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ANIS, Emanuel Colombini: “Pacchetto competitività per rilanciare l’economia”

da Redazione

San Marino, intervista al Presidente degli industriali: “Servono risposte concrete”. Tra le priorità, la normalizzazione dei rapporti con l’Italia e la conseguente uscita dalla black list.

emanuel colombini anis

 

 

di Loris Pironi

 

Il tavolo per lo sviluppo è partito. Al Presidente ANIS, Emanuel Colombini, chiediamo qual è il clima attorno a questo progetto. “C’è un clima di grande aspettativa da parte di tutti i partecipanti. Aspettativa da parte delle forze economiche e sociali, ma anche della politica, maggioranza e opposizione. E questo, tanto per cominciare, è un fattore positivo. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di mettere a fuoco proposte concrete per incentivare gli investimenti nella nostra Repubblica e per trovare finalmente una soluzione a tutta una serie di problemi operativi finora rimasti irrisolti. Ovvio che già in partenza sono stati fatti tutti i distinguo del caso, ma ho notato e apprezzato la disponibilità al confronto da parte delle altre categorie economiche”.


Il primo problema che è stato posto è quello del metodo.

 

“Il ragionamento è subito andato dritto al cuore di questa questione perché è nodale. Poi ancora non era il caso di entrare nel dettaglio specifico delle singole questioni senza prima stabilire con precisione come lavorare, anche se c’è la voglia da parte di tutti di entrare presto nel vivo. Come ANIS stiamo lavorando (martedì sera si è riunito il Consiglio Direttivo, ndr) per portare al tavolo idee condivise dagli imprenditori e, soprattutto, concrete”.


È possibile qualche anticipazione delle vostre proposte?

 

“Senza scendere troppo nel dettaglio, alcuni punti riprendono il nostro Progetto per San Marino, presentato alle forze politiche nell’imminenza delle elezioni. Ci sono prerequisiti come il lavoro minuzioso da portare avanti per giungere alla normalizzazione dei rapporti con l’Italia e la conseguente uscita dalla black list; la ricerca di una ‘vera’ legalità, rafforzando il sistema dei controlli e proseguendo sulla strada dell’adeguamento agli standard internazionali. E poi ci sono i discorsi legati agli elementi ‘trasversali’, fondamentali per disegnare un nuovo futuro, quali il mercato del lavoro, la semplificazione burocratica, un approccio finalmente digitale, insomma tutto ciò che definiamo pacchetto competitività”.


Cosa deve comprendere questo pacchetto competitività?

 

“Se vogliamo attirare nuovi investimenti, e lo ritengo indispensabile, ma anche se vogliamo valorizzare chi ha già scelto il nostro Paese per operare, dobbiamo fare in modo che sia possibile mettere a frutto tutta una serie di incentivi. Il credito agevolato è uno strumento ordinario, per così dire, ma sicuramente utile. Credo si possa lavorare per mettere in piedi tutta una serie di agevolazioni fiscali in materia di imposte dirette per chi investe, oppure la riduzione delle imposizione fiscali per l’assunzione di lavoratori dipendenti che non passino necessariamente dalle liste di mobilità. E poi c’è l’ipotesi, che abbiamo già avanzato, per una sospensione delle rate dei mutui per le aziende in difficoltà come già avviene in Italia e quant’altro. Poi non solo questi incentivi devono essere messi in campo, ma devono anche essere comunicati bene. Il ‘pacchetto competitività’ deve essere uno degli elementi per cui scegliere San Marino”.


E per il mercato del lavoro cosa proponete?

 

“Il mercato del lavoro va riformato quanto prima, non c’è dubbio. L’ottica deve essere innanzitutto quella di trasformare il meccanismo del collocamento, che deve diventare un luogo, fisico e virtuale, in cui far incontrare nella maniera più efficace e in trasparenza la domanda e l’offerta. Poi occorre creare la nuova figura del collocatore, che conosca a fondo il mondo dell’impresa e che sappia organizzare la formazione. Di modelli che funzionano, in tal senso, ce ne sono già, non dobbiamo inventarci nulla, l’importante è che chi se ne occupa diventi sempre più un elemento attivo a disposizione di chi cerca lavoro e delle imprese”.


Collegato a questo c’è il tema delle residenze, che ogni tanto torna di attualità.

 

“In questo ambito noi riteniamo indispensabile una dimostrazione di apertura nei confronti di chi investe, anche sotto il profilo delle residenze. Occorre uscire dalla discrezionalità della politica e legare il meccanismo di concessione ad automatismi, magari per chi investe in Repubblica una certa cifra o per chi assume un certo numero di dipendenti. E poi occorrerebbe avere un occhio di riguardo per i ricongiungimenti familiari, che rappresenta un vero problema, e magari anche per le figure apicali delle aziende, manager o dirigenti, tutti profili di un certo spessore che se risiedessero effettivamente in Repubblica porterebbero un valore a San Marino”.


Al tavolo si parlerà anche di altri settori: turismo e commercio, banche e finanza. Il turismo in particolare è uno di quegli asset su cui si può lavorare per risultati anche a breve-medio periodo.

 

“La domanda che ci dobbiamo porre, al tavolo, è su quali strutture e infrastrutture dobbiamo investire. Noi riteniamo che piuttosto che disperdere le risorse dello Stato in mille rivoli, nei prossimi anni ci si dovrà concentrare su alcuni progetti specifici. La viabilità in particolare, per potenziare in particolare il collegamento con Rimini, tramite accordi con Anas e con gli Enti pubblici al di là dei confini. L’aeroporto di Rimini è un altro aspetto strategico. In ambito turistico-commerciale, nello specifico, è nostra opinione che si debba puntare su una riqualificazione del Centro Storico, con bandi e concorsi che vedano la partecipazione di grandi architetti, e sull’impiego delle aree di confine quali punti di riferimento per il commercio. Abbiamo una vocazione, che è quella dell’arte e della cultura? Allora puntiamo su questo per cercare un turismo diverso”.


In conclusione, che cosa ci dobbiamo attendere?

 

“Sono convinto che mettendo insieme tutti questi elementi, ci sono buone possibilità per ritenere che il nostro sistema economico possa giungere ad una svolta positiva. Certo, occorre coraggio nelle scelte e un approccio innovativo. Dobbiamo riuscire a rompere schemi consolidati nel tempo; del resto il nostro futuro dipende da questo”.

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