Rimborso tassa etnica, la proposta della Segreteria Finanze non piace alla Centrale Sindacale Unitaria. Per il sindacato si tratta di un’ipotesi troppo parziale e con forti contraddizioni. “La CSU si aspetta una proposta accettabile”.
SAN MARINO – Frontalieri, per la Centrale Sindacale Unitaria la via maestra è l’abolizione della tassa etnica (articolo 56) e il rimborso reale “delle somme ingiustamente sottratte ai frontalieri”.
È questo il presupposto da cui la CSU è partita nell’incontro di ieri con la Segreteria Finanze, sulla proposta di decreto delegato che istituisce, per i lavoratori non residenti, una forma di rimborso della parte di retribuzione mensile non percepita (9%) per effetto dell’articolo 56 della legge n. 194/2010 (Bilancio previsionale 2011).
La proposta della Segreteria di Stato, che fa seguito all’impegno contenuto all’articolo 34 della legge di bilancio previsionale 2013, per la CSU “è in primo luogo una implicita ammissione della discriminazione perpetrata con l’articolo 56, senza però voler procedere all’abolizione di questa misura discriminatoria che non ha precedenti in nessun paese che vuol dirsi evoluto. Nel merito, è troppo parziale e contiene alcune forti contraddizioni”.In particolare, evidenzia il sindacato, non viene superato il tetto dei trentamila euro per veder riconosciuto il rimborso. In tal senso non è stata accolta la richiesta della CSU di eliminare questa soglia che esclude molti frontalieri dal diritto al rimborso. In secondo luogo, senza addentrarsi nei dettagli tecnici, viene prevista una modalità di calcolo del rimborso legata al credito di imposta del fisco italiano, che rischia di avere effetto solamente su chi non ha maturato credito di imposta, ovvero un rimborso, da parte italiana. “ In sostanza, per chi non ha ricevuto il rimborso dall’Italia, in quanto ad esempio non ha passività deducibili, come figli a carico o il mutuo per la casa, è previsto un rimborso da parte dello stato sammarinese, che può arrivare fino a un massimo di 720 euro per l’anno fiscale. Chi, invece, avendo figli o pagando un mutuo per l’acquisto dell’abitazione, ha ricevuto un rimborso nella dichiarazione dei redditi italiana, rischia di non vedersi riconosciuto nulla. Pertanto, sono fortemente penalizzati i lavoratori che hanno famiglia e che comunque sostengono maggiori spese. Si tratta di una contraddizione inaccettabile, che va necessariamente corretta”.
Da parte sua la Segreteria di Stato ha dichiarato che valuterà, dopo la serie di incontri di oggi e le verifiche all’interno della maggioranza, se portare modifiche al progetto di decreto delegato.
”La CSU si aspetta una proposta quantomeno accettabile. Il Governo non sprechi questa occasione per recuperare i danni fatti dall’articolo 56 e per mettere fine a questa assurda discriminazione”.