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“Angelone” Rizzoli torna in galera, crack da 30 milioni

da Redazione

 

 

rizzoli

 

Torna dietro le sbarre l’imprenditore cinematografico Angelo Rizzoli. E’ stato arrestato questa mattina a Roma. E’ accusato di bancarotta fraudolenta. Contestato a Rizzoli un crac finanziario da 30 milioni di euro. Sequestrate società e immobili per un valore di 7 milioni. L’ordine di custodia cautelare è stato eseguito dalla Guardia di Finanza su disposizione della Procura di Roma. Contemporaneamente sono stati sequestrati beni del valore stimato di circa 7 milioni di euro, compresi la residenza della famiglia Rizzoli ai Parioli (composta da 21 vani), la tenuta ‘Cà de dogi’ e diversi terreni a Capalbio (Grosseto) oltre ad alcune quote societarie. Rizzoli era stato già coinvolto in una lunghissima vicenda giudiziaria nella quale erano entrati i peggiori personaggi della P2: da Roberto Calvi a Gelli, a Tassan Din. Figlio di Andrea Rizzoli, presidente dell’omonima casa editrice, ‘Angelone’ Rizzoli è stato chiamato in giudizio sei volte dalla magistratura italiana, per 26 anni consecutivi. Arrestato nel 1983 per bancarotta fraudolenta in amministrazione controllata, con l’accusa di aver fatto sparire i fondi destinati all’aumento di capitale del 1981, era stato condannato, con pena condonata, a tre anni e quattro mesi di reclusione. In un processo successivo la Cassazione aveva sentenziato (1992) che l’imprenditore non aveva trattenuto una parte dei fondi pagati da “La Centrale” di Roberto Calvi. Quei fondi erano scomparsi per opera di Tassan Din, Gelli e Ortolani. Nel 2006 il reato per cui fu arrestato nel 1983 è stato depenalizzato, Rizzoli ne ha chiesto l’archiviazione. Gianni Agnelli sfilò il Corriere della Sera alla prima famiglia di Milano per un piatto di lenticchie: valutato 400 cento miliardi, ne ottenne 10 (per tutto il patrimonio, immobili e giornali).

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