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San Marino, respinta l’istanza d’arengo sul forestiero convivente

da Redazione

I lavori del Consiglio grande e generale sono ripresi dall’esame dell’istanza d’Arengo n. 11 per una migliore definizione dello status giuridico del forestiero convivente, respinta con 29 voti contrari, 16 a favore e 3 astenuti.

Sorte alternata per le due istanze successive in tema di risparmio idrico, inglobate in un unico dibattito. Viene accolta all’unanimità la numero 13 per prevedere degli incentivi per l’installazione di impianti di stoccaggio dell’acqua piovana e riciclata da parte dei privati; viene respinta la numero 17 per rendere automatica l’ordinanza sul risparmio idrico dal 15 giugno al 15 settembre di ogni anno. Inizia poi l’esame congiunto di altre due istanze in tema di rifiuti, su cui viene poi interrotta la seduta che riprenderà nel pomeriggio: la numero 14 per sperimentare l’installazione di compostiere pubbliche; la numero 16 per incrementare la raccolta differenziata.

Di seguito un riassunto dei lavori della mattinata.

Istanza d’Arengo n 11 per richiedere una migliore definizione dello status giuridico del soggetto forestiero convivente di cittadino/a sammarinese, anche attraverso l’ammissione alle liste di collocamento e ad una più adeguata assistenza sanitaria in Repubblica, nonché tramite la differenziazione di tale status con quello di lavoratore frontaliero. Respinta con 29 voti contrari, 16 a favore e 3 astenuti.

Dibattito di lunedì notte

Pasquale Valentini segretario di Stato per gli Affari Esteri: “San Marino con la recente legge sulle residenze ha fatto un grande passo avanti, con l’introduzione della possibilità di permesso per convivenza more uxorio, che non si configura giuridicamente come permesso di soggiorno, ma mantiene la residenza nel parere d’origine e allo stesso modo l’assistenza sanitaria. Lo straniero titolare di permesso per convivenza non è tenuto a comunicare il suo stato, non dovrà essere iscritto all’Aire presso all’ambasciata. Per ribadire quello che è stata la volontà del legislatore quando ha approvato questa legge, datata 28 giugno 2010 e il suo decreto delegato: se dalla convivenza nasce un figlio, il permesso di convivenza diventa, se richiesto, permesso di soggiorno. Tornando alle richieste dell’istanza, propongo al Consiglio grande e generale di respingerla, così come definita, perché è contraria allo spirito con cui la legge è stata concepita. Ritengo sia possibile la modifica della legge su diversi punti, sarà eventualmente in questo ambito che verrà affrontato il tema del permesso per convivenza. Eventuali modifiche alla legge sulle residenze del 2010 dovranno quindi essere oggetto di ulteriori approfondimenti, nell’ambito della commissione Affari esteri.

Paride Andreoli, Ps: “L’intervento del segretario Valentini mi ha riportato indietro nella memoria, a quando abbiamo dibattuto in Aula la legge sulle residenze. L’ex segretario Mularoni ha dato la possibilità di allargare l’orizzonte e ha concesso il permesso di soggiorno per convivenze. Già in quell’occasione dai banchi dell’opposizione, i socialisti hanno sottolineato un aspetto per noi importante, che viene all’attenzione anche oggi con questa istanza. Infatti, non si dava la possibilità, a chi usufruiva questo permesso, di iscriversi nella graduatoria di collocamento, di avere una copertura sanitaria, di avere un permesso di soggiorno a tutti gli effetti. E da lì a poco tempo la situazione è stata sollevata. Il segretario vuole respingere istanza per rivedere la legge poi, oggi mi chiedo cosa potrà fare questo governo se non andare nella direzione di accogliere quelli che sono i principi dell’istanza. Ci vuole attenzione per quello che è chiesto dagli istanti, perché possono poi crearsi attriti, non solo con i cittadini, ma anche con l’Italia”.

Marco Podeschi, Upr: “L’Upr voterà contro l’istanza per respingerla. La legge prevede già una serie di tutele per i conviventi, è stato colmato un vuoto assoluto. Certo è perfettibile, ma siamo uno Stato sovrano e questa è la legge, non riteniamo perciò si debba accogliere l’istanza”.

