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San Marino, concorso irregolare all’Università? In Commissione la lettera di un collaboratore

da Redazione

San Marino, ieri si è riunita la commissione Affari costituzionali. Che si è aperta con la lettera di un collaboratore dell’Università che ha segnalato una presunta irregolarità in un concorso. I provvedimenti relativi a 4 Istanze d’Arengo, illustrato il Pdl sulla mediazione familiare (approvata).

SAN MARINO – La seduta della commissione Affari costituzionali si è aperta con un breve riferimento del presidente Mario Lazzaro Venturini, Ap, in merito a una lettera giunta da un collaboratore dell’università su presunte irregolarità di un concorso. A seguire il segretario di Stato per la Pubblica istruzione, Giuseppe Maria Morganti, ha relazionato sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione di quattro istanze d’Arengo. E’ quindi toccato al titolare degli Affari interni, Gian Carlo Venturini, riferire in merito alla mozione di Rete sulla “corresponsione di una non meglio precisata gratifica per tutti i dirigenti della Pa”.

Si è infine passati all’esame in sede referente del progetto di legge, illustrato dal segretario di Stato Venturini, “La mediazione familiare”. La normativa, che introduce una nuova figura nell’ordinamento sammarinese, è stata approvata con 9 voti a favore e due astensioni. Designato il relatore unico, Anna Maria Muccioli, Pdcs. Tutti accolti gli emendamenti presentati da maggioranza e governo. Stessa sorte per un emendamento di Su all’articolo 6 e uno presentato da Rete all’articolo 9.

L’esame di un altro progetto di legge, “L’ordinamento del Notariato“, è invece stato rimandato alla prossima sessione della commissione.

 

Di seguito un riassunto dei lavori.

 

Comunicazioni

Mario Lazzaro Venturini, Ap, presidente, legge la lettera che Davide Forcellini, ingegnere collaboratore con l’Università di San Marino, ha inviato al segretario di Stato Giuseppe Maria Morganti e alla Commissione in cui si denuncia presunte irregolarità nel concorso di idoneità docenti per un contratto pluriennale al dipartimento di economia: “Abbiamo la fortuna di avere qui presente il segretario di Stato competente, che si è impegnato prima a verificare i fatti. C’è nella lettera infatti una denuncia su un concorso per irregolarità di gestione e procedure. Diamo tempo al segretario di verificare i fatti e ci rivediamo per parlarne nella prossima commissione”.

Rossano Fabbri, Ps: “Oltre la lettera, è stato portato avanti un ricorso giurisdizionale amministrativo in Tribunale, che sarebbe il luogo deputato a questo?”

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Non credo, la lettera non ne parla. Dovrei fare alcune raccomandazioni per i lavori di questa Commissione. Ci rifaremo al regolamento, se non sarà sufficiente, ci rifaremo a quello del Consiglio. Confido sull’aiuto dei consiglieri. Sulle votazioni, mi raccomando, al momento di votare, tutti i consiglieri siano alla loro postazione, eviteremo polemiche roventi. Mi raccomando che ciascun consigliere voti per sé e non per il vicino, che si è assentato un momento. Se c’è necessità di uscire due minuti per un caffè, basta farlo presente e sospenderemo i lavori un attimo. Se le votazioni hanno più voti del numero presente in Aula, le annullerò. Conto che ciò venga segnalato nel più breve tempo possibile”.

 

Istanze

Istanza d’Arengo n.9 affinché la festività del 28 luglio possa essere celebrata quale “Anniversario della Caduta del Fascismo e Festa della Libertà”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “Ho già sottoposto al congresso di Stato la bozza per un progetto di legge di modifica per cui il dispositivo dell’istanza sarà integralmente accolto. Verrà modificato l’articolo 1 della legge 152 del 1990 sul calendario delle festività. L’iter è stato avviato e il progetto di legge arriverà in una prossima seduta del Consiglio. Una vertenza più complessa riguarda in generale il calendario delle attività, ma lasciato che se ne occupino le parti sociali”.

Roberto Ciavatta, Rete: “In merito alla seconda parte dell’istanza sulla celebrazione istituzionale?”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione, replica: “Da due anni, per iniziativa delle forze politiche e delle associazioni, viene deposta una corona d’allora sulla statua della Libertà. Si può implementare ma non saprei con quale strumento legislativo”.

Istanza d’Arengo n.19 affinché sia riconsiderato il tema del rapporto con l’Unione Europea, ed in subordine, per rendere possibile ai giovani sammarinesi l’accesso a tutte le occasioni internazionali di formazione continua, per regolamentare i rapporti culturali e formativi e dedicare una voce di bilancio a supporto dei giovani meritevoli.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “L’istanza è complessa e riguarda in primo luogo la possibilità di accedere ai progetti di formazione europea come l’Erasmus. Con il 2014 perderà le sue funzioni e l’Erasmus for all non è ancora definito. All’incontro del 20 marzo con i funzionari della Commissione europea, il dipartimento Istruzione ha chiesto espressamente ulteriori informazioni in merito, a non sono stati in grado di dare risposte.

