Vengono anche specificati gli ambiti che verranno sottoposti: la PA, gli Enti del settore pubblico allargato, le società e gli enti partecipati dallo Stato.
Revisione della spesa pubblica: siamo arrivati infine al mettere nero su bianco la famosa e stra-annunciata spending review. È prevista e specificata dall’art. 15 della Legge di Bilancio, la n. 150 del 21 dicembre 2012. Per “supportare efficacemente un processo di riduzione effettiva della spesa pubblica – è scritto nero su bianco – è dato mandato al Congresso di Stato di avviare a partire dal mese di gennaio 2013 un processo di analisi e revisione della spesa complessiva. Vengono anche specificati gli ambiti che verranno sottoposti a spending review: la Pubblica Amministrazione, gli Enti del settore pubblico allargato, le società e gli enti partecipati dallo Stato, le società e gli enti che seppure non sono partecipati dallo Stato beneficiano di investimenti o contributi pubblici diretti o indiretti rilevanti al fine del loro equilibrio economico-patrimoniale.
Chi se ne occuperà?
Ad occuparsi di questo processo sarà un apposito gruppo tecnico, e non sarà un gruppo di auto-analisi, in quanto la porta è stata esplicitamente aperta anche a soggetti esterni alla PA. Il gruppo tecnico sarà formato da un massimo di 5 membri scelti fra soggetti “in possesso delle adeguate competenze in materia contabile, amministrativa e di controllo di gestione”. Tutti quanti saranno di nomina politica: 3 saranno scelti dal Congresso di Stato e due dal Consiglio (di cui uno scelto dall’opposizione). La formula utilizzata è un pizzico arzigogolata, ma l’articolo in questione specifica che per questi ‘fantastici’ cinque “si potrà anche prevedere un eventuale compenso”. Dunque non necessariamente sarà un lavoro spassionato ma al contrario in qualche modo attualmente non meglio specificato potrebbe anche essere retribuito.
Questione di analisi
L’analisi sarà volta alla rilevazione delle aree di eccesso inefficienza e incoerenza della spesa. Si dovrà esplicare nell’analisi dei processi gestionali e amministrativi; delle modalità di gestione e erogazione dei servizi; infine, nell’analisi delle forme e delle misure di contribuzione a diverso titolo alla sfera privata.
Tempistica
Entro il 31 maggio 2013 le criticità rilevate dovranno essere segnalate dal Gruppo Tecnico, chiamato a indicarne la misura e a proporre gli interventi di correzione. In base a ciò il Congresso di Stato dovrà predisporre un piano esecutivo di intervento che comprenda l’implementazione delle norme e procedure necessarie per la riduzione della Spesa, piano esecutivo che sarà sottoposto al Consiglio Grande e Generale.
Nel caso in cui gli effetti dell’attività di revisione non consentano un risparmio effettivo di costi – il riferimento è l’Allegato Z della Legge di Bilancio dello scorso anno – il Congresso è impegnato a proporre, nell’ambito dell’assestamento di bilancio, i tagli necessari alla realizzazione di tali obiettivi. Come a dire che con o senza spending review i tagli ci saranno comunque, ed è un segnale importante.
Ulteriori disposizioni
Ulteriori disposizioni in materia di spending review legata al pubblico impiego sono specificate una manciata di pagine più tardi all’interno dell’art. 44, che mette nelle mani dell’Esecutivo la possibilità di ridurre le spese anche agendo su pensionamenti nella PA in base alla legge 157/2005 (escluso il personale sanitario dirigente, per il quale serve il via libera della Direzione Generale ISS).
Un’altra leva affidata al Congresso di Stato riguarda le autorizzazioni di spesa relative agli incarichi professionali, di collaborazione e consulenza, su cui graverà il parere vincolante del Governo. Anche in questo caso è positiva la volontà di tagliare ma non si può non evidenziare come ancora una volta è affidata grande discrezionalità agli otto membri dell’Esecutivo.