Home FixingFixing San Marino, CCIAA: lo Stato lascerà il posto ai privati? Sostentamento con la tassa sulla licenza

San Marino, CCIAA: lo Stato lascerà il posto ai privati? Sostentamento con la tassa sulla licenza

da Redazione

La nuova Camera di Commercio dovrà, dovrebbe avere, nuove funzionalità e nuovi compiti che oggi invece sono gestiti da uffici diversi (ad esempio Ufficio Industria, Tribunale), assorbendo e accentrando servizi o funzioni attualmente spalmate su vari uffici della pubblica amministrazione (libro soci, registro delle società, vigenze tanto per fare qualche esempio pratico).

 

di Loris Pironi

 

Carta canta. E a volte sentire questo canto fa male. Non tanto alle orecchie quanto al cuore. Così siamo andati a ripescare dall’archivio il numero 43 del 2011 del nostro settimanale, quando pubblicammo – in anteprima assoluta e in esclusiva – le anticipazioni riguardanti la riforma della Camera di Commercio. Diciamo che fa male perché scrivemmo che i tempi erano maturi per vedere iniziare l’iter parlamentare di questo progetto di legge, che già aveva la benedizione dello stesso ente. E invece tutto è rimasto impantanato, al punto che il confronto in merito non è ancora partito.

Proviamo a guardare oggi, senza più dare neanche il minimo sentore di prossimità di partenza dei lavori (chi può dirlo, a questo punto?) quali sono le linee guida del testo di legge. Innanzitutto la riforma andrebbe a ribaltare la proprietà dell’ente. Oggi il 51% del capitale sociale è in mano all’Eccellentissima Camera, il restante 49 è diviso tra le associazioni di categoria (ANIS, OSLA, UNAS, USC e USOT), quattro banche e l’Università di San Marino. In futuro, secondo le indiscrezioni relative al testo di riforma, lo Stato dovrà uscire dal capitale sociale lasciando il posto verosimilmente ad un aumento azionario delle categorie economiche.

La nuova Camera di Commercio dovrà, dovrebbe avere, nuove funzionalità e nuovi compiti che oggi invece sono gestiti da uffici diversi (ad esempio Ufficio Industria, Tribunale), assorbendo e accentrando servizi o funzioni attualmente spalmate su vari uffici della pubblica amministrazione (libro soci, registro delle società, vigenze tanto per fare qualche esempio pratico). L’intento è chiaramente quello di sburocratizzare un sistema attualmente incredibilmente complesso per l’ordine di grandezza del Titano.

Sempre sbirciando il testo, la nuova Camera di Commercio dovrà/dovrebbe ricoprire un ruolo di collaborazione se non di affiancamento alle politiche economico-commerciali dell’esecutivo. Resta il discorso-chiave relativo alle entrate. Se oggi è in bilico per via dei capricci dei singoli consiglieri, in futuro, almeno in linea teorica, la tassa sulla licenza dovrebbe funzionare quale iscrizione obbligatoria a Camera di Commercio e nel contempo l’entrata economica principale dell’ente, per permettere di ritornare i servizi alle stesse imprese.

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