I nostri giovani sono extracomunitari e teoricamente non potrebbero accedere all’Erasmus. Tuttavia quelli iscritti ad atenei italiani hanno subito trattamenti diversificati, alcuni sono stati ammessi normalmente, altri senza finanziamento, cui poi ha provveduto lo Stato. Un altro progetto importante per la Repubblica è il Processo di Bologna: tutti i Paesi del Consiglio d’Europa possono aderirvi e noi abbiamo esperito tutte le formalità. Così sarà più facile il riconoscimento dei nostri titoli. A fine aprile ci sarà una conferenza sul tema a Helsinki e verrà poi creato un ufficio ad hoc per certificare i processi di formazione interni. Che tutto questo si tradurrà nel riconoscimento dei titoli da parte italiana non è però scontato. Comunque si tratta di un passo in avanti.

Istanza d’Arengo n.27 per l’istituzione della Banca del Tempo nella Repubblica di San Marino.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “La Banca del Tempo già esisteva, è nata nel 1998, ma poi è stata chiusa, nel 2000: il benessere non le ha permesso di proseguire l’attività. Ma il progetto è pronto per essere riattivato senza costi, se non quelli organizzativi. Basta che la commissione dia un segnale”.

Francesca Michelotti, Su: “Sono d’accordo con il segretario di Stato. Questa istanza è tipicamente sammarinese. Sono invece contraria a che sia lo Stato a tenere le redini dell’iniziativa, meglio che siano in mano alla Consulta delle associazioni.

Durante la prima esperienza molti davano tempo, ma nessuno lo chiedeva, ora potrebbe accadere il contrario. Non credo all’associazionismo che chiede aiuto allo Stato. così si partecipa di più alla vita sociale, sarebbe un segnale di protagonismo. Dunque trasferirei l’istanza alle associazioni e mi dico pronta a offrire lezioni di arte in cambio di lezioni di cucina”.

Rossano Fabbri, Ps: “Cosa vuol dire che la Banca del tempo c’è già?”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Sono d’accordo con il consigliere Michelotti, l’istanza è tipicamente sammarinese. C’è anche la richiesta per la sede della Banca. Se si volesse acconsentire si potrebbe valutare la possibilità di sfruttare la sede stessa anche per il Forum dei giovani, per la Consulta delle associazioni per una raccolta di pc non funzionanti da riassemblare e per i negozi del riuso”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione, replica: “Mantenere in piedi un’associazione è un onere grosso. Sono idee importanti sia quella di affidare il progetto alla Consulta delle associazioni sia quella di individuare una sede per più attività di volontariato. Il segretario di Stato Fiorini è al lavoro per una nuova collocazione del Forum dei giovani. Comunque, oltre alla sede l’istanza si spinge oltre”.

Francesco Morganti, Psd: “Si potrebbero coinvolgere le Giunte di Castello e ribadire così il loro ruolo”.

Istanza d’Arengo n 9 per richiedere che, all’interno del centro storico di San Marino, un’area venga dedicata alla commemorazione delle vittime della strage di Beslan. avvenuta il 3 settembre 2004.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione: “La Repubblica ha già pensato a commemorare quell’evento drammatico. E’ stato dato mandato a uno scultore sammarinese per un piccolo monumento che è stato inizialmente collocato nei giardini della scuola secondaria superiore. Ma si è rivelata non adatta e l’architetto Marcella Michelotti che cura la riqualificazione dell’area garantisce che la statua verrà rialzata, dandole maggiore rilevanza anche grazie a una nicchia e mettendo in evidenza il motivo della collocazione”.

Francesca Michelotti, Su: “L’istanza è toccante. La statua forse non ha un richiamo diretto alla tragedia, ma l’inserimento nella circolazione urbana era adatto. Ora assumerà più le caratteristiche di un monumento e perderà di freschezza. C’è comunque l’occasione anche per una nuova targa”.

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Per aumenta il ricordo e la lotta al terrorismo non sarebbe male intestare a quella strage una via della Repubblica”.

Francesco Morganti, Psd: “Sarebbe interessante anche un gemellaggio tra San Marino Città e Beslan per avvicinare ulteriormente le due realtà”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Pubblica istruzione, replica: “Sono emerse molte proposte concrete. Per la via si può vedere e si potrebbe pensare anche ai giardini. Sul gemellaggio sentivo la vocina: ‘Chi paga?’ Certamente occorre approfondire l’evento”.

