Home NotizieSan Marino ANIS, rivedere il costo del lavoro. No alla patrimoniale

ANIS, rivedere il costo del lavoro. No alla patrimoniale

da Redazione

L’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese ancora una volta sottolinea il grave momento di difficoltà che sta attraversando l’intera economia.

” In particolare nelle imprese – afferma la nota –  si avverte ogni giorno l’esigenza di ridurre i costi, quelli di produzione in particolare. Dobbiamo salvaguardare le imprese ed i livelli occupazionali. Per fare questo occorrono strumenti giuridici straordinari che consentano di rivedere, in accordo con le organizzazioni sindacali, il costo del lavoro anche modificando le norme che attualmente regolano gli accordi di solidarietà.   Massima attenzione va posta agli ammortizzatori sociali che se da un lato andrebbero potenziati, dall’altro presentano un conto insostenibile. Occorre quindi ragionare su come razionalizzarne l’uso e come reperire altre risorse economiche. Da subito vanno individuate e messe quelle misure già delineate al tavolo strategico per lo sviluppo per rilanciare la competitività del sistema paese anche con interventi straordinari di liberalizzazione degli investimenti. Decisivo in tal senso è anche la moratoria sui mutui così come peraltro indica l’ultima legge di bilancio.ANIS esprime grande preoccupazione per l’impatto sul tessuto imprenditoriale e le conseguenze che la patrimoniale potrebbe avere sull’intera economia ed in particolare su quegli operatori già in gravissima difficoltà.Un provvedimento che non condividiamo, perché creerebbe altra recessione in quanto andrebbe ulteriormente ad incidere sui valori degli immobili che già hanno subito un forte deprezzamento con le conseguenze economiche a tutti ben note.  Anis è consapevole dell’esigenza di recuperare risorse per far funzionare la macchina pubblica. Però riteniamo che, prima ancora di ragionare su un provvedimento invasivo e “pericoloso”, occorre recuperare quei 10 milioni di euro in altri modi. Come? Innanzitutto con i risparmi ed eliminando vecchi interventi a pioggia. Cedendo seriamente i cosiddetti “frustoli” di proprietà dello Stato e non per ultimo riducendo da subito il costo dell’amministrazione pubblica”.

 

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