Home NotizieSan Marino Blocco operatorio dell’ISS, spesa più che raddoppiata dalla previsione iniziale

Blocco operatorio dell’ISS, spesa più che raddoppiata dalla previsione iniziale

da Redazione

Da due milioni e 200 mila euro euro a più di cinque milioni di euro per la realizzazione del nuovo blocco operatorio. E’ la denuncia della FuPi CSdl.

“Notiamo con piacere che, in merito alla spending review, ultimamente molte persone avvedute stanno concentrando la loro attenzione sui reali sprechi che avvengono quotidianamente nella Pubblica Amministrazione. È noto che quasi il 70% della spesa corrente, infatti, non è costituito dalla parte retributiva, ma da tutte le altre spese. E allora a queste spese bisogna in particolare fare attenzione. Troppe sono state in passato le occasioni per sprecare i soldi dei cittadini.

Ancora oggi ci sono realtà praticamente fuori controllo: qualche settimana fa abbiamo riportato, tra gli esempi, quello dell’appalto di ristrutturazione di una scuola che dalla fase di aggiudicazione a quella finale ha visto quintuplicarsi la spesa preventivata, con la motivazione di interventi che avrebbero dovuto chiaramente essere preventivati nella stessa fase di appalto. Ma i casi sono tanti e, purtroppo, con oneri per lo Stato ancora maggiori; guardiamo cosa è accaduto con la realizzazione del nuovo comparto operatorio dell’ISS. Inizialmente si prevedeva che la spesa non dovesse superare i 2 milioni e 200 mila euro; infatti, si legge dalla delibera n° 62 del 22 gennaio 2007, che alcune aziende interpellate sono state scartate poiché hanno superato questa cifra.

Ma nella stessa delibera si dispone anche di incaricare alcuni responsabili per individuare l’impresa alla quale affidare progettazione e realizzazione del nuovo comparto operatorio, con la possibilità di andare oltre ai 2 milioni e 200 mila euro inizialmente preventivati. La ditta, o meglio le ditte, vengono individuate (CES e Draeger Medical), e anche lo scostamento dal budget iniziale c’è, eccome; la spesa prevista infatti è di 4.457.000 euro. Ma non basta; con delibera del 23 luglio 2012, si autorizza la copertura di ulteriori 908.000 euro a favore delle due società.

Nessuno vuole mettere in dubbio la professionalità di chi ha fatto le scelte, tuttavia da una spesa che inizialmente si prevedeva potesse aggirarsi attorno ai 2 milioni di euro, si è passati ad una spesa effettiva di quasi 5 milioni e mezzo. Perché? Probabilmente la previsione iniziale era troppo bassa, però una differenza così rilevante lascia quantomeno un po’ perplessi.

Sempre in tema di uso delle risorse pubbliche, oltre ad una oculata gestione degli appalti, è sempre più indispensabile che lo Stato verifichi attentamente l’utilizzo, da parte delle aziende, dei fondi destinati agli ammortizzatori sociali; eventuali abusi che si verificassero in tale ambito equivarrebbero ad un furto ai danni dei contribuenti. Per abusi si intende la possibilità che un’impresa metta in cassa integrazione alcuni suoi dipendenti per poi, magari, farli lavorare in nero ad orario parziale. Nel nostro paese tali situazioni – complici anni di benessere nel quale tutti decidevano di chiudere un occhio seppur in situazioni di illegalità palese – sono state troppo spesso taciute; oggi più che mai è tempo di svegliarsi.


Alessio Muccioli – Segretario FUPI-CSdL (Pubblico Impiego)

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