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San Marino, la frontiera di Hit Medica. Il futuro è nei polimeri

da Redazione

La società sammarinese fa parte della multinazionale Lima Corporate. Luka Simetovic:” Ci stiamo espandendo sui mercati di Australia, Giappone e USA”.

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di Loris Pironi

 

Hit Medica è una di quelle aziende sammarinesi per le quali si può parlare concretamente di innovazione, una di quelle storie che San Marino Fixing cerca di scovare e di raccontare, per far capire che un’altra via è possibile. E che già oggi c’è un’economia “nuova”, se ci passate il termine, basata su ricerca, qualità dei prodotti, oculata scelta dei mercati su cui puntare.

Nata nel 1978, Hit Medica come distributore di grandi marchi prima e produttore autonomo a proprio marchio poi di dispositivi utilizzati in chirurgia (prevalentemente in ambito traumatologico, nello specifico viti, placche e chiodi). La società ha compiuto un salto di qualità nel 2008 quando è entrata nella galassia della multinazionale friulana Lima Corporate e un ulteriore balzo nel 2010, quando ha inaugurato lo stabilimento sammarinese, che peraltro comprende un’innovativa camera bianca (un ambiente ad atmosfera controllata), dotata dal suo interno di una pressa “injection moulding” destinata a materiale polimerico, una struttura come ce ne sono poche in tutta Europa. Peccato solo che il 2010 abbia rappresentato il clou della crisi in particolare per San Marino. Questo ha portato una ristrutturazione interna nel 2011 per contenere i costi. Nonostante questo la curva di crescita di Hit Medica non si è fermata e il piano industriale sta per realizzare un nuovo passo in avanti. Perché Lima Corporate sul finire del 2012 ha cambiato proprietario (adesso è nelle mani di un fondo) ed ha rilanciato la propria vocazione ad investire su innovazione e nuovi mercati.


Innovazione e mercati “ricchi”.

 

“Lo stesso approccio vale per Hit Medica – spiega a Fixing l’ingegner Luka Simetovic, Ad della società sammarinese laureato al Politecnico di Milano e con trascorsi in General Electric e Fujifilm – La linea è quella di puntare su prodotti ad alto contenuto d’innovazione e su mercati ‘ricchi’. Anche in un settore come il nostro infatti c’è una concorrenza al ribasso su prodotti realizzati, con bassa marginalità, in particolare nei Paesi del Sudest asiatico. Hit Medica invece ha deciso di seguire una strada diversa”.

E la strada è quella di lavorare, bene, in un settore di nicchia, selezionando con attenzione il proprio mercato. Dicevamo di nicchia perché in ambito protesico e traumatologico i segmenti principali del mercato sono rappresentati dall’anca e dal ginocchio. Lima, e Hit Medica, puntano invece sul trattamento della spalla. Mentre Lima Corporate si occupa prevalentemente di protesi, la filiale sammarinese è focalizzata sui sistemi di osteosintesi, placche, viti, chiodi, compresi prodotti riassorbibili, cioè che non necessitano di un nuovo intervento chirurgico per la rimozione. Ed è qui che iniziamo a scendere nel concreto in merito alla nostra storia d’innovazione. In questo settore, la storia, per così dire, è rappresentata dall’acciaio. Il presente dal titanio, il futuro dai materiali polimerici.


I materiali polimerici: la prossima frontiera.

 

“Già oggi – spiega l’Ad di Hit Medica – il 15% circa dei nostri prodotti è realizzato con materiali polimerici, nello specifico il Cfr Peek (Cfr sta per carbon fiber reinforced, ovvero rinforzato in carbonio, ndr), il restante in prodotti tradizionali in titanio. Il titanio lo lavoriamo nella nostra officina per poi completare il processo con il lavaggio in camera bianca, i polimeri invece vengono direttamente lavorati alla pressa in camera bianca. Peraltro si tratta di prodotti realizzati internamente da noi, con alcune linee di prodotto brevettate a livello internazionale. Il futuro è rappresentato dai materiali polimerici e così l’innovazione è per noi la volontà di esplorare nuove tecnologie in questa direzione, è la nostra scommessa come azienda”.

Quali sono le caratteristiche dei prodotti realizzati in Cfr Peek? “Si tratta di un materiale radiotrasparente, dunque non visibile nelle radiografie una volta impiantato permettendo una migliore controllo dell’evoluzione dell’osteosintesi; la poliassialità delle viti permette di ottimizzare la geometria della placca inserita. I prodotti realizzati con materiali polimerici a differenza di quanto avviene col titanio non provocano fusione tra le parti, dunque questo porta ad un’estrema facilità di rimozione. Infine come livello di elasticità questo materiale è simile a quello dell’osso corticale (la parte esterna dell’osso, ndr) e anche questo è un elemento importante”.


Hit Medica negli USA in Giappone e Australia. E importante è anche scegliere i mercati giusti.

 

“Infatti – conferma Simetovic – Fino ad oggi la parte più consistente del nostro mercato è stata l’Italia. Tra spending review e quant’altro è ovvio che questo sia un mercato che non può assicurarci una crescita importante. Così, dopo un’attenta analisi e selezione, abbiamo iniziato a guardare principalmente ad altre tre direttrici: l’Australia, dove abbiamo già iniziato a penetrare sul mercato e dove contiamo di espanderci abbastanza rapidamente già da quest’anno, il Giappone, mercato non facile, dove ci attendiamo risultati già nel primo semestre 2013, e gli Stati Uniti, dove la novità dei nostri prodotti richiederà forse un impegno ancora maggiore, ma dove contiamo di riuscire a vedere i primi risultati entro il secondo semestre dell’anno”. Per dare un ordine di grandezza, il fatturato di Hit Medica nell’anno appena chiuso ha superato gli 8 milioni di euro, la maggior parte realizzati sul mercato italiano, mentre il piano aziendale prevede di quadruplicare il fatturato realizzato all’estero (con prodotti Hit Medica ma con il brand in rapida espansione di Lima Corporate) nell’arco di appena 4 anni.

Intanto Hit Medica cresce. Attualmente conta una cinquantina di dipendenti e sta operando qualche assunzione. “Ci sarebbe molto da dire sul mercato del lavoro sammarinese”, afferma a proposito Luka Simetovic. Che lancia un messaggio forte e chiaro: “Ragazzi, specializzatevi, investite nella vostra crescita professionale”.

Una questione di mentalità, concludiamo noi, che riguarda i lavoratori ma ancor più chi è ai comandi della macchina pubblica.

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