Elena Tonnini, Rete: “Il nostro movimento è a favore di questa istanza perché riguarda chi ha un regolare permesso di convivenza che segue una specifica regolamentazione e crea la situazione per cui chi da italiano si trova a convivere con un sammarinese si ritrova di fronte a un problema creato dal vuoto normativo. A nostro avviso, la situazione crea una grossa diseguaglianza. Molti è vero potrebbero solo dare parvenza di convivenza per avere diritti sanitari e l’iscrizioni al collocamento, ma l’incapacità di fare controlli da parte dello Stato non può ripercuotersi su chi fa le cose in regola”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “La scelta di convivenza di per sé offre minori garanzie rispetto alla coppia di diritto, è un elemento da tenere in considerazione rispetto ai diritti offerti al soggetto. Una differenza di trattamento ha sua valenza, che dà valore anche alla famiglia, cellula fondamentale della nostra società. Per questo Pdcs-Ns voterà contro questa istanza”.

Andrea Zafferani, C10: “La nostra legge non ha regolato la convivenza, ma ha voluto regolamentare di fatto dei clandestini che risiedevano in Repubblica per motivi di convivenza. L’istanza evidenzia un problema, il convivente che ha scelto di convivere a San Marino non in clandestinità perde diritto il sanitario in Italia. Non mi piace l’approccio di non dire niente all’Italia per non avere problemi per l’assistenza,ì, Una soluzione va trovata. Rispetto al diritto al lavoro, il tema è sempre aperto, la proposta era di avere una corsia preferenziale rispetto al frontaliere standard, non so quanto questa legge sia applicata, mi piacerebbe sapere come è stato assunto il problema dall’ufficio per il lavoro. Il tema di migliorare lo status del convivente mi trova d’accordo, alcune misure previste dall’istanza meno, forse è il caso di prendere l’impegno di rivedere e migliorare la normativa”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Noi siamo assolutamente favorevoli, personalmente ho avuto un’esperienza di convivenza con un’italiana ed è stata abbastanza traumatica, ci si doveva inventare come muoversi per non essere fuori dalle norme dentro e oltre il confine. Oggi passi in avanti sono stati fatti, ma rimangono però dei nervi scoperti che la norma deve andare a lenire”.

Dibattito di mercoledì mattina

Antonella Mularoni, Ap: “L’istanza parte da un grande equivoco. La legge 118 del 2010 dà la possibilità di vivere a San Marino ai conviventi. E’ stato scelto un punto di equilibrio, non si tratta di un permesso di soggiorno, non dà gli stessi diritti, come per esempio la residenza dopo cinque anni. E’ una scelta civile che può piacere o meno. Abbiamo mantenuto l’identità come Stato perché abbiamo sempre controllato il numero di stranieri, è la storia del Paese. Il punto di equilibrio va mantenuto, Ap è contraria all’istanza”.

Ivan Foschi, Su: “L’istanza pone un problema tecnico, non politico. Noi siamo stati a favore del permesso di convivenza. In questo caso si parla di persone che hanno problemi a ottenere della documentazione, a vedere certificata la loro condizione. Con uno sforzo giuridico si può verificare se c’è un modo di risolvere i problemi. Per esempio ci sono difficoltà per il rinnovo della patente, mentre per l’assistenza sanitaria si potrebbe prevedere una quota capitaria. Non si equiparano le condizioni con i residenti, ma si valuta se ci sono le condizioni per colmare delle lacune”.

Stefano Macina, Psd: “Colgo con favore le dichiarazioni del segretario di Stato Valentini. L’istanza non può essere condivisa, non corrisponde al disposto legislativo. La scorsa maggioranza ha prestato attenzione ad alcuni meccanismi e per le convivenze è stato stabilita una sorta di diritto di domicilio con possibilità di lavoro. E’ comunque opportuno fare una riflessione sulla materia in vista di un salto in avanti rispetto alle normativa se si verifica che la convivenza è stabile”.

Rossano Fabbri, Ps: “Il tema è sentito. Si regolarizza esclusivamente la permanenza in territorio e ci sono tanti aspetti cui mettere mano. Per esempio per le liste di collocamento si è creduto di fornire una sorta di corsia preferenziale, ma non abbiamo dati sull’efficacia di quanto previsto. Siamo a favore dell’istanza”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Siamo critici sull’istanza, pone dei dubbi su uno status giuridico che non sussistono. Non si tratta di un diritto di residenza né di un permesso di soggiorno, il permesso di convivenza dà solo diritto all’ingresso e alla permanenza in territorio. La legge disciplina vari aspetti, in particolare quelli legati al lavoro e ai figli. E solo in presenza di questi si può discutere sui come dare la residenza. Infatti è difficile stabilire l’inizio e la fine di un rapporto del genere e a livello normativo si riconosce la convivenza attraverso il matrimonio o quella more uxorio da almeno 12 anni. L’istanza non ha una logica per la quale prenderla in considerazione. Già si sono creati problemi con l’Italia sui residenti italiani a San Marino e per l’iscrizione all’Aire.