Mozione conseguente alla trasformazione dell’interpellanza presentata dai consiglieri di Rete in merito alla corresponsione di una non meglio precisata gratifica per tutti i dirigenti della Pubblica amministrazione.

Roberto Ciavatta, Rete: “Abbiamo ricevuto dalla segreteria di Stato una risposta insoddisfacente all’ interpellanza. Intanto, alla richiesta se sia stata riconosciuta a tutti i dirigenti la maggiorazione dello stipendio, la risposta è stata ‘non a tutti, a quelli che hanno il vecchio regime non è stata data’. Quindi si conferma che è stata corrisposta a tutti coloro che hanno il nuovo regime. Poi si parla di ‘un atto dovuto per legge’, anche questo è falso, perché nel decreto citato si stabilisce solo che il periodo di riferimento sarebbe andato da marzo a dicembre, non si dice che si sarebbe dovuta dare la gratifica. Tra le righe, nella risposta, il segretario conferma che la Pa è alle dipendenze del congresso di Stato, si dice che i criteri devono essere oggettivi e trasparenti, cosa che non è avvenuta. Si dice che il premio è solamente il 10% della retribuzione e non il 30%, come sarebbe possibile, e che dovremmo essere perciò contenti. La cosa che più mi lascia perplesso, sul tipo di adempimenti e obiettivi che i dirigenti avrebbero dovuto raggiungere nel 2012: dall’ampliamento all’orario di sportello, all’implementazione del sito web, fino al contenimento spesa. Si evince la volontà di arrampicarsi sugli specchi per giustificare una regalia ai dirigenti, senza motivazioni. Non c’è stata una determinazione di obiettivi per uffici, il segretario di Stato, avvallato da congresso, ha deciso di fare questo dono ai dirigenti della Pa, senza alcun tipo di fondamento. Questo fa il paio con gli aumenti retributivi stabiliti per decreto a inizio marzo, per i dirigenti. E’ un gesto di disprezzo totale verso la situazione in cui versano centinaia di cittadini. Vi prego di iniziare a valutare i ruoli dei dirigenti pubblici per quello che sono, non devono prevedere un arricchimento”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Su questo argomento non meno di un mese fa, i primi di marzo, in fase di ratifica del decreto n.53, abbiamo avuto modo tutti quanti di discutere. Serve chiarezza su quelli che non sono doni ai dirigenti. Stiamo solo attuando le leggi approvate dal Consiglio grande e generale nella passata legislatura. Per i dirigenti, con la legge del 2008 e con il decreto di maggio 2012, è stata stabilita una retribuzione per la prima volta senza indennità. E’ una normativa più restrittiva, a dimostrazione di ciò, chi è a vecchio regime ha preferito mantenerlo. Gli obiettivi specifici senza decreto non si potevano ancora definire e quanto deciso, con le normative attuali, è stato fatto su obiettivi di carattere generale, per questo la retribuzione di risultato è stata ridotta al 10%. Non si tratta né di un premio, né di un dono, la valutazione era prevista, ma in assenza di una legge specifica, il congresso di Stato ha proceduto, su orientamento del consiglio di direzione, in una situazione particolare, all’indomani della nomina del congresso, a dicembre. E’ mia volontà di procedere alla nomina del dirigente della Funzione pubblica, cui spetta il compito di attuare quanto previsto dalla legge, e non lo lascia in capo al congresso di Stato”.

Francesca Michelotti, Su: “I dirigenti che contavano sul mantenimento del potere d’acquisto del proprio stipendio, ma si sono ritrovati nelle more di una riforma, e i nuovi nell’impossibilità di maturare completamente il proprio stipendio. Se questa circostanza fosse stata subita da altre categorie della Pa, infermieri o netturbini, ci sarebbe stata una levata di scudi dei sindacati e gli sarebbe stata data ragione. Ma poi l’intervento della retribuzione di risultato è stato spalmato su tutti e si è tradito il principio meritocratico della legge. Poi non era stata ancora fatta la predeterminazione degli obiettivi, c’è una lacuna normativa. Quella retribuzione di risultato, a norma di legge, non sarebbe dovuta essere predisposta, quindi secondo me è stato fatto un pasticciaccio. Capisco che doveva essere trovata una soluzione, ma non era quella giusta”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “La valutazione è stata fatta su parere della direzione, sulla base di obiettivi generali, non è mio obiettivo procedere allo stesso modo in futuro. Ma si era in una condizione contingente, essendo un diritto in qualche modo per i dirigenti vedersi sottoposti a una valutazione. Ribadisco la volontà di procedere alla nomina del dirigente della Funzione pubblica. Quello che ha fatto il congresso, la sua valutazione, era comunque previsto dalle norme vigenti, in assenza del dirigente della Funzione pubblica”.

