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Picco influenzale: la Repubblica di San Marino a letto

da Redazione

Flop vaccini sul Titano: solo 2.100 casi, in calo rispetto ai 3.400 del 2009. Superata la fase critica. Come gravità ci si aspettava qualcosa di peggio.

influenza

 

di Saverio Mercadante

 

Epidemia influenzale stagionale. E’ il “rituale” di passaggio durante l’inverno a cui sono sottoposti decine di milioni di persone in tutto il mondo. Quest’anno diciotto morti e migliaia di ammalati negli Stati Uniti, a causa di una forma aggressiva che ha colpito la maggior parte degli Stati dell’Unione. La campagna vaccinale contro l’influenza stagionale a San Marino era partita lunedì 25 ottobre. Sono stati erogati a tutt’oggi circa 2.100 vaccini. Le categorie a rischio sono gli over 65, i portatori di patologie croniche che potrebbero aggravarsi nel corso di malattie virali, i portatori di immunodeficienza. Allo stesso modo sono stati consigliati i vaccini anche per i bambini che hanno delle malattie che potrebbero essere aggravate da infezioni virali.

Il vaccino è stato proposto e consigliato agli operatori dei servizi pubblici di particolare utilità. Secondo i dati del Centro Farmaceutico la spesa per l’acquisto dei vaccini antinfluenzali è stata di 10.648 euro. E’ stato acquistato un lotto di 2800 vaccini di due diversi tipi. Va ricordato che l’erogazione dei vaccini a San Marino è gratuita. “Non c’è stata una grande affluenza quest’anno rispetto agli anni scorsi. Non è stata una campagna soddisfacente rispetto alle attese”, afferma il dottor Sanzio Castelli, direttore della Medicina Territoriale. “La sindrome influenzale di quest’anno ha particolarmente colpito il giovane adulto, la popolazione tra i 20 e i 50 anni. Ci si aspettava un’influenza con un gravità modesta nel quadro di una malattia virale. Le complicazioni bronco pneumoniche dai dati che abbiamo a nostra disposizione sono state inferiori a quelle rilevate negli anni precedenti. Si può dire che numericamente è stata significativa mentre come gravità siamo stati a livelli certamente più bassi di quelli che ci aspettavamo. Il picco influenzale, secondo i dati che abbiamo in possesso, e può accadere che i medici non denuncino tutti casi, si è avuto nel mese di febbraio con 780 denunce. E in particolare il picco assoluto c’è stato nella quarta settimana di febbraio. Ora stiamo calando”.

“I ceppi virali che si aspettavano sono stato effettivamente riscontrati. Il vaccino – continua Castelli – che abbiamo usato su indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità conteneva la maggior parte dei ceppi virali circolanti. I vaccinati, quindi non sono incorsi nella malattia. A dire la verità ci aspettavamo un numero minore di influenzati, perché giravano dei ceppi virali che erano stati già presenti nel 2009. Quindi, teoricamente come avevo anche annunciato in un’altra intervista, non ci aspettavamo dei numeri elevati. Tra i vaccinati del 2009, i vaccinati di quest’anno, i malati del 2009, credevamo che ci fossero effettivamente un numero minore di ammalati. Sembra, però, che non sia stato proprio così”. Di fatto, quindi secondo l’analisi di Castelli, gli influenzati non sono stati moltissimi, ma più di quelli previsti all’inizio dell’inverno. “La gravità, ripeto, è stata contenuta. Le complicazioni respiratorie sono state al di sotto di quelle rilevate nel biennio scorso. Hanno avuto un andamento abbastanza tipico con sintomi osteomuscolari. Febbre elevata di tre giorni, solitamente poi un giorno di decrescenza della febbre, e in molti casi ancora uno strascico febbrile di un altro paio di giorni. Decorso standard, quindi, nel complesso di circa sei giorni”.

Il comportamento generale al quale la maggior parte dei medici si è attenuta si è diretto verso l’indicazione di riposo a letto, isolamento, la somministrazione di un antipiretico sino al terzo, quarto giorno. Ed eventualmente una visita di controllo e terapia antibiotica in caso di ricomparsa e persistenza del virus oltre al quarto giorno. Le prime segnalazioni attendibili della presenza del virus influenzale i sono arrivate verso la fine di dicembre. In gennaio vi sono state 460 segnalazioni. L’epidemia dovrebbe esaurirsi verso l’inizio di aprile. Molta attenzione, quindi, anche nel mese di marzo. “La raccomandazione è quella di ricorrere con più fiducia alla vaccinazione. Incidenti legati a questa terapia non ve ne sono stati. Reazione avverse in dote da vaccino non sono a nostra conoscenza. Il vaccino che abbiamo utilizzato era privo di adiuvanti, incapace di trasmettere l’intenzione virale. Determina solo una reazione anticorpale che può dare al limite un po’ di febbre. Noi, per il ruolo che abbiamo siamo tenuti nelle campagne per la vaccinazione a sollecitare i medici a identificare il portatore di qualche rischio, gli operatori a usare il vaccino per essere disponibili, i donatori di sangue per non essere indisposti nel momento in cui potrebbero essere convocati, e così via. La popolazione quest’anno ha risposto meno degli altri anni. E questo trend è iniziato dal 2009 quando c’è stata la bufala della cosiddetta pandemia. Eravamo arrivati a circa 3.400 vaccinati. C’è una evidente caduta nella fiducia dell’utente nel messaggio che lanciamo, non abbiamo ancora recuperato quel migliaio di persone che mancano all’appello. Anche se il numero dei vaccinati rispetto agli standard europei rimane ancora buono. Si può dire che abbiamo avuto meno vaccinati ma più ammalati, anche se le complicanze non sono state gravi. E proprio alla fine dell’epidemia tendono ad uscire le complicanze: il ceppo virale si irrobustisce e con la primavera si tende a scoprirsi e sono facili le ricadute”.

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