La situazione dell’economia sammarinese è drammatica, la crisi è drammatica. Se per caso avessimo avuto bisogno di conferme queste sono arrivate dal FMI.
di Loris Pironi
La situazione dell’economia sammarinese è drammatica, la crisi è drammatica. Se per caso avessimo avuto bisogno di conferme queste sono arrivate dal Fondo Monetario Internazionale. Che nella sua relazione l’ha scritto chiaro: dall’inizio del periodo della crisi – in pochissimi anni dunque – San Marino ha perso un quarto della propria economia, un calo complessivo del 25% che non si riesce proprio ad arginare, tanto che sia per il 2012 sia per il 2013 si presuppone un’ulteriore riduzione di 4-5 punti annui di PIL. Sempre il FMI conferma che oltre la recessione internazionale, il Titano paga anche la black list italiana, e anche qui niente di nuovo. La novità, semmai, è nella lettura degli esperti del Fondo, che dicono chiaramente che gli interventi tampone previsti dal governo (addizionale Igr, Patrimoniale) non sono sufficienti a scongiurare le sofferenze del bilancio pubblico. E allora? Allora servono quei benedetti interventi straordinari che auspichiamo da tempo ma che sono stati finora colpevolmente posticipati, o che sono stati appena lanciati. Ci riferiamo principalmente alla riforma tributaria (che noi di Fixing riteniamo dovrebbe già contemplare al proprio interno il passaggio dalla Monofase all’IVA). I delegati del Fondo Monetario hanno specificato nella loro relazione tuttavia che tale riforma dovrebbe essere ancora più incisiva, con le aliquote fiscali effettive che “dovranno essere ulteriormente innalzate rispetto a quanto previsto nel progetto, a partire da un’eliminazione più generale delle esenzioni”. Altro capitolo, la spending review. Qui il percorso è appena iniziato. Anche in questo caso l’invito è a tagli incisivi, per andare a recuperare almeno 30-40 milioni di euro. E come dargli torto?