Anche l’assistenza sanitaria è già disciplinata, il convivente può infatti stipulare una polizza assicurativa. In un momento critico come questo è il caso di riconoscere diritti a certi status? Noi siamo contrari all’istanza”.

Istanza d’Arengo n 13 – Cittadini sammarinesi perché da parte dello Stato sia finanziata – o comunque incentivata – l’installazione di impianti di stoccaggio dell’acqua piovana e/o riciclata da parte dei soggetti privati. Approvata all’unanimità.

Istanza d’Arengo n 17 – Cittadini sammarinesi affinché l’adozione dell’ordinanza per il risparmio idrico sia istituita quale automatismo, con efficacia prevista a partire dal 15 giugno fino al 15 settembre di ogni anno ed eventualmente prorogata in caso di necessità. Respinta.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità (in sostituzione di Pasquale Valentini segretario di Stato per i Rapporti con l’Aass): “Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica, l’Azienda per i Servizi definisce il bilancio in funzione dei vari usi per garantire un equilibrio. E’ possibile incentivare i cittadini che installano sistemi per la raccolta dell’acqua piovana o per il risparmio idrico, le modalità vanno individuate. Non entro poi nel merito di una tassa aggiuntiva per i consumi elevati. Il governo è dunque per l’accoglimento dell’istanza 13, affidando all’azienda dei Servizi il compito di individuare le agevolazioni. Per quanto riguarda la seconda istanza, l’ordinanza è un provvedimento straordinario. Nel caso specifico introduce meccanismi coercitivi per il risparmio idrico in certi periodi, non solo in estate. Non è una forma di educazione a un uso razionale dell’acqua, non dà indicazioni su come usarla, specifica ciò che è permesso e ciò che non lo è. L’uso irriguo è determinato e coltivare un orto è una libera scelta che prescinde dall’approvvigionamento di cibo. Un meccanismo in automatico non è il più idoneo per frenare gli sprechi, non ha piena logica, è importante l’educazione. Siamo d’accordo per un maggiore impegno su campagne si sensibilizzazione, ma l’istanza non va accolta”.

Oscar Mina, Pdcs: “Le due istanze colgono aspetti significativi. L’ottimizzazione nella gestione dell’acqua è fondamentale. C’è un codice ambientale, ma manca una diffusione generale di una mentalità per il risparmio. Serve coscienza civica, perché ci sono degli eccessi nei consumi. La prima istanza rientra in un ragionamento più ampio, sulla seconda si aspetta l’emanazione del regolamento idrico integrato. Dunque le motivazioni sono condivisibili nei principi: la prima istanza va accolta anche se le prescrizioni sono già contemplate da un decreto; la seconda va respinta”.

Luca Santolini, C10: “Sono soddisfatto dal riferimento del segretario di Stato che è favorevole alla prima istanza. L’emergenza idrica ci colpisce e siamo dipendenti dall’Italia. Servono soluzioni urgenti e l’applicazione della stessa filosofia di incentivi che abbiamo per la produzione di energia, tenendo conto che gli impianti sono meno costosi. L’impegno di ogni privato potrebbe alleggerire la fornitura pubblica.

Sulla seconda istanza auspico che si possa lavorare come dice il segretario di Stato per avere più controlli, più sanzioni e maggiori iniziative di sensibilizzazione per ridurre i consumi. E anche per una modifica al rialzo delle tariffe per i grandi consumatori. C10 è in linea con il segretario di Stato”.

Augusto Michelotti, Su: “Stiamo parlando dell’oro blu, dell’emergenza di domani. Le politiche del passato sono state dissennate sulla gestione delle risorse idriche, così mendichiamo l’acqua sperando che qualcuno non chiuda il rubinetto. La prima istanza fa una proposta seria: contributi per convogliare l’acqua piovana e ben venga la volontà del governo ad accoglierla. Sulla seconda non condivido la posizione dell’esecutivo. D’estate siamo certi che ci sarà siccità, il provvedimento automatico è un’idea intelligente per costringere i cittadini a essere previdenti. La norma è utile e possibile, mentre le ragioni del no sono risibili”.