Francesco Michelotti, Su: “Il comma 4 dice che non possono essere definitivi, tra gli obiettivi, i compiti ordinari dell’Unità operativa. Per quello i dirigenti non devono essere pagati di più, perché dovrebbero avere input alla loro attività. C’è da dire però che i dirigenti non hanno avuto la possibilità di accedere a questa opportunità”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Il comma 6 ribadisce che i criteri su cui si deve basare la verifica devono essere prestabiliti. Gli obiettivi che sono stati indicati sono di una genericità assoluta. Poi paragoniamo i netturbini ai dirigenti e parliamo di mantenere per loro il potere d’acquisto. Mi sembra un momento poco felice per attuare queste politiche. Avete dimostrato di essere sotto scacco di certe persone e che non potete dire di no ai dirigenti. Dateci la possibilità di verificare che siano raggiunti gli obiettivi, questa è vera trasparenza. Invece qui è evidente che è stato dato un riconoscimento generico a pioggia a tutti i dirigenti da un segretario appena entrato a ruolo. Credo si sia scritta una brutta pagina e chi ancora continua a fare cose di questo tipo non si è reso conto dell’atmosfera che si respira in questo Paese. Questi provvedimenti alimentano come benzina sul fuoco i dissidi sociali”.

Progetto di legge “La mediazione familiare” 

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Questo progetto di legge è stato sollecitato dall’Authority per le Pari opportunità ed era stato avviato all’iter legislativo nella precedente legislatura. Definisce una figura, il mediatore familiare, che può aiutare il dialogo in una coppia in crisi che presenta istanza di separazione. La legge dell’86 demanda al giudice il tentativo di conciliazione. Ora c’è un’altra figura per migliorare il dialogo interrotto, si colma una lacuna nell’ordinamento”.

Rossano Fabbri, Ps: “Non capisco se la figura è obbligatoria o meno. La separazione va avanti senza? Si potrebbero allungare le tempistiche di divorzio”.

Lorella Stefanneli, Pdcs: “Mi associo al giudizio positivo del segretario di Stato. La mediazione familiare è su base volontaria e in presenza di figli minori. Proporremo degli emendamenti. Il ricorso alla mediazione familiare non avviene per aiutare una coppia che si separa, ci sono altre figure. Aiuta la coppia genitoriale a trovare maniere diverse di rappresentarsi in funzione dei figli.

La mediazione familiare si inserisce in un iter giudiziario preciso, si può attivarla al di fuori di una separazione, in presenza di divorzio, se si cambiano le statuizioni precedenti. Se è un percorso che aiuta la separazione va specificato e va mantenuto il tentativo di conciliazione del giudice, come formulato il progetto di legge pare volerlo abrogare. Occorre fare attenzione.

E’ positiva l’introduzione della mediazione familiare, darà anche opportunità di lavoro, ma ha anche finalità di non immediata attuazione, cerca di fare crescere un certo tipo di cultura”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, replica: “Il progetto di legge non rappresenta un obbligo, è un invito del magistrato alla coppia che si presenta per la separazione. Se saranno accolti, gli emendamenti proposti chiariranno il ruolo del giudice e del mediatore. La segreteria di Stato presenterà infatti alcuni emendamenti tecnici”.

Gian Nicola Berti, Ns: “E’ una legge interessante, che introduce elementi importanti, si cerca di aiutare con il dialogo una coppia per una soluzione giuridica, psicologica o semplicemente relazionale. La normativa sul diritto familiare prevedeva l‘istituzione del Servizio minori. Ma spesso in tribunale nasce un contenzioso dalla reciproca volontà di prestare la massima tutela ai figli. Un convengo dell’ordine degli avvocati ha fatto alcune proposte, tenendo presente le normative internazionali e il concetto di bigenitorialità. Il progetto di legge apre al dialogo, è un primo passo, ma non deve limitarsi. Occorre dare più poteri ai mediatori, compresa la possibilità di essere consulente del magistrato se non si arriva alla mediazione”.

Dichiarazione di voto.

Francesca Michelotti, Su: Mi astengo anche se l’intervento mi sembra positivo, ma è un po’ imperfetto.

Gian Nicola Berti, Ns: “Diamo sostegno al segretario come maggioranza al progetto di legge. Come tutti gli interventi normativi sono perfettibili, è frutto di una mediazione, speriamo che la mediazione famigliare sia un istituto che abbia successo. In caso di imperfezioni avremo modo di tornare in Aula per fare ulteriori valutazioni, sottolineo il voto positivo per questo progetto di tutta la maggioranza, ringraziando l’opposizione per il suo contributo”.

 

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