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San Marino, ANIS: la patrimoniale? Dividetela in due rate

da Redazione

Nuovo incontro con le parti sociali. Ma il testo è praticamente lo stesso. La novità: esenzione per i luoghi di culto. Era stata dimenticata…

 

di Loris Pironi

 

Ebbene sì, San Marino Fixing è costretto ad alzare bandiera bianca. Malgrado i nostri accorati appelli infatti, la patrimoniale si farà.

Non è stata ascoltata – evidentemente – la preoccupazione che Fixing nelle ultime settimane ha recepito dal mondo dell’impresa e ha poi rilanciato alla politica. Né sono state accolte le motivazioni che avrebbero dovuto stoppare il provvedimento in quanto non equo, e per di più pericoloso perché sbilanciato a sfavore di chi sta facendo “girare” l’economia malgrado tutta questa terribile crisi.

Entro la fine del mese il testo del decreto, riveduto e corretto, sarà dunque portato in Consiglio Grande e Generale per l’approvazione e il via libera definitivo.

Una seconda bozza del provvedimento ha girato, nei giorni scorsi, tra gli addetti ai lavori. Una bozza con ben poche modifiche rispetto al testo presentato alle parti sociali qualche settimana fa. Nulla che sia andato a modificare la struttura, l’impostazione di un’imposta che si pone come obiettivo quello di far entrare nelle casse dello Stato dieci milioni di euro.

Piccolo flashback. Secondo le proiezioni di Fixing, di questi 10 milioni, circa uno arrivava dai terreni (edificabili e non), poco meno di 3 dagli immobili ad uso abitativo, il resto dalle attività produttive (uffici, magazzini, capannoni, che siano utilizzati oppure no).

Questa settimana i vertici della Segreteria alle Finanze hanno incontrato le forze sociali. Sul tavolo, la già citata seconda bozza della patrimoniale. L’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese – che sin da subito, va detto, aveva manifestato perplessità sull’impianto – ha avanzato ulteriori proposte “tecniche”, ad affiancare le precedenti, e le considerazioni generali già rese note nel corso dei precedenti incontri. L’obiettivo degli Industriali: giungere ad una riparametrazione del provvedimento in un’ottica di maggiore equità e di minor impatto sul mondo dell’imprese, soprattutto sulle imprese in difficoltà. Entro la fine della settimana sarà approntata una ulteriore bozza della patrimoniale, verosimilmente quella definitiva (qualche modifica in extremis è ipotizzabile, ma non modifiche sostanziali) perché il testo dovrà approvare in Consiglio il 28 aprile.

A quanto abbiamo potuto apprendere, gli industriali hanno caldeggiato l’ipotesi di dividere i pagamenti della patrimoniale in due tranche, e non solo per ridurre l’impatto del “salasso” (un’unica rata rischierebbe di essere troppo onerosa, soprattutto per alcune imprese). In questo modo, con la prima rata si avrebbe un’idea più precisa dell’entità del provvedimento, e con la seconda, a conguaglio, si andrebbe a raggiungere la quota prefissata senza correre il rischio di chiedere troppo o troppo poco ai contribuenti. Del resto questa soluzione è già stata utilizzata in Italia, per il pagamento dell’IMU.

Altri problemi e limiti tecnici del testo sono stati evidenziati al Segretario Felici, a partire dal tema del sostituto d’imposta ma non solo; problematiche che devono essere risolte per evitare distorsioni o peggio ancora.

Nei giorni scorsi inoltre ANIS aveva sottolineato che già oggi tante aziende sono in grave difficoltà a rispettare le scadenze dei pagamenti, con ovvie pericolose conseguenze anche a medio e lungo termine, ed aveva chiesto di riparametrare il provvedimento pensandolo in un’ottica più ampia, ovvero prevedendola in uno scenario che contempli anche i tagli previsti dalla spending review, la riforma tributaria, l’introduzione dell’Iva ed eventuali altri provvedimenti.

La Segreteria alle Finanze deciderà di accogliere le istanze e soprattutto i suggerimenti degli industriali? La volontà di procedere ad ulteriori simulazioni per vedere l’eventuale fattibilità delle proposte è stata espressa, così come – almeno a parole – è stata dichiarata l’intenzione di lasciarla una tantum, dunque senza repliche negli anni successivi.

A breve – entro il fine settimana, appunto – sapremo quanto e cosa è stato accolto di tutte queste istanze.


Luoghi di culto: esentati (in seconda battuta)

 

Il testo non è ancora definitivo, dunque Fixing lo illustrerà e lo spiegherà nei dettagli quando saremo arrivati alla “resa dei conti”. Poiché è stato chiesto a più voci di intervenire sulla bozza che ha fatto il giro di partiti, ordini professionali, associazioni di categoria e sindacali, per concludere ci soffermiamo su una sfumatura. In effetti qualche modifica c’è stata. Ad esempio, nella seconda bozza, ha fatto capolino – perché prima non era entrata nel testo, supponiamo per banale dimenticanza – l’esenzione dalla patrimoniale per i luoghi di culto. Forse a questo punto a qualche imprenditore potrebbe venire la voglia di trasformare il proprio magazzino in un santuario, una cappella o un qualche altarino…

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