Elena Tonnini, Rete: “Rete sostiene un nuovo modello di concepire l’acqua, non come una merce ma come una risorsa. Occorre diffondere una cultura per valorizzarla e meccanismi per facilitare la raccolta e il riutilizzo. Un’ordinanza di qualche mese non può migliorare la situazione dato che siamo dipendenti dalle precipitazioni e da fonti esterne, rappresentate al 60% dal Marecchia e poi da Hera e dal vaso di Ridracoli. La dipendenza totale pesa d’estate, quando il Marecchia è al minimo, che viene toccato invece da Ridracoli a novembre. Noi dobbiamo sapere se e quando siamo a rischio. I consumi eccessivi e gli usi impropri vanno vietati tutto l’anno.

Siamo d’accordo con l’istanza 17, l’automatismo nel decreto deve essere il punto di partenza per altri provvedimenti. Un altro problema è la rete fognaria, occorre valutare la doppia canalizzazione e il recupero delle acque grigie. Gestendo il ciclo nelle case si possono fare risparmi del 30% sull’uso di acqua potabile. Siamo un Paese di spreconi, ci sono tanti meccanismi per risparmiare, anche sul lavaggio auto. Rete dice no a grandi opere di invaso e sostiene una maggiore differenziazione e programmazione nell’approvvigionamento. Siamo favorevoli anche all’istanza 13, a una tassa aggiuntiva per chi consuma troppo e a maggiori risorse per le agevolazioni. E’ vero che c’è un codice ambientale, ma non viene applicato, va dunque creato il previsto Ufficio di protezione ambientale per conoscere quante sanzioni e denunce fa”.

Franco Santi, C10: “Prendo atto e condivido la volontà del governo sull’istanza 13 e sull’istanza 17 di ragionare su politiche di risparmio e riuso tutto l’anno, non solo nei periodi di emergenza. Il codice ambientale ha parti normative che non sono state attuate. Dobbiamo al più presto discutere in Aula del piano di gestione e tutela delle acque che dovrebbe contenere dati e informazioni importanti, oltre alla programmazione degli interventi che è fondamentale. Ricordo inoltre che la Finanziaria all’articolo 28 prevede già incentivazioni sulla riqualificazione del patrimonio edilizio al cui interno si potrebbero fare rientrare quelle previste dall’istanza 13”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Ben venga il parere positivo del governo sulla prima istanza, ma sono perplesso sul respingimento della seconda. Dovremmo prendere esempio dai Comuni vicini. Il nostro sistema è farraginoso. Dovremmo creare dei piccoli invasi in svariati punti del territorio, manca un regime sanzionatorio, mentre in estate il consumo di acqua è abnorme. E’ paradossale non scaglionare i consumi in modo che più usa più paga, non si possono parificare orti e piscine. E’ brutto educare il popolo con sanzioni, ma altrimenti nessuno pensa alla comunità di intenti “.

Marco Podeschi, Upr: “L’Upr è a favore delle due istanze. Il problema è di natura culturale. Il nostro Stato ha ragionato come fosse un piccolo Comune del circondario, senza pensare di gestire autonomamente l’approvvigionamento idrico e i rifiuti. Abbiamo fatto accordi non soddisfacenti e non abbiamo implementato le politiche interne. Do merito all’ex segretario di Stato per l’Industria, Tito Masi, di avere fatto nel 2008 un progetto di legge in materia, che però è stato poco applicato. Sono state fatte le ordinanze, ma sono state comminate poche sanzioni e c’è stato uno scarso impegno sul piano di gestione dell’acqua. La cultura va poi infusa anche in chi progetta. L’Azienda dei Servizi si è impegnata, ma non basta. Serve uno sforzo culturale maggiore”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Nel programma di governo di Intesa per il Paese si parla di risparmio idrico e della possibilità di creare un bacino imbrifero, la soluzione definitiva per renderci indipendenti dall’Italia. Ora acquistiamo acqua da Ridracoli, dal Marecchia e da Hera, e spenderemmo meno anche per l’energia. Come il governo anche il Ps è a favore dell’istanza 13. sosteniamo anche il convogliamento dell’acqua piovana dalle grondaie. Si potrebbe prevederlo per legge per le nuove costruzioni. Ci sono tanti piccolo accorgimenti per risparmiare acqua, in Aula ne parliamo spesso, ma non riusciamo a partire con una soluzione definitiva. Sulla seconda istanza, se il governo garantisce un impegno possiamo valutarlo positivamente”.

