Home FixingFixing ANIS dal Garante: saranno resi noti i numeri degli iscritti ai sindacati

ANIS dal Garante: saranno resi noti i numeri degli iscritti ai sindacati

da Redazione

Vi raccontiamo di una decisione del Garante per la privacy che dirimerà una questione complicata in merito al corretto esercizio dei diritti sindacali all’interno delle aziende. Via libera infatti, dopo il ricorso di ANIS, alla pubblicità dei dati (aggregati) degli iscritti alle organizzazioni sindacali.

di Loris Pironi


SAN MARINO – Ogni tanto San Marino Fixing torna a parlare della cosiddetta questione della rappresentatività. Chi rappresenta chi, nell’ambito delle associazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali?

Il tema lo tocchiamo, sia pure incidentalmente, ancora una volta. Raccontandovi di una decisione del Garante per la privacy che dovrà andare a dirimere una questione piuttosto complicata in merito al corretto esercizio dei diritti sindacali all’interno delle aziende.

Il punto di partenza è questo. A San Marino non si conoscono non solo i nominativi ma neanche il numero complessivo degli iscritti alle varie sigle sindacali. Questo è un problema oggettivo per gli imprenditori che sono chiamati a distribuire tra i rappresentanti delle varie sigle sindacali i diritti previsti dalla legge.

L’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese neanche un mese fa aveva interpellato il Garante per la tutela della riservatezza dei dati personali per chiedere di poter conoscere “l’idonea documentazione da cui evincere il numero di ogni organizzazione (sindacale), suddivisa per azienda”.

Questo appunto perché con la nascita dell’Unione Sammarinese dei Lavoratori (USL) – al quale il Giudice delle Appellazioni del Tribunale Unico ha riconosciuto personalità giuridica e conseguente piena operatività, è inevitabilmente stato modificato il quadro dei rapporti sindacali.

La questione in questo caso non riguarda le relazioni tra associazioni, è invece un problema pratico ed oggettivo con il quale sono le singole imprese a trovarsi impelagate. Come è possibile consentire un legittimo e corretto esercizio dei diritti sindacali alle tre sigle senza conoscere qual è il numero dei lavoratori rappresentati? Si tratta di una questione che riguarda, appunto, le assemblee, i permessi, le nomine dei delegati, ma anche le aspettative per cariche sindacali e aziendali. Tutto questo ha, insomma, un’incidenza sull’organizzazione sindacale.

La giurisprudenza sammarinese – fanno sapere dall’Associazione Industriali, proprio nel decreto relativo al riconoscimento del “terzo” sindacato (sentenza del Magistrato del Lavoro del 30/9/08, confermata in appello con sentenza del 9/4/09), afferma un principio di proporzionalità, non solo in riferimento alla ripartizione del finanziamento, ma anche “al godimento delle altre posizioni che la legge attribuisce alle organizzazioni sindacali registrate”. Di conseguenza si conviene che l’unico criterio oggettivo utilizzabile “non può che essere quello degli iscritti alle rispettive confederazioni”.

Il Garante, nella sua celere risposta (datata 27 marzo, protocollata il 2 aprile) dà ragione all’Associazione Industriali e autorizza “la fornitura dei dati relativi al numero degli iscritti alle varie organizzazioni sindacali sammarinesi registrate in forma numerica ed impersonale, ancorché documentata, suddivisi per azienda”.

Proprio questa settimana ANIS ha inviato una missiva alle tre sigle sindacali per invitare ad una collaborazione in tal senso che rendesse possibile appunto il legittimo e corretto esercizio dei diritti sindacali all’interno delle singole aziende. Una collaborazione che finora non aveva ottenuto alcun riscontro, ma che adesso di fronte alla espressa decisione del Garante probabilmente dovrà avere riscontro quanto prima.

 

ASSEMBLEE SINDACALI

Uno dei nodi principali con cui – in questo specifico ambito – chi fa impresa si sta trovando impastoiato riguarda la questione delle assemblee sindacali.

La legge 23/1981 relativa alle “Norme sulla tutela dell’attività sindacale” impone alle aziende di concedere cinque ore complessive annuali per lo svolgimento di assemblee alle organizzazioni sindacali riconosciute. E oggi queste organizzazioni sindacali sono tre. Ma l’articolo 15 del Contratto Nazionale di Lavoro del settore industria prevede: “Le aziende consentiranno alle organizzazioni sindacali firmatarie di effettuare riunioni all’interno dello stabilimento (…) Le assemblee suddette saranno retribuite fino a 10 ore l’anno.

Poiché ANIS ha firmato il contratto solo con CSdL e CDLS, e non con l’USL, il dubbio è lecito: le 5 ore in più previste dal contratto vanno ripartite solo tra CSdL e CDLS, mentre le altre vanno divise in proporzione tra tutte e tre le sigle (come suggerisce il buon senso)? O ci sono altre formule da prendere in esame?

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