Un caso concreto: è il piano industriale più importante degli ultimi anni. Già assunti 60 dipendenti. Si punta a superare quota 500 nel 2016.
di Saverio Mercadante
È il piano di espansione industriale più importante degli ultimi anni nella Repubblica di San Marino. E’ la dimostrazione ancora una volta che la crisi, anche questa crisi devastante, può essere una grande opportunità di crescita. Il Gruppo SIT rilancia le proprie ambizioni sull’onda degli ottimi risultati di questi ultimi anni.
“Questo è un progetto che rappresenta la new age della SIT. È un progetto che nasce dalla nostra struttura, e io che sono l’amministratore unico sono la garanzia che quello che si è pensato di mettere in campo è fattibile dal punto di vista economico. Mi erano stati presentati due progetti in prima battuta dal nostro gruppo di manager e ho scelto questo progetto perché presuppone una crescita per linee interne dentro la nostra attuale struttura e all’interno della Repubblica di San Marino. È un percorso che facciamo insieme e che ci permette di alzare la qualità del nostro gruppo di lavoro: ci si forma come azienda e come persone. È un’esperienza bellissima. Non posso pensare che si possa fare diversamente. Questi sono i valori che ho dato all’azienda. L’importante è farlo insieme per misurarsi, per crescere sempre di più. E’ un progetto molto avanzato, molto ambizioso”. L’energia dolce di Simona Michelotti è davvero travolgente; quarantaquattro anni di impresa non hanno minimamente intaccato la voglia, la necessità di pensare il futuro. Insieme: questa è la parola chiave del successo della sua impresa. Insieme ai suoi manager, insieme a sua figlia, Neni Rossini, insieme alla sorella Marta, insieme a tutti i lavoratori del Gruppo SIT.
Un po’ di storia. E un po’ di numeri
L’impresa nasce nel 1967 come Rotostampa grazie alle capacità imprenditoriali di Romano Michelotti e della figlia Simona; si sviluppa nel 1971 la Società SIT, Stampa di Imballaggi Trasparenti.
Il Piano strategico 2012-2016 si basa sulla costruzione di due nuovi insediamenti a San Marino e su ampliamenti delle altre due aziende che il gruppo ha in Italia, acquisite nel 2005 e nel 2006, Sarel Plast, specializzata in stampa flessografica e Mipa, unità produttiva rotocalco, ora SITITALIA. L’investimento più grosso sarà a San Marino. Il piano di sviluppo ha già comportato l’assunzione di oltre sessanta addetti. L’investimento è molto importante, oltre i settanta milioni di euro, provenienti per la maggior parte dalle risorse finanziare interne. Il Piano prevede di passare dai 90 milioni di fatturato del 2011 ai 165 milioni di euro del 2016; nel 2012 siamo già intorno ai 100. Sul versante del personale: dai 330 dipendenti del 2011 ai 500 del 2016. La capacità produttiva passerà da 450 milioni di mq a 850 milioni.
“E certamente importante l’obiettivo ma è soprattutto importante il percorso che faremo insieme – spiega il direttore Generale Claudio Carattoni – Mettersi alla prova utilizzando metodiche di eccellenza e basandosi su principi sani, su un rigore morale che rifugge qualsiasi scelta ‘border line’. Una grande serietà che in questi anni ci ha premiato ed è stata sempre più coinvolgente anche nel rapporto con i nostri clienti. Puntando molto alla formazione, paradossalmente la nostra dimensione organizzativa anche già negli anni scorsi era superiore alle dimensioni stesse dell’azienda. Anche oggi SIT lavora con una visione, con una mentalità, con modelli organizzativi d’avanguardia e una pianificazione strategica che sono più avanti delle nostre dimensioni effettive”. E non è un caso, dunque, che sono clienti dell’impresa sammarinese praticamente tutti i più grandi nomi dell’industria italiana e internazionale: da Barilla a Ferrero, e poi ancora Kraft, Nestlè, Loacker, Mars, solo per citarne alcuni.
“SIT nel settore dell’imballaggio flessibile è il primo fornitore di Ferrero nel mondo”, rivendica con orgoglio il direttore generale Carattoni.
Il Gruppo SIT si è specializzato nel settore del food: confectionery, snack, chocolate, prodotti da forno, pasta, caffè e bevande, prodotti freschi, surgelati e gelati. Ma opera anche nel settore del non food: detersivi, prodotti medicali, personal care.
Le tecnologie del Gruppo: rotocalco, flessografia, applicazioni speciali per il packaging flessibile.
Una visione di gruppo. A tutti i livelli d’azienda
Dietro il piano strategico 2012-2016 c’è naturalmente una visione di grande respiro presentata a tutti i livelli dell’azienda. E ancora una volta torna la dimensione dell’insieme, che è veramente un enorme valore aggiunto per la spinta propulsiva del gruppo sammarinese. Gli obiettivi del Piano: raddoppiare il fatturato nel packaging flessibile; conquistare una posizione rilevante a livello internazionale; mantenere la profittabilità e l’indipendenza economica. E crescere, ma senza perdere lo spirito e i valori del patrimonio d’origine.
