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San Marino, CDLS: crisi e lavoro nero, binomio da spezzare

da Redazione

“Il binomio crisi-lavoro nero va sempre più contrastato sul terreno delle sanzioni e della prevenzione”. Il vice segretario CDLS, Mirco Battazza, raccoglie il recente allarme lanciato dall’Unione Artigiani contro gli abusi e le illegalità nel mondo del lavoro.

“Allarme emblematico della stretta correlazione tra l’intensificarsi della recessione economica e l’aumento dei casi di lavoro nero, ma che rischia di cadere nel vuoto se non si indica una strategia comune e soluzioni concrete”.

Risale a tre anni fa il dossier della Centrale Sindacale Unitaria in cui si invitavano istituzioni e associazioni economiche a unire le forze per combattere la diverse forme di illegalità, a partire dall’inasprimento delle azioni sanzionatorie.

A fronte di centinaia di casi di lavoro nero accertati negli ultimi anni nelle aziende, sono stati ripetuti gli interventi del sindacato in sede di Commissione Lavoro per imboccare con decisione la strada della tolleranza zero: ossia in caso di recidiva passare dalle mini-sanzioni di pochi giorni di chiusura al blocco di un mese dell’attività, come del resto già previsto dalla legge; mentre in caso di recidiva reiterata prevedere la sanzione penale a carico del datore di lavoro.

Sul versante della prevenzione, tra le misure concrete indicate da tempo c’è l’istituzione di un numero verde “SOS lavoro” per fornire segnalazioni anche in forma anonima, di gravi irregolarità nel mondo del lavoro al fine di attivare tempestivamente sia controlli ispettivi che interventi del Servizio Igiene Ambientale in materia di sicurezza antinfortuni.

Forte impatto deterrente, soprattutto nel settore dell’edilizia, anche l’introduzione di una tessera del lavoro per rendere immediatamente identificabile con i dati dell’Istituto Sicurezza Sociale i lavoratori dipendenti.

“Il lavoro nero – afferma il vice segretario CDLS, Mirco Battazza – non è un fenomeno omogeneo, ma presenta molte sfaccettature che coinvolgono non solo i lavoratori ma anche i pensionati; così come è distribuito in forme e misure diverse nella nostra realtà produttiva, con rischi maggiori nei settori del commercio, dei sevizi e dell’edilizia. Quello dei controlli ispettivi non è dunque un problema solo numerico, ma di strategia e di lotta alle diverse forme di illegalità, che ha sempre più bisogno di uno stretto coordinamento tra istituzioni, sindacato e associazioni economiche”.

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