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Emigrazione: fotografie e storie dei sammarinesi nel mondo

da Redazione

Il direttore Patrizia Di Luca commenta il progetto della riorganizzazione finanziato dalla Fondazione San Marino.

 

di Saverio Mercadante

 

“E’ un archivio molto ricco che comprende i documenti cartacei, le foto, le autobiografie, le interviste audiovideo, le lettere. Le fotografie rendono immediatamente la condizione dell’emigrazione. I volti ci restituiscono una dimensione biografica, un’esperienza individuale che diventa anche esperienza collettiva. Vediamo le caratteristiche dei luoghi, le condizioni dei luoghi di lavoro: dalla ristorazione, all’edilizia, alla miniera. Sembra quasi essere sul posto, in Argentina, Africa, Germania, anche se sono passati, cinquanta, sessanta, settant’anni. Il tempo quasi si annulla”.

Il direttore Patrizia Di Luca commenta il progetto della riorganizzazione in Archivio fotografico della corposa raccolta di fotografie conservata presso il Museo dell’emigrante – Centro di ricerca sull’emigrazione, finanziato dalla Fondazione San Marino.

L’Archivio fotografico sarà realizzato secondo criteri scientifici di catalogazione condivisi dalla rete delle biblioteche e archivi italiani, dunque facilmente consultabile ed utilizzabile per ricerche e studio.

Il progetto consentirà la catalogazione del patrimonio fotografico inerente l’emigrazione sammarinese, permettendone in seguito un’adeguata valorizzazione attraverso mostre, sito internet, pubblicazioni e altro.

Il progetto, che sarà portato avanti da archivisti di alta preparazione ed esperienza, si articolerà in tre fasi: analisi della raccolta fotografica conservata presso il Museo dell’emigrante – Centro di ricerca sull’emigrazione; catalogazione delle fotografie originali o digitalizzate; infine una conferenza pubblica di presentazione del patrimonio fotografico del Museo dell’emigrante.

La raccolta di fotografie, costituita attraverso donazioni private, comprende circa 1.500 unità, tra originali e copie cartacee o in digitale.

Le immagini ritraggono diversi momenti dell’esperienza migratoria: la partenza (in particolare con i piroscafi dai porti di Genova e Trieste) e il viaggio; i luoghi di lavoro, la vita delle comunità residenti all’estero, con particolare riferimento alle feste (per esempio, il 5 febbraio, Festa di Sant’Agata) e alle cerimonie; i momenti di svago e tempo libero e così via.

Sono state scattate in tutti i Paesi in cui i sammarinesi e le sammarinesi sono emigrati: dall’Italia, alla Francia, all’Argentina, agli Stati Uniti d’America, la Svizzera, Belgio, Germania…

“Le foto – commenta ancora il direttore Di Luca – ci restituiscono la diversità tra San Marino e questi paesi. Per esempio i mezzi agricoli in uso in Argentina o in Francia nel 1935, nella Repubblica di San Marino non erano nemmeno pensabili. Ancora: le fotografie erano spesso scattate per rassicurare chi era rimasto a casa e quindi spesso si vedono volti sorridenti, oppure mostrano i nostri emigrati con gli abiti migliori nel giorno di festa. Interessanti inoltre i momenti di festa e della vita delle diverse comunità all’estero, e ancora i banchetti delle comunità americane e argentine, le comunioni”.

Il Centro Studi Permanente sull’Emigrazione – Museo dell’Emigrante della Repubblica di San Marino, ospitato in alcune sale dell’antico Monastero Santa Chiara, è stato inaugurato ufficialmente il 31 marzo 1997 alla presenza degli Eccellentissimi Capitani Reggenti e opera alle dipendenze della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri.

L’idea di creare un luogo della memoria per permettere a coloro che vivono nella Repubblica di San Marino e a coloro che risiedono ancora all’estero, di conoscere, senza ritualità e retorica, le vicende migratorie e riconoscersi collettivamente rispetto al passato ma anche al futuro, nasce nella Consulta dei cittadini sammarinesi residenti all’estero.

Attraverso fotografie, brevi testi, documenti originali e oggetti, consente di conoscere un momento straordinario e particolarmente emozionante della storia sammarinese.

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