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San Marino, informazione e media. La carica dei 100 operatori

da Redazione

La legge sull’editoria va a riempire un “buco” normativo: oggi i lavoratori sono contrattualizzati nei servizi o nell’impresa.

 

di Alessandro Carli

 

La legge sull’editoria va a riempire un “buco” normativo che riguarda più o meno un centinaio di lavoratori del settore (tra giornalisti e operatori) che attualmente sono contrattualizzati nei servizi o nell’impresa.

Detta fuori dai denti, è un passaggio richiesto a più voci da tempo (anni fa l’allora segretario di Stato Ivan Foschi ci mise mano, ma poi il progetto si insabbiò e rimase a prendere polvere in un cassetto), e servirà per inquadrare un mestiere, quello legato all’informazione, pieno di insidie.

Vero è anche che, con ogni probabilità, il mondo dell’informazione sammarinese è abbastanza sovradimensionato.

Concordiamo con la pluralità di voci, sia ben chiaro, ma quattro quotidiani locali cartacei, (La Tribuna Sammarinese, San Marino Oggi, L’Informazione e Lo Sportivo), quattro italiani con una pagina o due sul Titano (Il Resto del Carlino, La Voce di Romagna, Il Nuovo Quotidiano e il Corriere di Romagna), un settimanale (San Marino Fixing), diversi periodici, qualche radio e la tv di Stato (San Marino RTV) in un paese (che è comunque una nazione) di 32 mila persone appaiono forse troppi. Nel conteggio ci sono anche i siti internet, che campano – non tutti, ma alcuni certamente sì – “rubando” le notizie dai cartacei.

Ben venga quindi il testo unico. La professione va salvaguardata, tutelata. Ma vanno tutelati anche i lettori, garantendo informazioni veritiere e non uscite dal bar. I contenuti sono importantissimi: chi scrive è al corrente delle reazioni che possono scatenare una notizia data. Giusto il controllo sulla proprietà e una forma uniforme di deontologia. Giusta la trasparenza dei bilanci: fare – nel senso più nobile del termine, il to make inglese – un giornale ha costi non indifferenti.

Insomma, se i denari non entrano attraverso i pochi finanziamenti pubblici o attraverso la pubblicità, è chiaro che arrivano in altre maniere.

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