Il Piano si muove su diversi livelli strategici che contemplano la crescita del valore per le imprese clienti e per la SIT attraverso un rapporto di partneriato e non solo come semplici fornitori; la realizzazione, come si è già detto, di un forte piano industriale ad alti investimenti; l’implementazione di una strategia prodotto/mercato basata sulle competenze e le esperienze del gruppo e la promozione e la crescita delle persone all’interno del Gruppo.
“In controtendenza con il settore – continua il General Manager – noi pensiamo che serva creare dei siti industriali molto dedicati, molto specializzati. Un sito che produce i prodotti per confezionare il caffè è diverso da un altro che lavora per confezionare gli snack, le merendine. Si possono fare tutte e due le cose naturalmente, ma è poco efficiente e ti porta a perdere redditività in un settore come il nostro, a basso valore aggiunto. Ed è un errore che hanno commesso molti nostri competitor. Si pensi che quasi il 60% del costo industriale è rappresentato dalle materie prime. Dunque c’è la necessità di realizzare pochi scarti, sono indispensabili velocità di produzione, personale molto focalizzato sul prodotto, pochi errori. Solo così si riesce a rimanere a galla, altrimenti rischi di morire”. La ricerca dell’efficienza si innesta su una logica industriale che cerca di rendere efficiente tutta la filiera cliente-fornitore all’interno di progetti strategici comuni, planning collaborativi, adottando sistemi innovativi di gestione della cosiddetta supply chain, la catena di distribuzione. E non va dimenticato che nella visione strategica della SIT il tema dell’efficienza si sposa sempre con quello della sostenibilità del prodotto, e della sicurezza alimentare, cioè il rischio di contaminazione del prodotto. Rigorosissimi i controlli nei laboratori del Gruppo SIT che fanno riferimento alle normative e agli standard internazionali più evoluti.
Investire in impianti diversi. Sul Titano
La ricerca dell’efficienza spiega dunque anche la strategia multiplant. A Gualdicciolo il Gruppo SIT vuole costruire un nuovo stabilimento ad alta specializzazione di prodotto. A regime, il nuovo insediamento dovrebbe arrivare a fatturare circa 40 milioni di euro. Il motore SIT va già a pieno regime e anche di più per raggiungere gli obiettivi del Piano. Dai primi di settembre dello scorso anno si lavora anche il sabato e domenica per la formazione del personale per il nuovo stabilimento e per evadere importanti commesse.
L’altro nuovo insediamento sarà di fronte alla sede della SIT di Faetano: saranno prodotte le matrici di stampa, rinunciando così ai fornitori esterni e rendendo più veloci le risposte dell’azienda sammarinese ai clienti sulla parte grafica. Qui ci sarà anche il nuovo centro direzionale del gruppo. A San Marino dunque nascerà un vero e proprio head-quarter: saranno centralizzate la parte commerciale, gli approvvigionamenti, i sistemi informativi, la ricerca e sviluppo.
Una critica al sistema: contratti e residenze
Una critica al sistema sammarinese. “A livello di alte professionalità – osserva Claudio Carattoni – San Marino non ha nessun tipo di attrattività. Se dobbiamo cercarci un dirigente di alto profilo ci scontriamo con il fatto che qui non esiste un contratto per dirigenti. È assurdo. Dobbiamo quindi crearci da soli dei modelli di retribuzione che contemplino polizze assicurative private che vadano a sostituire l’assenza contrattuale. Oppure saremmo costretti ad assumerli in Italia con costi molto maggiori. Di fronte a piani di sviluppo di questa importanza, che necessitano di figure professionali importanti che provengono dall’estero, sarebbe il caso di concedere delle residenze che avrebbero anche un ritorno per l’economia del Paese”.
“Già adesso SIT – continua nella sua analisi il general manager – è un’azienda che è sempre più presente a livello europeo e si misura con gruppi molti più strutturati di noi. In futuro, dopo questo percorso di crescita per linee interne, siamo ambiziosi, è previsto un ulteriore sviluppo per linee esterne: un processo di acquisizioni sui mercati internazionali. E lì le opportunità sono ghiottissime. Essendo fornitori globali di grossi gruppi internazionali che si sono spostati sui mercati emergenti, Cina, Brasile India, Messico, se fossimo già ora pronti con la nostra struttura per aprire uno stabilimento in quei Paesi, avremmo veramente grandi chance. Il problema non sono nemmeno i finanziamenti, il problema è la gestione: ci si aspetta da noi che anche in quei siti industriali possiamo essere in grado di assicurare la stessa qualità di prodotto che offriamo in Italia. Abbiamo già avuto delle richieste in questo senso”.
“Ecco, questo piano strategico 2012–2016, – conclude Claudio Carattoni – ci serve per creare una struttura che sulla valorizzazione delle competenze delle nostre risorse umane e sulla crescita del fatturato crei quello zoccolo duro che ci permetta poi di affrontare questa nuova sfida”.
Lo Stato sammarinese se vuole vincere la sua scommessa per rilanciare il sistema paese e renderlo competitivo all’interno della globalizzazione non ha altra scelta: creare le migliori condizioni normative e strutturali affinché aziende leader come Il Gruppo SIT possano affermare la loro cultura industriale d’avanguardia nel mondo.
Nella foto: Simona Michelotti, la figlia Neni Rossini e Claudio Carattoni