Home FixingFixing “Begni, storia di un Palazzo”, un avvincente viaggio nel tempo

“Begni, storia di un Palazzo”, un avvincente viaggio nel tempo

da Redazione

Valentina Rossi, insegnante e storica, che ha frequentato la Scuola Superiore di Studi Storici della Repubblica di San Marino, illustra la genesi del libro.

 

di Saverio Mercadante

 

“L’obiettivo è stato quello di fare un libro da una parte fotografico per mostrare Palazzo Begni a chi non può avervi accesso abitualmente essendo da parecchi decenni una sede istituzionale. Una sorta di visita virtuale attraverso le fotografie. E poi è una ricostruzione, un’analisi sotto l’aspetto storico che io stessa ho curato, l’aspetto urbanistico curato dall’ingegnere Gilberto Rossini, e l’aspetto artistico in relazione alle decorazioni, gli affreschi, le volte e le opere d’arte ospitate curate dallo storico dell’arte Pier Giorgio Pasini”. Valentina Rossi, insegnante e storica, che ha frequentato la Scuola Superiore di Studi Storici della Repubblica di San Marino, illustra la genesi di “Begni – Storia di un Palazzo”, la nuova strenna natalizia della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino che verrà distribuita nelle sue filiali.

“Le vicende storiche sono molto complesse. L’edificio come noi lo conosciamo è certamente del ‘600. Ha una pietra di edificazione che indica l’anno 1610. Precedentemente c’erano della case più piccole e la proprietà probabilmente era della famiglia Belluzzi come tutta la Contrada Omerelli. Begni, non è un cognome sammarinese. E’ una famiglia benestante del circondario. Originari di Montecerignone, erano proprietari terrieri che nel corso del ‘600 vennero a San Marino, dopo che il Ducato d’Urbino passò allo Stato della Chiesa. Era diventato più difficile accedere a titoli di patriziato cittadino. Si veniva a San Marino, povera di famiglie ricche e importanti, perché da questo punto di vista era più conveniente, più semplice avere quei titoli che davano lustro e prestigio. I Begni come altre famiglie entrarono così nella elite cittadina e fecero una grande opera di sostegno della Repubblica. Arrivarono ad avere il titolo di conte. Il più famoso dei Begni è Antonio, che fu vescovo del Montefeltro dal 1804 in avanti, inaugurò la nuova Pieve. Fu molto importante nel periodo della restaurazione dopo il Congresso di Vienna. Tornare sotto lo Stato della Chiesa dopo il periodo napoleonico non fu affatto facile. Dalla metà dell’800 la famiglia Begni non vive più a San Marino: avevano rapporti importanti a Roma e probabilmente San Marino in qualche modo gli stava stretta”.

“Nel ‘700 – prosegue Valentina Rossi -, Giacomo Begni fece il piano nobile dell’edifico dandogli la forma attuale. Aveva due figli maschi gemelli. Ad uno lasciò le proprietà limitrofe tra Monte Cerignone, Pennabillli, San Leo. All’altro lasciò tutto quello che la famiglia possedeva a San Marino vincolandolo a stare a San Marino perché c’era la necessità di mantenere la residenza nel centro storico per avere quei vantaggi a cui abbiamo accennato”.

L’altro passaggio fondamentale avvenne intorno al 1870. Nell’ambito di una risistemazione urbanistica del centro lo stato fece un accordo per spostare il Collegio Belluzzi nel Palazzo Begni che venne acquistato. Si investì sulla cultura, cercando di allargare l’istruzione nella popolazione: il novanta per cento era ancora analfabeta. Nel 1872 Palazzo Begni diventa la sede della scuole sammarinesi. “Il Collegio Belluzzi rimarrà a Palazzo Begni sino al 1960. Nel 1964 venne chiuso per problemi di stabilità. Il segretario agli Affari Esteri, Bigi, ebbe allora l’intuizione di trasformarlo, in relazione alla sua importanza storica, alla bellezza del piano nobile, nella sede prestigiosa della Segreteria di Stato. I lavori furono piuttosto lunghi e nel 1974 esordì come edificio istituzionale”. Questa periodo più recente non è stato analizzato nel libro che rievoca la storia di Palazzo Begni sino all’insediamento del Collegio Belluzzi.

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2 commenti:

Valentina Begni. 01/11/2022 - 12:06 pm

Una storia che non conoscevo. Complimenti per l’ottimo risultato della ricerca storica.

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Daniele Bartolucci
Daniele Bartolucci 02/12/2022 - 10:47 am

Grazie mille

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