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San Patrignano sulla campagna denigratoria

da Redazione

Stiamo assistendo ad una campagna di denigrazione di San Patrignano che non ha precedenti ed è triste constatare che tutto ciò avvenga per mano di chi professa di detenere saldamente nelle mani le radici dei valori fondanti della Comunità: i suoi più stretti famigliari.

Gli attacchi lanciati da Antonietta Muccioli, prima sul settimanale Gente e oggi, in maniera ancora più pesante, sulle reti Mediaset, sono frutto della esasperazione di situazioni personali che si sono determinate a seguito dell’abbandono della Comunità da parte del figlio Andrea.

L’abbandono di Andrea non è stato determinato dalla famiglia Moratti nel tentativo di impossessarsi di San Patrignano, così come affermato da Antonietta Muccioli, bensì da un lento e inesorabile declino che stava portando la Comunità ad una condizione di insostenibilità, sia economica che sociale.

La presa di coscienza di ciò e il derivante dibattito interno, che si è generato tra Andrea Muccioli e molti dei responsabili della Comunità sulle modalità e le strategie di gestione della struttura, hanno evidenziato l’impossibilità di ritornare ad una visione condivisa, portando al doloroso esito dell’estate 2011.

Gianmarco e Letizia Moratti, definiti e vissuti nelle parole espresse oggi da Antonietta come i meri finanziatori della Comunità, sono in realtà da sempre elementi integrati nel nucleo fondante della Comunità e con essa hanno condiviso da sempre i momenti più difficili e significativi.

Analogamente a quanto avvenuto nei momenti più difficili della vita di San Patrignano, anche nell’estate del 2011, nel momento in cui venivano messe in discussione le modalità e le strategie di gestione di Andrea Muccioli, la famiglia Moratti ha fornito tutto il proprio sostegno e vicinanza alla Comunità.

Tutto questo e il dolore che ciò ha provocato non giustificano le parole di Antonietta Muccioli che identifica la San Patrignano di oggi come un luogo in cui c’è solo odio, malvagità, cattiveria e spietatezza e dove non esistono più i valori attraverso cui è stata fondata.

E’ necessario che tutti tengano presente che in questo momento San Patrignano ospita 1300 ragazzi e che tutte le energie della struttura sono amorevolmente concentrate su di loro e sui loro bisogni di educazione, esempio, rispetto e fiducia.

L’unica preoccupazione che ci deriva da questi attacchi è il senso di smarrimento e sfiducia che possono provocare nei ragazzi e nelle loro famiglie che ce li hanno affidati.

Noi tutti, nel pieno rispetto dei principi e dei valori originariamente voluti sin dal momento della sua fondazione da Vincenzo Muccioli e dal gruppo di suoi amici cofondatori, molti dei quali ancora presenti in Comunità, continuiamo ad accogliere emarginati e tossicodipendenti in maniera completamente gratuita, senza chiedere nulla alle famiglie e neppure allo Stato.

Anche i contenuti del percorso riabilitativo continuano ad essere fortemente saldati a elementi di solidarietà, condivisione e mutuo aiuto con una forte presenza di volontari tra i collaboratori.

La nostra comunità è aperta a tutti. Visitandoci sarebbe facile comprendere come il problema di ciascuno continua ad essere il problema di tutti. Come in una grande famiglia, dove si ricerca il bene di ognuno nel rispetto delle sue identità e delle sue inclinazioni, umane, culturali, politiche e religiose. Tutti sono i benvenuti.

 

I responsabili di San Patrignano

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