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Diario della crisi dell’8 febbraio 2013

da Redazione

Mentre gli hacker attaccano la Federal Reserve, Obama attacca Standard&Poor’s, e il fisco italiano continua ad attaccare gli italiani.

 

di Saverio Mercadante

 

Mentre gli hacker attaccano la Federal Reserve, Obama attacca Standard&Poor’s, e il fisco italiano continua ad attaccare gli italiani.

Un sito Internet interno della Federal Reserve è stato preso di mira dai pirati del cyberspazio che hanno ottenuto informazioni custodite nella banca dati dell’istituto. Lo ha comunicato la Banca Centrale degli Stati Uniti. Pare che tutto parta ancora una volta da Anonymous. Dalla Fed sono stati sottratti e pubblicati sulla rete dati personali di oltre 4.000 dirigenti.

Intanto Obama al suo secondo mandato, senza più le preoccupazioni di una prossima rielezione, punta al bersaglio grosso. Vuole cinque miliardi di dollari da Standar&Poor’s per i danni provocati dalla crisi dei mutui subprime. L’agenzia di rating, secondo le accuse del Dipartimento alla giustizia Usa, avrebbe gonfiato le valutazioni di alcuni mutui ipotecari. Essendo peraltro consapevole, anche, delle disastrose conseguenze. “Le accuse contro di noi sono false e immotivate”, piagnucola l’agenzia di rating.

Il fisco italiano continua invece la sua guerra senza nessuna, nessuna, pietà per gli italiani. Per una cartella esattoriale relativa la pagamento Irpef di anni prima, e per un importo di 14mila lire, una casalinga si è vista ipotecare la casa da Equitalia. Ma anche per il resto degli italiani continua l’incubo. La pressione fiscale nel 2013 toccherà un nuovo record assoluto. Secondo la Cgia di Mestre in rapporto al Pil, la pressione fiscale salirà fino al 45,1%, +13,7% rispetto al 1980. Vuol dire che ogni italiano dovrà versare tasse, contributi e imposte per un ammontare di 11.735, +125% rispetto ai versamenti del 1980: erano solo 5.215 euro su base pro-capite. Secondo la CGIA la pressione fiscale reale si attesta ormai sopra il 54%, quando quest’ultima si calcola al netto dell’economia sommersa. Di fatto nel 2013 gli italiani lavoreranno per il fisco sino alla metà di giugno.

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