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San Marino, finanziamento ai partiti, in Consiglio mediazione al ribasso: taglio solo del 10%

da Redazione

In Consiglio bagarre ieri sugli emendamenti all’art. 12 del Bilancio di Previsione 2013. Due sono respinti, uno posticipato, uno accolto all’unanimità (pubblicazione dei contratti di fornitura). Sul taglio al finanziamento pubblico rete propone il 30% (e chiede di cancellare il raddoppio elettorale), la maggioranza “tira sul prezzo”: passa il taglio del 10% e resta il raddoppio nell’anno delle elezioni.

SAN MARINO – I lavori consiliari sono ripresi dall’esame dell’articolato del bilancio di previsione 2013 e in particolare dall’analisi degli emendamenti aggiuntivi all’articolo 12. In sospeso dalla mattina ne sono rimasti quattro presentati dall’opposizione e illustrati in Aula dai consiglieri di Su, Francesca Michelotti e Alessandro Rossi. Due vengono respinti, quello sulla leggibilità e semplificazione dei bilanci degli enti del settore pubblico allargato viene posticipato. Il quarto, infine, dopo una mediazione con la maggioranza viene accolto all’unanimità e prevede la pubblicazione dei contratti di fornitura. Il testo concordato viene letto da Valeria Ciavatta di Ap.

Respinti all’articolo 13 gli emendamenti presentati da Intesa per il Paese sulla gestione del patrimonio pubblico e dall’opposizione al completo sugli appalti pubblici. Viene invece trovato un accordo sull’emendamento della minoranza riguardante l’agenda digitale, che passa all’unanimità. La versione concordata, letta in Aula da Manuel Ciavatta (Pdcs), prevede che l’ istituzione dell’agenda digitale venga rimandata al tavolo di confronto. L’ultimo emendamento, di Intesa per il Paese, per un piano pluriennale degli investimenti viene respinto con 24 sì e 33 no.

All’articolo 14 sul finanziamento ai partiti, gli emendamenti di Rete per ridurli del 30%, il governo propone il 10%, e per stralciare il raddoppio negli anni di elezioni movimentano il dibattito. Un altro emendamento di Cittadinanza attiva propone che “in caso di fine anticipata della legislatura non sarà erogato il raddoppio del contributo ai partiti. “Ci sono ancora molti margini di risparmio” sottolineano i rappresentanti del movimento. E in effetti la discussione si prolunga fin quando Gloria Arcangeloni di Rete chiede una pausa per verificare la possibilità di arrivare a una sintesi. Il tentativo non riesce. La proposta di modifica dell’emendamento di Rete prevedeva un taglio del 10% e l’impegno dei capigruppo a confrontarsi entro il 31 gennaio 2013 per un risparmio ulteriore. “Decidiamo adesso”, replicano Giovanni Lonfernini dell’Upr e Stefano Macina del Psd. Niente condivisione, dunque, e così vengono messi in votazione gli emendamenti originali. Passa a maggioranza quello del governo per un taglio del 10% dei trasferimenti ai partiti e vengono respinti i due di Rete, quello per un taglio del 30% con 15 sì, 36 no, tre astenuti e un non voto, quello per evitare il raddoppio con 19 voti favorevoli, 36 contrari e due astenuti. Bocciato anche l’emendamento di Cittadinanza attiva con 22 voti favorevoli e 33 contrari. Così come quelli della minoranza sugli articoli 14 bis, 14 ter, e 14 quater.

All’articolo 16 sul finanziamento alla Camera di commercio, Marino Riccardi del Psd chiede, senza un emendamento specifico, che passi da 150 mila a 100 mila euro. E così accade.. L’opposizione propone un emendamento per eliminare per il 2013 il trasferimento, dato che ci sono già contributi previsti per legge. Bocciato. Stessa sorte per gli emendamenti aggiuntivo di Cittadinanza attiva sull’Agenzia per lo sviluppo e sulla Smac. Sul primo arriva comunque l’assicurazione del segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli, che se ne parlerà al tavolo di confronto. Nel secondo caso, spiega Mazza, “gran parte delle richieste sono contenute in un odg approvato a maggio”.

Non passa l’emendamento dell’opposizione che chiede di abrogare il mutuo a pareggio (articolo 17). L’importo del mutuo acceso rimane di 31,4 milioni di euro. “Si dà una brutta immagine del Paese, l’emendamento è provocatorio e non onora la parte che lo propone”, sottolinea il segretario di Stato Felici.  

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