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Opera-Dromos Network: è ora di fare chiarezza

da Redazione

La FULCAS-CSU ritiene indispensabile fare chiarezza sugli sviluppi della vicenda che riguarda da un lato il noto call-center Opera, con i suoi 43 dipendenti tuttora in Cassa Integrazione ed in attesa di vedersi liquidare competenze arretrate, e dall’altro lato il progetto imprenditoriale promosso dalla famiglia Borgherese che, tramite la nuova società sammarinese Dromos Network, si era impegnata a farsi carico della forza lavoro di Opera e che avrebbe dovuto creare nuove prospettive economiche ed occupazionali.

È opportuno innanzitutto ricordare che la Federazione Servizi della CSU, in tutti gli incontri avvenuti, ha sempre mantenuto una linea improntata al realismo ed alla chiarezza riguardo al fenomeno “call-center” a San Marino: l’esperienza vissuta nel recente passato con le vicende “Puntoshop” e “Todos”, e quanto sta accedendo con Opera, dimostrano chiaramente che questa tipologia di attività non ha prospettive di sviluppo all’interno del nostro sistema economico.

La necessità, per questo tipo di attività, è quella di attingere a profili professionali medio-bassi, spesso assunti con contratti part-time con numero minimo di ore settimanali e con conseguenti livelli retributivi ampiamente sotto le tabelle contrattuali vigenti. Rispetto alla realtà sammarinese questo comporta la mancanza di un equilibrio di bilancio che possa dare una solida prospettiva a queste aziende. Non a caso, nonostante gli incentivi temporanei previsti dalle leggi vigenti, i “call-center” sammarinesi sono entrati in crisi finanziaria dopo pochi mesi dall’avvio.

Nel caso di Dromos Network, il progetto imprenditoriale illustrato alla FULCAS-CSU ed approfondito in questi lunghissimi mesi di trattativa, mostrava sin dall’inizio una incolmabile lacuna derivante dalla mancanza di un equilibrio economico che avrebbe dovuto essere colmato in maniera quasi continuativa con forti incentivi economici da parte dello Stato.

Questa estenuante trattativa, condotta negli ultimi mesi, aveva per la CSU l’obiettivo primario di salvaguardare i 43 dipendenti di Opera, dando loro prospettive concrete ma, responsabilmente, è anche sempre stato ribadito che questa operazione non doveva pesare sul bilancio dello Stato in maniera diversa da quanto previsto per le altre realtà imprenditoriali.

Sul versante di Opera, questa situazione di incertezza legata al progetto Dromos ha contribuito ad appesantire l’importo degli arretrati da liquidare ai dipendenti e a creare ulteriori preoccupazioni agli stessi.

È ora di fare chiarezza! La FULCAS-CSU ritiene indispensabile chiarire la posizione di Dromos Network: dopo ben sette mesi nei quali si è giocata una partita sulla testa dei 43 dipendenti di Opera, non è accettabile che con uno scarno comunicato si annunci il “congelamento” e la “sospensione” di questa iniziativa. Crediamo sia indispensabile ricordare che il progetto in questione aveva – ed ha – come condizione determinante il salvataggio dei lavoratori di Opera, altrimenti crediamo che non sia opportuno proseguire con questa iniziativa imprenditoriale.

Riguardo alla situazione di Opera, è indispensabile un immediato incontro con la proprietà per definire prioritariamente un realistico e vincolante piano di rientro riguardo agli arretrati dovuti ai 43 dipendenti. Successivamente sarà necessario verificare la volontà di proseguire l’attività aziendale. La FULCAS-CSU, come ha finora dimostrato, valuterà assieme ai dipendenti le proposte avanzate e responsabilmente farà la sua parte a tutela dei diritti dei lavoratori.

La FULCAS-CSU, vista l’evoluzione e la conclusione di questa ulteriore iniziativa legata al mondo dei “call-center” , auspica che anche da parte del Governo venga una volta per tutte scritta la parola “fine” riguardo alla creazione ed allo sviluppo di questo tipo di attività all’interno del nostro tessuto economico e sociale.


FULCAS-CSU

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