere, con ancor più efficacia, le proprie funzioni nell’ottica di tutelare il sistema paese e la sua salute. La dialettica politica, se corretta e seria, può raggiungere punte di confronto anche aspro ma – in alcuni momenti – deve tenere conto di un necessario realismo. L’Unione Per la Repubblica (UPR) ha riconosciuto l’importanza della sottoscrizione dell’accordo – siglato a Roma un anno fa – in materia di collaborazione fra le forze di Polizia. Un accordo che rappresenta una tappa importante nel cammino verso la trasparenza intrapreso dalla Repubblica di San Marino. Sottolineare questo aspetto, per l’UPR, e’ un atto doveroso poiché’ e’ in gioco l’interesse nazionale. Una forza di opposizione ha, infatti, il dovere di controllare l’attività del Governo, di criticarlo ma anche di riconoscere la positività’ del suo operato. E questo passaggio e’ stato, senza dubbio, positivo. Questa mattina avremo l’onore di poter sentire un intervento dell’Onorevole Vincenzo Scotti. Nel ruolo di Ministro degli Interni, nel biennio 90 – 92, promulgò le leggi più importanti che hanno permesso alle forze dell’ordine ed ai magistrati di agire contro l’organizzazione mafiosa.

I Rapporti con i Partiti

Con gli amici del Partito Socialista il rapporto è visibilmente ottimo. Il Partito Socialista ha condiviso con noi l’esperienza della coalizione Intesa per il Paese nell’ambito dell’ultima tornata elettorale. Ci troviamo pienamente in linea con l’esito della recente Assise Congressuale del PS. Nel rispetto dell’autonomia delle rispettive organizzazioni, è necessario che il rapporto con il PS prosegua e si consolidi in termini di prospettiva politica. Lunedì scorso, in un incontro, PS ed UPR hanno ribadito la positività del rapporto di collaborazione che in questi primi mesi di legislatura ha fatto emergere significative convergenze sul piano politico e programmatico. Da entrambi le parti è stata poi manifestata l’intenzione di consolidare ulteriormente tale rapporto. In quest’ottica si ricercherà un coordinamento, ancor più efficace, tra le rispettive rappresentanze consiliari in vista dei prossimi appuntamenti istituzionali. Civico 10 e RETE sono entrate, per la prima volta, in Consiglio Grande e Generale interpretando gli umori di una parte della cittadinanza. Con Sinistra Unita idealmente e culturalmente sono più le cose che ci dividono da quelle che ci uniscono ma a loro riconosciamo una coerenza e un’onestà intellettuale che li ha contraddistinti tanto in posizione di governo quanto di opposizione. Noi Sammarinesi. La ex-lista civica apparentatasi con la DC rappresenta un interlocutore con cui intendiamo confrontarci, con l’auspicio che si possa stabilire un rapporto all’insegna del reciproco rispetto. Alleanza Popolare. Con AP ci sono stati momenti in cui si sono realizzati sia convergenze che iniziative comuni. Come è ovvio e normale ci sono state anche occasioni nelle quali non abbiamo condiviso le stesse posizioni. Non mancheranno certamente occasioni di confronto. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici. Pur da momentanee collocazioni opposte il dialogo con il PSD c’è stato. Addirittura nel settembre scorso vi fu il tentativo comune, poi fallito, di realizzare un progetto di larga intesa per affrontare la tornata elettorale. Al PSD abbiamo riconosciuto una capacità di confronto. Lo si è visto, anche in questi giorni, sull’iniziativa portata avanti dal Segretario per le Finanze per la nomina del Presidente della fondazione CARISP – SUMS. Il Partito Democratico Cristiano Sammarinese. Riteniamo debba chiudersi una fase, durata troppo tempo, all’insegna dello scontro. Dal voto ad oggi il rapporto con il PDCS si è incanalato verso una seria normalizzazione dei rapporti. L’UPR continuerà a muoversi in questa direzione. Desidero sottolineare, in questa sede, come anche la stessa dirigenza DC abbia fatto passi in questo senso. Ci sono valori comuni, a partire dei temi etici, che possono avvicinarci e non dividerci. Su cui si potrebbero ricercare anche momenti di approfondimento ed auspicabili convergenze. Così come il confronto sulle questioni di interesse nazionale, a partire dai temi economici e dalle riforme, vedrà il nostro Movimento aperto ed attento.

Il superamento della frammentazione e riaprire il “cantiere” dell’area popolare e liberale.

L’UPR è un Movimento che si rifà all’esperienza cattolico -liberale, democratica e riformista. E’ un Movimento centrista e moderato. Non per la gentilezza d’animo dei suoi dirigenti, che non debbono certo essere i custodi del bon ton politico e istituzionale, ma per la sua cultura, la sua visione, la sua idea temperata della politica. E’ un Movimento che risponde alle difficoltà di questa stagione non chiudendosi a riccio nel covo delle paure e degli interessi nazionali di più corto respiro. Non vogliamo però lasciare le cose così come stanno. Da soli, è ovvio, non andremo lontano. Ma la nostra scommessa è appunto di non rimanere soli. Vogliamo aprire la strada verso un cantiere popolare e liberale molto più ampio e importante di noi. Il nostro è un percorso che avrà senso, seguito e fortuna se troverà una compagnia più larga. Personalmente condivido la proposta di avviare un processo di aggregazione per rendere più forte l’area popolare, come ritengo indispensabile, e l’ho più volte sostenuto, superare la frammentazione eccessiva che continua a pesare negativamente sulla nostra vita politica. Si tratta di un percorso niente affatto semplice, lungo ed estremamente complesso, che potrà avvenire non solo sulla base di reali convergenze programmatiche, ma anche dell’effettiva verifica di affidabilità, onestà ed autonomia delle organizzazioni politiche e delle persone che le compongono. Un ragionamento che è nostro interesse comunque coltivare con calma, nel rispetto dei ruoli, senza dare adito a chi potrebbe interpretarla come un’operazione di potere.