Vladimiro Selva, Psd: “Acquistiamo molte risorse dall’esterno. Ogni anno piovono sul Titano 50 milioni di metri cubi d’acqua e a fini civili ne utilizziamo 3 milioni, il 6%, che viene dall’esterno. La sensibilità dei cittadini sul tema è aumentata, c’è una legge del 2008 sull’efficienza energetica che per il risparmio idrico prevede obblighi sulle cisterne per le nuove costruzioni con una superficie coperta superiore ai 100 metri quadrati. Ci sono incentivi per il risparmio e la raccolta di acqua piovana, ma mi preoccupa che non siano noti nel Paese. Possiamo inoltre pensare a un sistema parallelo a quello dell’acqua potabile per altri usi”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non si parte da zero, la legge del 2008 parla di strumenti per regolare i flussi dei rubinetti e gli scarichi per le nuove costruzioni, e di incentivi per il riutilizzo. Negli anni c’è stato un incremento delle risorse inferiore a quello per l’energia, serve più impegno sull’educazione e sulle normative.

L’approvvigionamento è sbilanciato all’esterno, importiamo il 75%, e la rete idrica non è efficiente e necessita di un monitoraggio. E’ poi necessaria un’opera di informazione sull’utilizzo dell’acqua che è una risorsa vulnerabile e va trattata in maniera seria. Il principio deve essere utilizzarne meno per fare le stesse cose. Siamo a favore dell’istanza 13, mentre sulla seconda serve un ragionamento importante. In Repubblica è necessario un bacino che dia sicurezza nei momenti di emergenza. Comunque molto dipende dalla sensibilità dei cittadini che va potenziata con strumenti che vanno dall’educazione alla coercizione “.

Fabio Berardi, Pdcs-Ns: “Il tema è strategico. Siamo a favore della prima istanza, qualche riserva invece sulla seconda. Il codice ambientale è significativo e l’azienda dei Servizi è particolarmente attenta. Le perdite della rete sono monitorate, è anche prevista la separazione della rete. Occorre cominciare a stanziare le risorse necessarie. E’ anche partito il rilevamento della rete, è ammessa la raccolta dell’acqua piovana in forma libera e ci sono sanzioni e tasse sul consumo.

Un piano di gestione esiste già, va formalizzato, in cui si parla di bacino imbrifero interno, una soluzione che può garantire autonomia. Sono importanti anche le raccolte superficiali di acqua per le caratteristiche del nostro territorio per cui l’acqua non rimane come il caso del nevone dimostra. Le sanzioni saranno effettive da quest’anno, vanno fatte, ma personalmente preferisco la formazione e la cultura. Così come per l’ordinanza: è l’ultima ratio, anche perché è difficile darle un range”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “Il dibattito ha evidenziato l’importanza del tema. Dobbiamo investire di più sulla gestione delle risorse primarie. Confermo l’orientamento del governo”.

Augusto Michelotti, Su, replica: “Il concetto di incentivo va superato dall’atto dovuto. C’è il malcostume nel Paese di non applicare le leggi. Preciso che gli effetti del nevone ci saranno tra due anni”.

Gian Matteo Zeppa, Rete, replica: “Sono contento della posizione del consigliere Berardi sulla cultura. Ma fa specie che si citi una istanza sulla raccolta della neve bocciata. Le falde recepiscono poco a causa della cementificazione”.

Istanza d’Arengo n 14 – Cittadini sammarinesi perché sia sperimentata l’installazione di compostiere pubbliche.

Istanza d’Arengo n 16 – Cittadini sammarinesi perché siano adottati strumenti idonei ad incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti su tutto il territorio.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità (in sostituzione di Pasquale Valentini segretario di Stato per i Rapporti con l’Aass): “Il tema è troppo ampio per un’istanza. Per la raccolta di rifiuti organici ci sono impianti di trattamento nell’area San Giovanni per le mense e a breve per gli altri produttori. I vantaggi sono dimostrati. Le compostiere vicine alle mense sono invece una soluzione poco percorribile, è più economico centralizzare gli impianti. Occorre inoltre potenziare l’utilizzo di compostiere private, ora sono 1.300, e puntare sulle campagne di informazione. L’impegno va aumentato, concordiamo con lo spirito dell’istanza che però non va accolta.

Per la numero 16, il mancato incremento nella raccolta differenziata riguarda i rifiuti solidi urbani (rsu) da usi civili, una parte minima. Su 60 mila tonnellate di rsu prodotte ogni anno, solo 16 mila vengono da uso civile, il restante dalle industrie. Di questo, 4 mila tonnellate sono rifiuti speciali, le restanti 40 mila sono gestite dalle industrie stesse. Il 22% di rsu è riciclato con i cassonetti, il porta a porta e la raccolta dell’organico, su cui però serve più impegno. Accogliamo l’istanza per sviluppare un piano operativo per aumentare la differenziata”.

Augusto Michelotti, Su: “Il riutilizzo del rsu è un tema scottante. E’ un rifiuto rognoso, per cui è molto utile il compostaggio che va stimolato a partire da mense e ristoranti. Dovremmo fare il ‘mensa a mensa’ e anche tutti i cittadini dovrebbero impegnarsi. Sull’istanza 16, la differenziata si fa andando all’area San Giovanni, che non è comodissima per tutti. Il segretario di Stato ha fatto un discorso non educativo. Va fatta per responsabilità e per educazione civile. Il porta a porta è il minimo in una realtà come la nostra e sarebbe il percorso verso l’autosufficienza. Ogni anno spendiamo 2,5 milioni di euro per portare i rifiuti in discarica, la differenziata è al 20%, se fossimo in Europa ci seppellirebbero di multe. Siamo a favore di entrambe le istanze”.

Elena Tonnini, Rete: “La differenziata per rsu è irrisoria, circa il 23%. La raccolta della frazione umida è oggetto di discussione in questi giorni per la possibilità di creare un impianto a biomasse. Noi siamo contrari all’incenerimento, ci sono alternative. Lo Stato spende per le tre biocelle per l’umido a San Giovanni ogni anno 35 mila euro per ognuna. Con compostiere in zone strategiche, vicino alle mense ma anche nei condomini, e responsabilità da parte dei cittadini, si potrebbe risparmiare. Ma servono informazioni perché fare il compost non è semplice. Circa il 40% dei rifiuti domestici viene da scarti di cucina e potature, per cui non differenziare l’umido è un costo. Il porta a porta non basta, va unito a un sistema di ricompense e sanzioni, occorre rivedere le tariffe delle bollette. E gli uffici pubblici dovrebbero fare da esempio. La differenziazione del rsu ha una bassa qualità e quantità, il sistema di raccolta con i cassonetti non funziona. Il riciclo va preferito alla valorizzazione energetica. E in Europa è il secondo passo, perché si punta alla prevenzione. Per esempio attraverso la simbiosi industriale: i sottoprodotti creati da una azienda diventano una risorsa primaria per la fase produttiva successiva. Il nostro codice ambientale recepisce le normative europee, ma non le applica. Siamo a favore delle due istanza: dai rifiuti dobbiamo creare un sistema virtuoso di economia”.

Tony Margiotta, Su: “Il problema sono i costi. Si spendono oltre due milioni di euro per i rifiuti. Ben venga che il governo accolga l’istanza sulla differenziata. Per noi è importante educare la cittadinanza. L’istanza sulle compostiere spiace non venga accolta, risolverebbe notevoli problemi. Il tema dei rifiuti è molto sentito per cui è importante prendere decisioni che cambino la situazione attuale e siano lungimiranti “.

Roberto Ciavatta, Rete: “Delle istanze si tende a criticare lo spirito, il contenuto o il modo in cui è scritta con spirito quasi masochistico. Invece sono un aiuto da parte della società civile. E su queste tematiche l’impostazione mentale della politica non è più ai tempi. La centralizzazione degli impianti sarebbe la strategia vincente? Semmai il contrario, come per la produzione di energia. Occorre creare indipendenza localistica, con piccoli impianti semidomestici. La politica deve riconoscere le dinamiche dei tempi e favorirle. Inoltre nella gestione unica si dà troppo potere.

Il parco scientifico-tecnologico, per esempio, dovrebbe investire su queste tematiche. L’Aula ragioni sulla necessità di favorire la creazione di tanti mini impianti”.

Franco Santi, C10: “Dichiaro l’appoggio alle due istanze. L’impianto normativo in merito è all’avanguardia, con priorità precise sulle politiche da adottare. E’ l’attuazione a essere inadeguata, puntando solo a obiettivi minimi. Dobbiamo fare molto di più. La sperimentazione del porta a porta a Chiesanuova dimostra che è possibile: l’incremento è stata dal 24% all’83%. Va organizzato un sistema di raccolta, con personale qualificato e diffusione di informazioni. E si può farlo in pochi mesi, con la collaborazione dei cittadini. Insomma cadono tutti i motivi per essere prudenti. Seguiamo la strategia ‘rifiuti zero'”.

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