Matteo Rossi (segreteria lavoro con delega all’informazione): “Press card, trasparenza dei bilanci e della proprietà”.
di Alessandro Carli
In prima lettura entro l’estate, in seconda lettura entro la fine del 2013. Sono questi i tempi previsti dalla Segreteria al lavoro con delega all’informazione per la nuova legge sull’editoria. In attesa della presentazione ufficiale, San Marino Fixing ha intervistato Matteo Rossi (nella foto), responsabile della comunicazione dello staff del segretario di Stato Iro Belluzzi. Rossi è stato incaricato di lavorare alla costruzione del progetto.
“L’obiettivo della segreteria – esordisce Matteo Rossi – è quello di creare un testo di legge unico che abbracci il mondo dell’informazione e dell’editoria”.
Nelle scorse settimane la segreteria ha avviato una serie di incontri con i media per tarare la normativa e capire le esigenze del settore. “La linea che intendiamo portare avanti – prosegue – si dirama in più direzioni. Al centro c’è comunque l’idea di creare la figura professionale del giornalista, che sul Titano manca”. Nessun ordine professionale o albo, sia chiaro: “Crediamo sia anacronistico. Verrà invece istituita una consulta dei giornalisti”. Poi uno guardo verso nord. “Una delle ultime leggi in materia di informazione è stata varata dall’Islanda. La media law è stata presentata ed è entrata a regime nel 2010. L’abbiamo studiata per capire i punti di forza”.
Press card
Le persone che intendono esercitare la professione a San Marino, dovranno essere in possesso di una press card, che darà accesso al lavoro e al riconoscimento contrattuale. “Oggi il contratto, sia quello industria che quello dei servizi, non rispecchiano l’operato e le mansioni del lavoratore dell’informazione”.
Per chi è già iscritto all’Ordine in Italia, nessun problema: ci sarà una sanatoria e automaticamente verrà in possesso del press card sammarinese. Idem per i sammarinesi che già sono impiegati nel creare notizie: il testo unico servirà per accompagnare e normare i futuri giornalisti. Chi vorrà diventare giornalista, fotoreporter o operatore televisivo, dovrà sostenere un esame di Stato davanti a una commissione, oppure fare un anno di praticantato presso una testata. La testata dovrà certificare il lavoro eseguito. Non ci sarà la distinzione tra giornalisti professionisti e giornalisti pubblicisti: visto l’esiguo numero di persone interessate, ci sarà una figura unica.
A fare da collante tra chi produce notizie e la segreteria di Stato, verrà istituito un organo di controllo. La Commissione di vigilanza verrà implementata e ospiterà non solo la parte ‘politica’, ma anche alcuni rappresentanti della consulta dei giornalisti. Una commissione quindi anche tecnica, al fine di tutelare tutte le forme di giornalismo, sia quella cartacea che quella online. “La press card – rimarca Rossi – permetterà ai giornalisti di avere accesso agli atti pubblici, alle sedute del Congresso di Stato e ad altre informazioni oggi difficilmente recuperabili”. La press card verrà riconosciuta anche in Italia. “Occorre intensificare le relazioni con il Belpaese. Noi riconosciamo i giornalisti italiani, e l’Italia dovrà riconoscere quelli del Titano. Un giornalista ha il diritto di svolgere il proprio lavoro”.
Tra le radici che si allungheranno nel terreno fertile del progetto, anche la previsione di un corso di laurea in new media, e l’ipotesi di una serie di Master”.
Orari di lavoro
Occuparsi di informazione significa avere orari di lavoro non allineati con altri impieghi. La notizia non dorme la notte, specie per i telegiornali e i quotidiani. “Gli orari verranno concordati. Avvieremo, in questo senso, un confronto con la politica e con i sindacati”.
Cartacei e online
Nel mare nostrum dell’informazione, oggi più che mai, è necessario trovare la quadra: se ieri l’informazione era solamente cartacea, televisiva e radiofonica, da qualche anno si sono sviluppate nuove ramificazioni. Internet (giornali online, Facebook, social media, eccetera) è l’autostrada dell’informazione. E scorre vicina – e spesso più veloce – della locomotiva cartacea. E anche San Marino deve fare i conti con le novità della Rete.
“Anche il Titano deve adeguarsi ai nuovi media – sottolinea Matteo Rossi -. L’argomento è abbastanza scivoloso: il web è difficile da regolamentare. Faccio un esempio pratico. Se apro un giornale e registro il dominio alle Barbados, sarà difficile bloccarlo. E’ necessario un cambiamento culturale. Crediamo sia importante presentare un codice etico, che dovrà essere rispettato”.
Finanziamenti pubblici
In Italia, per accedere ai contributi pubblici dedicati all’editoria, bisogna vendere il 30% delle copie distribuite. Facciamo un esempio concreto, anche per vicinanza al San Marino: il sito www.governo.it riporta che nel 2011 lo Stato italiano ha dato a La Voce di Romagna poco più di un milione e mezzo di euro.
A febbraio la nuova Commissione di vigilanza si è riunita. Sono state approvate le provvidenze per l’editoria riferite al 2011, si tratta di uno stanziamento di 40mila euro in totale, da ripartire tra le varie case editrici.
La legge prevede che le aziende sammarinesi che operano nel campo dell’informazione possano chiedere un contributo pari al 7% dell’ammontare delle spese di gestione. In un momento di forte recessione economica, le testate hanno serie difficoltà a far tornare i conti.
“I finanziamenti pubblici sono utili per la vita dei giornali, ma sono probabilmente demodé. Ciò non significa che lo Stato non possa pensare a qualche forma di supporto. L’idea su cui stiamo lavorando è quella di mettere in campo una serie di sgravi fiscali sulla pubblicità, gli introiti e la spedizione. Le testate e la case editrici che aderiranno al codice etico e deontologico avranno la possibilità di abbattere parte dei costi usufruendo di una serie di convenzioni con i negozi che forniscono la carta, oppure con chi fornisce la rete internet”.
Bilanci trasparenti
Nel testo di legge unico ampio spazio verrà dedicato anche alla trasparenza. “E’ vero – racconta Rossi -. L’azienda deve avere bilanci pubblici. Nel segno della trasparenza, dovranno essere ben chiari anche i nomi degli azionisti della società”.
Rapporti con l’USGI
I dialoghi tra la segreteria di Stato e l’USGI, l’Unione sammarinese giornalisti e fotoreporter, sono sempre ottimali. “L’Unione – conclude Rossi – è allineata alle proposte che stiamo portando avanti. Alcuni esponenti dell’USGI faranno parte della futura consulta”.