La nostra priorità: una classe dirigente sammarinese

Noi siamo un Movimento che crede nel suo popolo. Che crede specialmente nelle giovani generazioni. In ragione di ciò, in occasione della legge di Bilancio, avevamo avanzato la proposta circa la realizzazione di un fondo destinato a costruire una nuova classe dirigente sammarinese. Riteniamo che la politica debba scegliere di investire – con maggiore convinzione – nella formazione dei giovani sammarinesi, per dare all’intero Paese la possibilità, reale, di occupare un posto del mondo. Canali privilegiati: qualità e competitività, strumenti necessari per fronteggiare le sfide di un presente in continua evoluzione, di un futuro con il quale si può fare i conti solo se si hanno gli strumenti. Mesi fa avevamo espresso il nostro favore, ed eravamo gli unici, verso la nomina di un cittadino sammarinese alla presidenza di Banca Centrale. Si trattava di una precisa posizione politica per porre un tema che oggi si pone in maniera dirompente nel nostro Stato: quello della formazione di una classe dirigente (intesa a tutto tondo) sammarinese. Senza essere fraintesi e considerati retorici e demagogici, rileviamo solo un fatto, tra l’altro inconfutabile: oggi gran parte dei punti i punti apicali di responsabilità sono in gran parte ricoperti da figure non sammarinesi. Figure di altissimo livello e professionalità, ci mancherebbe, alle quali va tributato massimo rispetto e ringraziamento. Ma dietro queste figure non sono create le condizioni per avviare un percorso di crescita di una classe dirigente sammarinese.

Avvicinare le istituzioni alla gente: il voto palese.

Nei mesi scorso i membri del Gruppo Consigliare dell’Unione Per la Repubblica (UPR) hanno depositato, presso la Segreteria Istituzionale, un progetto di legge avente ad oggetto la definizione di una migliore e corretta disciplina del voto palese all’interno dei lavori consiliari. La ragione di questa proposta nasce dal fatto che la società sammarinese ed alcuni settori della politica hanno avanzato, in questi ultimi anni, l’esigenza mettere un campo un percorso virtuoso capace di ridurre drasticamente il distacco tra i cittadini e le istituzioni. Auspichiamo di trovare consensi tra le forze politiche.

Rinnovare le nostre Istituzioni

La Carta dei Diritti e dei Principi dell’ordinamento sammarinese va rafforzata ed esaltata nel suo ruolo di Carta Costituzionale. Il Consiglio Grande e Generale quale organo prioritario dello Stato deve tornare ad essere composto da 60 membri ivi compresi i Segretari di Stato. Ribadendo l’alto ruolo dell’Eccellentissima Reggenza quale Capo dello Stato, Presidente del Consiglio Grande e Generale e coordinatore del Congresso di Stato, si intende valorizzarne il ruolo con l’istituzione di un apposito ufficio della Reggenza al fine di coadiuvarla meglio negli alti ruoli istituzionali e dando corso al disposto legislativo di rango istituzionale del 2005. Per quanto riguarda il congresso di Stato si propone l’istituzione di un ruolo di primus inter pares da attribuire semestralmente a rotazione a ogni componente, con il compito di coadiuvare l’Eccellentissima Reggenza nei lavori del Congresso di Stato. Occorre attuare una revisione della legge elettorale per ridurre l’eccessiva burocrazia legata all’organizzazione – svolgimento della consultazione elettorale. Parimenti si ritiene opportuno perseguire una più forte corrispondenza tra volontà popolare e composizione del Consiglio Grande e Generale e che tenga in maggior conto l’espressione della volontà e la dignità dei cittadini residenti all’estero. Rispetto alla normativa elettorale occorre introdurre l’obbligo preventivo per le coalizioni-liste di comunicare la composizione della squadra di governo.

Cari amici, care amiche

ci attendono impegni difficili, dovremo svolgere appieno il nostro ruolo di opposizione senza abbandonarci alla demagogia e camminare, sempre che ce ne siano le condizioni, sulla strada stretta dell’atteggiamento vigile di chi ha il dovere di controllare l’operato del governo e di una fattiva collaborazione che ci è richiesta dalle condizioni critiche nelle quali il Paese si trova. Le ricette miracolose li lasciamo ad altri noi vogliamo solo fornire un umile contributo molto disinteressato alla causa sammarinese. L’unica cosa che vogliamo guadagnare sul campo è una credibilità che in politica è divenuta merce rara, una credibilità che ci consenta di presentarci davanti agli elettori con la coscienza a posto l’unica arma che un movimento come il nostro può utilizzare per guadagnare un consenso in antitesi a chi da anni gestisce, legittimamente, il potere a San Marino. Pensiamo di avere ancora qualcosa da dare e da dire l’entusiasmo e la voglia di fare non ci manca. Crediamo fortemente in questa Repubblica e in questa comunità e vogliamo guardare il futuro attraverso la lente dell’ottimismo e della speranza che non può mai mancare a chi si cimenta nell’agone politico. Chiediamo ancora una volta a tutti voi il vostro impegno e la vostra partecipazione che sono il nostro vero tesoro e il vero motore della nostra stessa esistenza. Desidero, infine, ringraziare alcuni amici. Il Presidente, i membri del Gruppo consigliare, dell’ufficio di Presidenza, i candidati e Marilena la nostra instancabile segretaria. Grazie a voi l’UPR ha potuto fare i suoi primi passi e crescere.

Grazie.

 

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento