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San Marino, missione umanitaria in Congo: scuola, acqua e maternità

da Redazione

Padre Marcellino, cittadino sammarinese, è il carmelitano scalzo che da cinquant’anni è in Africa come missionario in una delle zone più povere del mondo.

 

di Saverio Mercadante

 

Padre Marcellino, cittadino sammarinese, è il carmelitano scalzo che da cinquant’anni è in Africa come missionario in una delle zone più povere del mondo. La Missione nella periferia di Lubumbashi in Congo, città di circa un milione di persone, è la testimonianza dell’impegno e della generosità della Repubblica di San Marino. Marco Casali, uno dei coordinatori che a San Marino si interessa della raccolta dei contributi descrive per Avvenimenti la situazione attuale della Missione.

“In questo momento per quanto riguarda i rapporti con la Repubblica di San Marino, istituzioni, fondazioni, banche e gente comune, che appoggiano questo progetto, ci si è impegnati su tre fronti”.

“Il primo, quello della scuola. Frequentano il complesso scolastico della Missione circa 1.750 alunni, dalla materna alla scuola superiore. Ora si stanno costruendo nuove aule. La scuola nonostante sia nella periferia attira alunni da tutta la città, anche dal centro, a testimonianza della qualità didattica che offre”.

“Il secondo fronte è quello del rifornimento d’acqua. Il quartiere dove risiede la missione ha una popolazione di circa mezzo milione di persone che vivono in baracche di mattoni e fango con un tetto di lamiera, e non c’è l’acqua corrente. La Repubblica di San Marino è impegnata con Padre Marcellino per mantenere efficiente una cisterna che adopera per immagazzinare l’acqua. Era una vecchia cisterna di quaranta metri cubi, in origine usata su ferrovia per il trasporto dei carburanti, bonificata a suo tempo con l’aiuto del Colorificio Sammarinese. Ora è utilizzata per la distribuzione giornaliera dell’acqua potabile a circa 3500 persone”.

“Il terzo impegno fondamentale della Missione – continua Casali – è quello del settore maternità. Costruito con il contributo fondamentale delle fondazioni bancarie e di alcune banche sammarinesi. Il reparto sta funzionando a pieno regime all’interno del quartiere e va sostenuto per il materiale sanitario che viene utilizzato. Ricordo che la sanità in Congo è a pagamento e quindi anche le persone indigenti devono pagarsi tutti gli interventi di cui hanno bisogno. Il costo di un parto è di tre dollari. Il sistema missione deve accollarsi l’assenza dello stato nella sanità. C’è dunque la necessità di finanziamenti per la maternità e per il piccolo ospedale che fanno parte della missione. D’altronde, tutte le prestazioni della missione sono in gran parte a suo carico e vengono sostenute anche dai contributi che arrivano in Congo. Si è ritenuto, però, che sia educativo che una parte minima di contributo debba venire anche da parte della popolazione locale per non abituarla alla gratuità assoluta. Il problema della sostenibilità delle spese nasce nel momento in cui sono necessari interventi più importanti, come il cesareo, che ha un costo proibitivo per una famiglia congolese. Qui sono necessari più che mai i finanziamenti, altrimenti tutto il sistema va in blocco: si dovrebbero reperire le risorse dal monte stipendi del personale. Si fanno circa 40, 45 parti al mese. Questa assistenza alla popolazione locale potrà essere in futuro incrementata in base anche a certe collaborazioni che si stanno mettendo in piedi con l’ISS. Il personale è tutto del luogo, ostetrici, infermieri, medici. D’altronde, l’unico europeo che opera nella Missione è Padre Marcellino”. La Fondazione San Marino oltre al contributo per il settore maternità della Missione è intervenuta nel finanziamento della costruzione di una nuova aula del complesso scolastico.

“Infine il progetto che stiamo mettendo in campo proprio in questo periodo riguarda il settore elettrico. Lo sviluppo della missione non può che viaggiare su due binari: l’acqua, sono state fatte perforazioni sino a 80 metri per trovare l’acqua, e ci sono pompe che tirano su l’acqua nella cisterna. E l’energia elettrica che serve per tutto il complesso, maternità, scuola missione. Sono stati acquistati un certo numero di pannelli fotovoltaici, dato che l’energia elettrica pubblica viene erogata con grande difficoltà. Proprio ultimamente Padre Marcellino mi raccontava che erano stati tre giorni senza luce. Tenere acceso un gruppo elettrogeno per tre giorni è un costo insostenibile per la Missione. Il progetto contempla due impianti: uno da 25 kilowatt che vengono erogati di giorno attraverso l’energia solare, e un altro impianto di 25 kilowatt con batterie che permettono una riserva di due kilowatt per la notte, per le emergenze del reparto maternità”.

Domandiamo a Marco Casali un’analisi della situazione in Congo anche in relazione agli attacchi degli islamisti verso le comunità cristiane. In Nigeria nei mesi scorsi ci sono state delle vere e proprie stragi di fedeli.

“Il Congo è metà dell’Europa. Nel nord est del Paese ai confini con il Rwanda permane il grande problema del controllo di quei territori: è ricco di minerali con i quali si fanno le batterie, cellulari. E’ una zona molto conflittuale, molto lontana dalla capitale dove lo stato è poco presente. Il Congo poi è un paese corrotto a tutti i livelli della pubblica amministrazione. La zona di Padre Marcellino, il Katanga è relativamente tranquilla. Kabila, il presidente della Repubblica, è originario di quella regione a maggioranza kabiliana. Dunque non ci sono particolari scontri, e i confini con lo Zambia sono tranquilli. Il governatore sa il fatto suo e durante le elezioni non ci sono stati scontri tra opposte fazioni. In altre zone, come anche nella capitale, il clima è molto diverso. Quattro anni fa, quando siamo andati a Kinshasa, sparavano, si affrontavano a suon di bazooka e mitragliatori. Conflitti religiosi di fatto non ce ne sono anche a causa della mancanza di collegamenti sia aerei che ferroviari, molto difficili. La religione dominante è quella che nasce dagli ex colonizzatori. Dunque, sono cattolici con tutte le loro diversificazioni. Ci sono anche protestanti. Poi ci sono delle sette di derivazione cristiana a cui vengono aggiunti elementi tribali, animisti”.

“Voglio ringraziare di cuore tutta San Marino – conclude Marco Casali – anche a nome di Padre Marcellino, che lo ho ha ascoltato e sostenuto. Questa possibilità di riscatto da un punto vista scolastico e sanitario è dovuta in gran parte alla generosità della Repubblica di San Marino”.

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