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San Marino, USL: bene le 1.156 nuove assunzioni del 2012 ma la crisi morde ancora

da Redazione

Il settimanale dell’ANIS, Fixing, ha analizzato i dati di chi ha trovato lavoro nel 2012. Su 1.156 assunzioni totali, il settore con il maggior numero di nuove assunzioni è stato quello del commercio: 349. A seguire il settore delle industrie manifatturiere: 225. In cima alle nuove assunzioni ci sono i commessi, seguiti da assistenti per anziani, gli impiegati d’ordine e gli addetti alla produzione.

Tali dati non possono che essere interpretati positivamente e testimoniano che vi sono settori produttivi che, nonostante il perdurare della situazione di difficoltà dell’economia sammarinese, riescono a mantenere un trend di crescita, grazie alla volontà e alla capacità dimostrate dagli imprenditori e dai lavoratori sammarinesi.

Tuttavia l’USL ricorda che il 2012 è stato un anno durissimo per l’occupazione: le imprese in difficoltà, che hanno ridotto il personale, sono state oltre 260; 302 le aziende che hanno fatto ricorso alla mobilità; oltre 1000 i disoccupati in senso stretto. Il 2013 è iniziato sulla falsa riga dell’anno precedente, con ben 170 aziende che hanno fatto richiesta di ricorso alla Cassa integrazione guadagni per il mese di Gennaio.

La nostra organizzazione da tempo chiede misure urgenti a sostegno della crescita e del rilancio dell’occupazione in territorio, sia per sostenere e rafforzare i settori “in salute”, sia per rivitalizzare quelli in maggiore difficoltà. Come affermato nei giorni scorsi dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, occorre investire nello sviluppo dell’imprenditoria, in particolare tra i giovani: stimolare adeguatamente la cultura imprenditoriale è un elemento centrale per la creazione di lavoro e il rilancio del sistema paese.

Imprese sostenibili e rispettose degli standard internazionali, in cui si punti sulla valorizzazione della partecipazione dei lavoratori e su modelli organizzativi di tipo collaborativo, sono elementi fondamentali per recuperare l’attrattività e la competitività che ora mancano alla nostra Repubblica.

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