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Stagione teatrale riminese: “La governante” di Vitaliano Brancati

da Redazione

Venerdì 22 e sabato 23 febbraio (ore 21) e domenica 24 febbraio (ore 16) il Teatro Ermete Novelli (via Cappellini, 3) ospita (Abbonamento Turni A, B e C) ospita lo spettacolo La governante di Vitaliano Brancati, per la regia di Maurizio Scaparro
 con Pippo Pattavina, Giovanna Di Rauso, Max Malatesta, Marcello Perracchio, Giovanni Guardiano, Veronica Gentili, Chiara Seminara e Ramona Polizzi
. Le scene ed i costumi sono di Santuzza Calì, le musiche di Pippo Russo e le luci di Franco Buzzanca

Era il 1952 quando La governante, interdetta alle scene dalla censura perché “contraria alla morale”, accese una querelle non solo letteraria e teatrale, ma civile e politica, nella quale è inevitabile cogliere nodi tuttora irrisolti in termini di intolleranza, negazione della libertà di espressione, perbenismo, mali cronici di una società che annega nell’ipocrisia e si dibatte in un insanabile conflitto tra morale e pregiudizio. Nel sessantesimo anniversario della pubblicazione, lo Stabile di Catania propone un nuovo allestimento del capolavoro teatrale di Brancati, negli anni oggetto di interessanti messinscene fin dalla prima edizione italiana, possibile finalmente solo in seguito alla soppressione dell’attività censoria, nel 1965, undici anni dopo la morte dell’autore, che aveva concepito il testo per la moglie Anna Proclemer, da allora protagonista più volte di una “commedia” che fa ancora molto discutere per la spietata critica sociale.

L’azione si svolge a Roma, in una ricca casa borghese. La governante francese Caterina Leher, charmante, colta e di fede calvinista, instaura un rapporto dialettico con il siciliano Leopoldo Platania, cattolico e severo capofamiglia, illuso di essersi integrato nella capitale e invece incapace di accettare un’etica diversa da quella in cui è cresciuto. Entrambi si struggono dentro, per colpe segrete: la prima vive l’omosessualità come peccato, l’altro sconta l’intransigenza moralistica mostrata le alla figlia, morta suicida. Permissivo è invece Leopoldo nei confronti del figlio Enrico, che incarna il gallismo siculo ai danni della fragile moglie Elena. A frequentare assiduamente casa Platania è poi lo scrittore Alessandro Bonivaglia, intellettuale indolente ma lucido.

Utilizzando un registro parodico e satirico che approda alla tragedia, l’autore descrive il clima oscurantista dell’Italia anni Cinquanta, laddove «l’odio per la cultura ha un ufficio apposito, che una volta si chiamava, con ironia involontaria, Ministero della Cultura Popolare e oggi Sottosegretariato per lo Spettacolo e le Informazioni». Il principale motivo del divieto censorio è da riscontrare in quest’esplicita accusa, mentre la materia “scabrosa” – l’omosessualità, per di più femminile, in quegli anni oggetto di riprovazione e tuttora non immune da discriminazioni – è descritta in maniera elegante, allusiva.

Assai più scomodo è il j’accuse contro l’Ufficio Censura, retaggio del Ventennio, che la Repubblica manterrà fino agli anni Sessanta, avallando de iure il più retrivo conformismo culturale. Brancati si oppone fieramente, come aveva fatto con i censori fascisti che avevano messo all’indice creazioni quali Singolare avventura di viaggio o Don Giovanni involontario. Ed è lui stesso ad indicare la chiave di lettura di una pièce fortemente polemica come La governante: «La sostanza della vicenda – avverte nel pamphlet Ritorno alla censura – è più la calunnia che l’amore fra due donne». In effetti l’autore adotta un topos collaudato – l’inganno calunnioso – per mettere a nudo fondamentalismi etnici e religiosi, responsabilità individuali e collettive. E com’è nelle sue corde, inscrive l’acuta analisi nel procedere compulsivo di un’ossessione erotica, che svela ed esaspera dilemmi e prospettive: Un’impostazione coerente e ricorrente, da Don Giovanni in Sicilia a Il bell’Antonio a Paolo il caldo.

Gli attori Pippo Patavina e Giovanna Rauso incontrano il pubblico sabato 23 febbraio alle ore 17 nel Ridotto del Teatro Novelli per il ciclo di incontri Attori con tè condotti dalla giornalista Francesca Fellini. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, con piccolo angolo del tè per tutti i partecipanti.

I biglietti possono essere acquistati in prevendita alla biglietteria del Teatro Novelli (via Cappellini, 3, tel. 0541/793811) dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 14. Si possono acquistare i biglietti anche con prenotazione telefonica dalle ore 12 alle ore 14 o tramite posta elettronica (biglietteriateatro@comune.rimini.it) indicando obbligatoriamente un recapito telefonico. Le prenotazioni inviate per e-mail si intendono valide solo se riconfermate dalla biglietteria e se pervenute entro il periodo di prevendita dello spettacolo richiesto. Apertura serale delle biglietterie nei giorni di spettacolo: ore 19.30 (ore 15 per gli spettacoli pomeridiani).

Per informazioni: Istituzione Musica Teatro Eventi tel. 0541/704292

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