Riflessioni sui dati (impietosi) forniti da USOT e Consorzio San Marino 2000. Bene le proposte a medio-lungo termine, ma servono iniziative immediate.
di Alessandro Carli
Un’analisi delle criticità del comparto turistico (“Rispetto al 2011, il 2012 ha evidenziato un ulteriore calo dell’occupazione delle camere, scesa al 43% lì dove la soglia di sopravvivenza è stimata al 60%” ha rimarcato congiuntamente, durante la presentazione dei dati, USOT e Consorzio San Marino 2000), alcune serie proposte per il rilancio, nel breve e medio periodo (benessere, giochi e arte) e un dato di fatto: la Repubblica di San Marino sta perdendo, anno dopo anno, il suo appeal.
Al di là dei numeri nudi – l’abbassamento percentuale complessivo sul 2011 è stato del 2,5% con un picco, in estate, del 4.75%; nel 2012 inoltre hanno chiuso tre strutture ricettive e durante tutto l’anno gli operatori hanno fatto richiesta massiccia di Cassa Integrazione Guadagni – e di qualche mezzo sorriso (dicembre, grazie a una serie di eventi pubblici e privati, ha fatto segnare un +6%), è chiaro che questo schiacciamento si presti – per noi di San Marino Fixing – a una riflessione molto più ampia sulle criticità del sistema paese e sugli hub di attrazione.
Ben vengano le proposte avanzate dall’Unione Sammarinese Operatori Turistici e Consorzio San Marino 2000: la seconda sede della Giochi del Titano all’interno del centro storico per esempio, ma anche le mostre d’arte e il benessere. Prima di inoltrarci nelle proposte, è chiaro che è necessario capire come e perché si sono generati questi numeri.
La contrazione del periodo estivo è la conferma che è finito il modello di un Titano che vive di riflesso sulla Riviera: in tutto il mondo si parla di destagionalizzazione e di forti calamite (ovvero proposte) in grado di stimolare i turisti. Ma non a San Marino che, al di là di dicembre (il privato, ovvero il San Marino Film Festival e il Festival Anime, ha saputo richiamare molto appassionati), oggi non è in grado di proporre un calendario interessante. La Riviera romagnola, anche a causa della crisi, si è rimboccata le maniche. Sul Monte, diciamolo fuori dia denti, si è fatto poco o nulla. Certo non giova la mancanza di proposte nel centro storico e i trasporti: i primi, quei pochi locali, la sera chiudono molto presto. I trasporti che collegano il mare al monte, all’imbrunire, si fermano.
A questo proposito, San Marino Fixing, in prima persona, può raccontare un piccolo ma significativo episodio: a fine novembre, un venerdì, il teatro Titano ha ospitato uno spettacolo teatrale. Alle 22.30 è capitato di incontrare due turisti stranieri che hanno chiesto perché non ci fosse un bar aperto. In breve: sono andati in Riviera.
Impossibilitati a muoversi con bus, hanno chiesto di essere accompagnati a Rimini. In automobile, i due turisti – viaggiatori dei siti UNESCO – hanno chiesto candidamente: “Perché una persona dovrebbe venire a San Marino?”.
Perché dovrebbe, ma soprattutto, come fa a venire a San Marino? Terminato il periodo dei prezzi più convenienti per acquisti e carburanti (con la SMaC c’è ancora un prezzo competitivo, senza invece conviene recarsi in Riviera), è chiaro che la Repubblica deve essere in grado di offrire qualcosa di unico. Le potenzialità ci sono, gli strumenti pure: le grandi mostre d’arte e i prodotti tipici; in questo la città di Treviso è maestra. I turisti però devono essere accompagnati, coccolati. E devono poter avere l’occasione, finita la visita di pittura o fotografia, di poter ristorarsi, ammirare le bellissime torri.
Senza inoltrarsi nella MotoGp (certo, la Formula Uno di Imola, per motivi logistici, non aveva ricadute sul territorio, ma anche per le due ruote, che si svolgono a Misano Adriatico, l’impatto è limitato rispetto alla spesa, che nel 2013 sarà di poco meno di un milione di euro) e senza puntare il dito sulla bretella che collega Rimini alla Repubblica, occorre capire come richiamare i turisti. Se è vero, come è stato detto da Stefano Raggi del Consorzio San Marino 2000, che “ogni anno il Monte perde il 30% di visitatori in automobile”, è necessario capire come far arrivare i viaggiatori sul territorio. Il modo più veloce è l’aeroporto, che a Rimini è il Fellini, ed è, testualmente, “internazionale”, ed è gestito da Aeradria. Nell’elenco soci del bilancio 2012 appaiono, per la parte del Titano, l’Eccellentissima camera della Repubblica di San Marino (valore nominale della partecipazione: 393.853 euro, ovvero il 2,97%) e Assoservizi srl (0,19%, che tradotto in valore nominale in euro si parla di circa 25 mila euro). Dopo la perdita di Wind jet (fallita) e Ryanair (emigrata altrove), lo scalo riminese è in difficoltà. Ma rappresenta e deve rappresentare una risorsa su cui investire: è un hub in grado di far pervenire i turisti sul territorio da tutta Europa. E quindi è il caso che la parte sammarinese rifletta sulla sua presenza (e quindi in euro) all’interno della società.
Tutto il resto – una Giochi del Titano all’interno di Città, il benessere, l’apertura di alcuni punti commerciali dei prodotti tipici del territorio, eccetera – verrebbe poi di conseguenza: va benissimo proporre, ma è necessario anche che ci sia qualcuno che usufruisca questi servizi.