“I dati mostrano ancora, purtroppo, l’esistenza anche nel nostro territorio di casi in cui la donna e il minore vivono la violenza fisica e psicologica, per lo più perpetrata nell’ambito domestico o comunque all’interno delle relazioni parentali, senza distinzione di censo o di ceto”.
Sul rapporto tra i generi, nonostante le grandi battaglie femminili e le trasformazioni sociali, è necessario mantenere aperti la riflessione e il confronto. Sono ancora tante nel mondo le ingiustizie e i soprusi che donne e bambine subiscono per il solo fatto di essere femmine. Si tratta di violazione dei diritti civili, politici, economici e culturali. Il progresso della comunità mondiale è vincolato alla piena integrazione sociale delle donne, alla loro vera emancipazione nel solco di un’effettiva affermazione dei diritti, così come espresso nelle Carte e Raccomandazioni degli organismi sovranazionali, non ultima la Convenzione di Istambul, firmata, ma non ancora ratificata dalla Repubblica di San Marino.
L’adozione di politiche e di strategie, volte a promuovere l’effettiva affermazione dei diritti e delle pari opportunità significa anche potenziare il ruolo della donna in ogni settore, dal lavoro alla politica, nella ricerca e nell’impresa e più in generale nella società odierna sempre più multietnica e culturale.
Una società attraversata oggi, per di più, da una profonda crisi economica che mette a repentaglio le pur significative conquiste fin qui raggiunte e rischia di fare arretrare a situazioni del passato.
I dati mostrano ancora, purtroppo, l’esistenza anche nel nostro territorio di casi in cui la donna e il minore vivono la violenza fisica e psicologica, per lo più perpetrata nell’ambito domestico o comunque all’interno delle relazioni parentali, senza distinzione di censo o di ceto. Se si considera anche la presenza di un sommerso che si stima essere maggiore di quanto denunciato, risulta necessario un rinnovato impegno, forte e continuo, sia sul fronte degli aiuti e sostegno alle vittime, sia per promuovere una cultura del rispetto e della non violenza, nell’ottica della prevenzione delle diverse forme di violenza, presenti nelle definizioni della legge 20 giugno 2008, n. 97 “prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere”.
Lo strumento sicuramente più efficace per determinare un cambiamento rimane, accanto a quello degli interventi legislativi, quello della conoscenza, dell’educazione e della formazione. Con questa consapevolezza e in ottemperanza a quanto stabilito dalla legge 20 giugno 2008, n.97 e dal Decreto Delegato del 31 maggio 2012 n.60, l’Authority per le pari Opportunità, in collaborazione con il Dipartimento della Formazione dell’Università di San Marino e in accordo con i Servizi sanitari e i Corpi delle forze dell’ordine, ha avviato da gennaio 2013 i primi corsi di formazione rivolti agli operatori, a quelle categorie che per prime debbono intervenire nei casi di denuncia di reato di violenza contro le donne e i bambini.
Sempre per l’anno 2013, l’Authority per le pari Opportunità si propone di avviare una formazione rivolta al personale docente e alle famiglie, perché il fenomeno non va combattuto ed affrontato solo quando si verifica, ma deve essere prevenuto con una ampia, esaustiva campagna di informazione.
Naturalmente un intervento così ampio presuppone il concorso su più piani: l’impegno delle istituzioni e della politica, il sostegno economico, ma anche la collaborazione di tutti i settori pubblici e privati e del mondo dell’associazionismo per costruire finalmente una rete efficace e capace di gestire la complessità del problema.
L’Authority per le Pari Opportunità auspica quindi che la celebrazione di questo 8 marzo 2013 veda fra gli obiettivi comuni prevalere questa direzione di intenti.