Home FixingFixing Imprese: il Gruppo Asa guarda l’Europa. E assume a San Marino

Imprese: il Gruppo Asa guarda l’Europa. E assume a San Marino

da Redazione

Grandi piani aziendali / Chi scommette sul futuro? L’inchiesta continua… Entro il 2015 investimenti da 20 milioni. Metà ricadranno sul Titano.

gruppo asa

 

di Saverio Mercadante

 

Continua l’inchiesta di San Marino Fixing sulle imprese sammarinesi che nonostante la crisi reggono i mercati e, anzi, rilanciano approntando piani di espansione di grande valore che interessano in particolar modo il territorio sammarinese. Dopo il Gruppo SIT, questa settimana analizziamo il caso industriale del Gruppo Asa, leader nel settore degli imballaggi metallici, la strategia di espansione che ne ha determinato il successo in questi anni al di fuori dei confini sammarinesi. Anche qui in campo un piano strategico che ha come obiettivo temporale il 2015, assunzioni di personale e investimenti dedicati in particolar modo alla sede sammarinese.


LA MADRE È SUL TITANO MA SI GUARDA ALL’EUROPA

 

“Il Gruppo – spiega l’ingegner Roberto Amati, Consigliere Delegato del Gruppo Asa – oltre la casa madre di San Marino, si è sviluppato negli anni con acquisizioni in Italia e in Europa. Questa è stata la nostra modalità di espansione. Abbiamo 4 realtà produttive in Italia, vicino a Brescia a Rovato, a San Giuliano Milanese, a Imperia, e a Conversano di Bari. In Europa abbiamo acquisito due realtà produttive: ad Anversa, e un’altra nei pressi del lago di Costanza in Svizzera”.

“Sauter, il nostro stabilimento svizzero, è assolutamente strategico”, evidenzia ancora l’ingegner Amati. “E’ al confine con Austria e Germania e ha aperto prospettive industriali molto interessanti. Qui abbiamo diversificato: sempre imballaggi metallici ma con un diverso mercato di riferimento. Produciamo bombolette per l’aerosol, che prima non facevano parte della nostra produzione, e contenitori per il latte in polvere, che stanno avendo uno sviluppo impressionante. Lavoriamo per le multinazionali. Tutto il cuore dell’Europa può essere servito da quello stabilimento”.

“E’ lo sviluppo più interessante del Gruppo – rileva ancora Roberto Amati – perché ci sta richiedendo molto in termini di qualità. E’ la conseguenza del rapporto con un partner come Nestlé. Abbiamo sempre pensato alle nostre realtà produttive come metalmeccaniche. Ma quando ti affacci su certi mercati e hai rapporti con realtà così importanti all’improvviso non sei più solamente un’azienda metalmeccanica ma devi avere dei requisiti igienici veramente impressionanti. Sono passi in avanti che determineranno una ricaduta positiva anche sul resto del Gruppo. Altro effetto positivo: l’immagine di Asa diventa molto più attrattiva rispetto ad altri competitor ordinari”.

Sauter, rilevata nel 2009, fatturava circa 2 milioni di euro. “E oggi ne fattura 16 milioni, e conta 55 addetti. E’ la punta di diamante del nostro gruppo. Noi non subiamo più di tanto le influenze negative della penisola grazie ai buoni risultati di queste realtà europee. Per decenni il mercato italiano è stato ‘il mercato’. Oggi invece circa il 45% del nostro fatturato è extra-Italia”.


NON SOLO FORNITORI MA PARTNER DEI CLIENTI

 

Il Gruppo Asa in questo momento ha complessivamente 320 addetti.

“La nostra strategia, anche in termini di investimenti – prosegue – poggia su una realtà centrale sammarinese verso la quale portare il più possibile tutte le lavorazioni delle componenti lasciando alle realtà esterne il semplice assemblaggio: il processo produttivo diventa così più leggero ed efficiente”.

Il Gruppo ASA non si limita a produrre e vendere un prodotto, segue al meglio i clienti cercando di essere loro partner, non solo fornitori.

“Può essere un esempio – continua l’ingegner Amati – lo studio con i nostri clienti di formati particolari dell’imballo, la ricerca di tappi specifici. La nostra bottiglia ‘Colombo’, qualche anno fa, ha costituito un’innovazione interessante. Con alcune realtà europee importanti del settore oleario si sta costituendo un percorso di sostenibilità del prodotto finale.”

In questi anni di crisi il Gruppo Asa ha difeso nel modo migliore le proprie posizioni sul mercato. E’ ora ha messo in campo un progetto pluriennale di riorganizzazione produttiva del Gruppo.

