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Diario della crisi del 1 marzo

da Redazione

Andiamo in direzione ostinata e contraria: a Napoli, per qualche ora, hanno dimenticato gli affanni della mancanza di lavoro. Diego Armando Maradona è tornato all’ombra del Vesuvio.

 

di Alessandro Carli

 

Nossignori, non scivoliamo sulla buccia di banana: sarebbe facile scrivere il diario della crisi sull’esito della tornata elettorale italiana del 24 febbraio. Andiamo in direzione ostinata e contraria: a Napoli, per qualche ora, hanno dimenticato gli affanni della mancanza di lavoro. Diego Armando Maradona è tornato all’ombra del Vesuvio. Davanti al suo pubblico, ex Pibe de oro ha detto: “Ma come posso pensare di vivere qui sapendo che possono entrare a casa mia ogni mattina per una perquisizione? Quando si è perseguitati per tanti anni come è successo a me, è naturale avere paura. L’ultima volta che sono venuto in Italia, la Finanza è entrata nella mia camera e mi ha sequestrato gli orecchini. Vogliono da me 40 milioni di euro. Ma se io oggi avevo una somma del genere, sicuramente non ero qui”. Esattamente la stessa cifra che la Regione Veneto ha stanziato per le piccole e medie imprese che intendano investire nel contenimento dei consumi energetici. La stessa cifra che la Guardia di Finanza ha conteggiato a Monte Paschi Siena, dove ha eseguito sequestri di titoli e liquidità presso banche e fiduciarie oggetto di scudo fiscale da parte di alcuni dei maggiori indagati dell’inchiesta. Intanto in Sicilia – ed è il caso di dirlo – se la fanno sotto: al centro della denuncia presentata in Procura dal governatore siciliano Rosario Crocetta e dall’assessore alla Sanità Lucia Borsellino, c’è la gara per la fornitura agli ospedali siciliani di pannoloni (sic!)e altro materiale sanitario. L’importo? Subito detto: 40 milioni di euro.

Il tutto mentre a Milano è sfilata la moda: sono tornati i volumi over che erano in voga negli ’80. Per uscire dalla crisi si guarda al decennio dell’ottimismo economico e della nascita del grande successo internazionale di tanti marchi del made in Italy. Cancellare, a forza di capelli cotonati e spalline, gli ultimi 5 anni di storia mondiale, tra un fast food e un piumino. Non è molto, ma per una sera si può tornare al gol fatto di mano da Maradona a Messico ’86.

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