Una sentenza storica. Il popolo islandese ce l’ha fatta: ha vinto contro l’Unione Europea. Aveva convinto a suo tempo il governo a non far pagare ai contribuenti gli errori delle banche.
di Saverio Mercadante
Una sentenza storica. Il popolo islandese ce l’ha fatta: ha vinto contro l’Unione Europea. Aveva convinto a suo tempo il governo a non far pagare ai contribuenti gli errori delle banche. La corte dell’EFTA (Area Europea di Libero Scambio cui fa parte anche Reykjavik) ha stabilito che il Paese nordico non ha violato la direttiva comunitaria di garanzia sui depositi, quando ha lasciato che le sue banche fallissero.
L’accusa era di aver tenuto un comportamento discriminatorio nei confronti dei clienti olandesi e britannici della banca Icesave, controllata dalla islandese Landsbanki, rispetto invece ai propri depositanti, che sono stati protetti. Olanda e Regno Unito chiedevano un indennizzo per i propri cittadini. La vittoria legale ora permetterà di non dover effettuare risarcimenti troppo grandi a Olanda e Regno Unito. E sembra che il mondo economico ancora non abbia imparato da quella devastante origine della crisi che ancora ci non fa respirare. I derivati sono ancora al centro del mondo finanziario e fanno paura per quanta massa di denaro ancora intercettano. L’allarme rosso della crisi finanziaria del 2008, fu causata appunto da una categoria particolare di questi strumenti finanziari, costruiti sui mutui che sarebbero diventati presto spazzatura perché i sottoscrittori, che li avevano ottenuti a prezzi bassissimi, non avrebbero saputo più come pagarli. I derivati in totale valgono 637 mila miliardi di dollari, circa dieci volte il Pil mondiale. Maledetti strumenti finanziari, prodotti salsiccia, il cui valore dipende da un’attività sottostante come valute, merci, titoli, crediti, indici finanziari o altro. Swap, credit default swap e i loro parenti serpenti hanno fatto danni immani. Hanno causato buchi pesantissimi nei bilanci di alcune delle più grandi banche di tutto il mondo, dai colossi di Wall Street all’italiana Monte dei Paschi di Siena.
La banca più antica del mondo rischia di diventare spazzatura.