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Economia, Italia: anche per Confindustria ripresa (quasi) in vista

da Redazione

Secondo il Centro Studi di viale dell’Astronomia migliorerà il mercato interno. Ma il 2012 è stato caratterizzato da disoccupazione e calo dei consumi.

 

Le autorevoli previsioni di Mario Draghi (“L’economia inizierà a riprendersi nella seconda metà del 2013”), sembrano trovare seguito nei dati comunicati dal Centro studi di Confindustria che, sebbene tratteggi l’anno appena iniziato con tinte “fosche” (800 mila occupati in meno e una pressione fiscale al 54%), tra il secondo e il terzo trimestre del 2013 dovrebbe arrivare “un miglioramento del mercato interno, al quale daranno un apporto nel 2013 anche gli effetti meno restrittivi delle politiche di bilancio”. Un contributo dovrebbe arrivare anche dallo scudo anti-spread della Bce. Il Centro studi di Confindustria, diretto da Luca Paolazzi, intanto mantiene invariata la stima sul Pil italiano del 2012 (-2,4%), ma taglia nettamente la stima sul PIL del 2013: la recessione sarà dello 0,6%, il doppio rispetto a quanto stimato appena lo scorso giugno.

“Le nuove previsioni scontano un tasso di cambio dollaro euro marginalmente più favorevole rispetto allo scenario di giugno, il rinvio dell’aumento dell’Iva a luglio – aggiunge il rapporto -, una dinamica del commercio internazionale nettamente più bassa nel 2012 (1,4% contro il 2,5% stimato in giugno e soprattutto nel 2013 (1,6% dal 4,5% precedente), ma che tornerà positiva nei prossimi mesi”.

Tuttavia, il Csc ricorda che “nella prossima primavera si svolgeranno le elezioni politiche: non è chiaro al momento con quali norme si andrà al voto e se queste garantiranno il formarsi in tempi rapidi di una maggioranza stabile e riformista. Nel complesso, quindi, i rischi restano tutti sbilanciati al ribasso e pongono un punto interrogativo sulla tempistica e sull’entità della ripresa durante il 2013”.


Pareggio di Bilancio nel 2013

 

“I progressi nei conti pubblici sono impressionanti: il saldo primario sale al 4% del Pil nel 2013, il più elevato tra i paesi avanzati. Era nullo nel 2010”. Secondo il Csc, “l’indebitamento sarà più basso di quello previsto per effetto di una minore spesa per interessi dovuta alla riduzione della vita media del debito. In termini strutturali, il deficit pubblico sarà allo 0,7% del Pil nel 2012 e allo 0,2% quest’anno”.

Il Csc stima “un indebitamento netto pari al 2,1% del Pil per il 2012 e all’1,4% per il 2013. Il nuovo scenario sconta il peggioramento del quadro economico e incorpora gli effetti finanziari del DL 95 del 2012 quindi lo slittamento dell’aumento dell’Iva e i tagli di spesa previsti per la copertura”.


Lavoro: 800 mila disoccupati in più

 

Disoccupazione in crescita in Italia nel 2013: il tasso di chi è in cerca di un lavoro raggiungerà il 12,5%. Ma se si include la Cig, si arriva al 13,9%. Le previsioni di giugno parlavano di un tasso di disoccupazione (senza considerare la Cig) rispettivamente al 10,9% e al 12,4%. Dal secondo trimestre 2011 al secondo trimestre 2012 i disoccupati sono cresciuti di 758 mila unità, soprattutto per l’aumento delle persone in cerca i lavoro. “Se prendiamo i dati trimestrali – scrive ancora il Csc – osserviamo che essendo l’occupazione rimasta pressoché stabile, è il sostanzioso aumento della forza lavoro che è iniziato nel terzo trimestre del 2011 e che è arrivato a + 710mila unità in dodici mesi (+2,8%) che si è tradotto in, e insieme è spiegato da, un maggior numero di persone in cerca di impiego (+758mila ossia +38,9%)”.


Brusco calo dei consumi 2012: -3,2%

 

Il Centro studi rivela poi che i consumi degli italiani hanno subito nel 2012 la flessione più grave dal dopoguerra: -3,2% procapite. Quest’anno, invece, torneranno ai livelli del 1997, con una frenata nella caduta che porterà i consumi al -1%.

Per il Csc il crollo dei consumi delle famiglie risulta particolarmente marcato per i beni (-6,3% dal primo trimestre 2011) a fronte di una lieve riduzione della domanda di servizi (-1,2%). Secondo il Centro studi di Confindustria, la discesa dei consumi è proseguita nel terzo trimestre e “vi sarà parsimonia delle famiglie pure nel prossimo”.

“La contrazione della spesa delle famiglie si attenuerà nel 2013 (-1% annuo). La riduzione dei consumi sarà frenata – spiega il Csc – dalla diminuzione dell’incertezza, dall’attenuazione degli effetti restrittivi delle manovre correttive, che hanno compresso i bilanci delle famiglie nel corso del 2012 e dall’attenuarsi della stretta creditizia”.

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