“Con fatica il Gruppo Asa non solo non è calato ma è cresciuto. La crisi sino ad ora non ci ha costretto a ridurre il personale. Il polo centrale sammarinese produrrà interessanti economie di scala. Quando compri un’azienda, lì sono presenti tutti processi produttivi. Se tanti di questi processi vengono centralizzati a San Marino, e contemporaneamente si punta a semplificazioni complessive come l’accentramento delle amministrazioni, si ottengono economie di scala impressionanti”.

“Altro esempio: il reparto presse. Le nostre realtà periferiche oggi fanno i loro coperchi ognuno nella propria sede. L’obiettivo è portare a San Marino anche questi processi produttivi che consentirebbero un’automazione molto più significativa a fronte di volumi più importanti, e giustificherebbero gli investimenti”.


BUDGET DA 20 MILIONI, +10% ASSUNZIONI SUL TITANO

 

Il Gruppo ASA ha stanziato un budget sino al 2015 di circa una ventina di milioni di euro. La metà a San Marino, e l’altro 50% nelle realtà periferiche .

“Concretamente – continua l’ingegner Amati – necessitiamo a San Marino di nuovi spazi per nuovi processi produttivi. Porterà ad un incremento del 10% della forza lavoro che attualmente abbiamo in Repubblica. Abbiamo assolutamente bisogno in questa prospettiva che in alcuni reparti si incrementi l’orario di lavoro: da quelli attuali, a sei giorni su sette. L’acquisizione di nuovi spazi produttivi invece comincia ad avere ritardi importanti rispetto alle nostre aspettative. Sono essenziali e ci vorranno un altro paio di milioni di euro di investimenti per realizzare nuove linee di produzione. Quello che ci manca ora nel processo produttivo è il taglio coil”.

Il Gruppo Asa si approvvigiona di banda stagnata da una delle più grandi ferriere del Nord Europa, materiale di assoluta prima qualità. Vengono inviate bobine che poi devono essere tagliate per realizzare pacchi di fogli. Questo processo, di taglio coil, nell’ottica del piano strategico, è assolutamente necessario che sia insediato quanto prima a San Marino.

“Il progetto 2015 prevede l’incremento di tutti i reparti: oltre al reparto presse, il reparto litografia, il reparto cesoie. Fin ad oggi spediamo alle nostre consociate sparse in Europa fogli litografati. Vengono tagliati in loco e si ottengono i componenti per l’assemblaggio. Noi invece vorremmo portare tutto il taglio, sembra una cosa banale ma non lo è, a San Marino. In modo tale che potremo spedire direttamente da qui quelle che vengono chiamate le fascette, già tagliate. Il prodotto a questo punto non ha bisogno più di nulla per essere assemblato”.

A tutt’oggi il Gruppo ASA è il più grande gruppo indipendente italiano nella produzione di imballaggi metallici. Il fatturato verso terzi del Gruppo raggiunge circa gli 80 milioni di euro.


IL GRUPPO FAMIGLIARE PIÙ GRANDE D’ITALIA

 

“Siamo il gruppo privato, famigliare, più grande d’Italia. Stiamo in cominciando ad avere dimensioni importanti anche in Europa. Siamo, tra l’altro, la realtà italiana, che fa parte della International Packaging Association (IPA). L’IPA ha tra i suoi associati in tutto il mondo per ciascun paese la realtà famigliare, privata, più significativa”.

Atro tema fondamentale. Il ruolo strategico del settore bancario sammarinese per l’espansione dei gruppi industriali.

“Ora dobbiamo capire se anche il sistema finanziario bancario possa supportarci in questo piano di espansione. C’è uno sviluppo del Gruppo a San Marino come ho già sottolineato, ma c’è anche un’espansione in Europa. Vi è stato un certo interesse, un certo riconoscimento del nostro piano industriale. Ora si tratta di capire in che modo il sistema bancario sammarinese effettivamente può accompagnarci anche nella nostra crescita in Europa. E’ la domanda che mettiamo sul piatto. Evidentemente – conclude l’ingegner Roberto Amati – noi abbiamo bisogno di un supporto di questo tipo, ed è anche interessante per lo stesso sistema bancario capire se ci sono le energie, le capacità, e le possibilità giuridiche per poterci seguire in questa espansione fuori dai confini. Stiamo iniziando ad attivarci anche su questo fronte, c’è interesse, capiremo a breve se diventerà una vera concretezza o meno”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento