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Frontalieri, la franchigia vale come uno stipendio

da Redazione

L’iter è ancora in corso e, grazie al ricorso alla fiducia, dovrebbe andare in porto. Ma le questioni e i conteggi qui sotto sono validi a maggior ragione.

 

di Alessandro Carli

 

E’ un Natale di incertezza per i 5.500 lavoratori frontalieri impegnati nella Repubblica di San Marino. Incertezza sulla sorte della franchigia, ancora di salvezza a cui ci si è appigliati finora. Incertezza sulla questione legata alla norma della Finanziaria sammarinese che è andata a eliminare le spese produzione reddito dalle buste paga. Proprio in questi giorni nel classico maxiemendamento di fine anno è stata reinserita la franchigia da 6.700 euro: l’iter è ancora in corso e, grazie al ricorso alla fiducia, dovrebbe andare in porto. Ma le questioni e i conteggi qui sotto sono validi a maggior ragione.

A San Marino nel contempo un provvedimento tampone è all’esame dell’Aula del Consiglio Grande e Generale. Ma in soldoni al di là di questioni etiche, il provvedimento sammarinese poco conta. Perché alla fine, se si escludono le questioni legate alle varie detrazioni, il lavoratore frontaliere si troverà comunque a pagare le tasse – tra San Marino e Italia – come un qualsiasi altro cittadino italiano (franchigia a parte). Anche con l’entrata in vigore della convenzione bilaterale sottoscritta quest’anno, poi, non cambierà nulla, perché il documento firmato dal Segretario Antonella Mularoni e dal Ministro Giulio Terzi di Sant’Agata semplicemente ribadisce il concetto che “i due Stati contraenti convengono di applicare il sistema di tassazione concorrente, con tassazione definitiva nello Stato di residenza” all’interno della stessa convenzione. Dunque il problema è solo legato al sottile filo della franchigia. Se verrà sforbiciata per i lavoratori sammarinesi al momento di pagare le tasse in Italia saranno dolori. Un documento dello Studio Associato Dottori Commercialisti Partners di Rimini, commissionato dall’Associazione Coordinamento Frontalieri San Marino, dice quanto “pesa” per le tasche dei lavoratori frontalieri la franchigia. E la risposta, a grandi linee, è che vale circa una mensilità.

Diciamolo subito: c’è ben poco da sorridere. Se l’abbassamento dell’asticella (da 8.000 euro a 6.700 nel 2012) aveva increspato più di qualche bocca, lo studio portato avanti da ADC Partner non fa sconti. Presi come esempi tre stipendi – 1.500 euro, 1.800 euro e 2.200 euro di stipendio mensile – nel 2012, con i 6.700 euro di “buono”, i tre lavoratori pagheranno, nell’ordine, 280 euro, 265 euro e 392 euro in più rispetto al 2011 (i calcoli sono stati effettuati prendendo in considerazione un frontalieri senza detrazioni per carichi familiari e per oneri, ndr).

Sul 2013, una nube nerissima e carica di lacrime (e sangue) attraversa i sogni dei lavoratori che ogni giorno attraversano in confini della Repubblica per prestare servizio al monte Titano. In attesa di conoscere se e in che modo la franchigia possa alleviare le dichiarazioni dei redditi, lo studio Partner – in maniera molto realistica – ha ipotizzato l’annullamento della franchigia per l’anno a venire.

Qualora quindi la franchigia di 6.700 euro dovesse un dì (speriamo il più lontano possibile) venire depennata, il carico fiscale per i circa 5 mila frontalieri subirebbe una vigorosa impennata. Vediamola assieme, prendendo come esempi i tre casi di cui sopra. Il lavoratore che percepisce una busta paga di 1.500 euro, nel 2013 pagherà 1.462 euro in più. Chi invece percepisce uno stipendio di 1.800 euro, si ritroverà a dover versare 1.486 in più. Infine, il dipendente che si vede accreditare ogni mese un compenso di 2.200 euro, dovrà sborsare ben 2.033 euro in più.

Analizziamo assieme le tre ipotesi avanzate dallo studio ADC Partners.


Busta paga 1.500 euro

 

Senza affacciarsi sullo storico (tra il 2010 e il 2011 sono state abolite la spese produzione reddito), prendiamo l’anno che si sta concludendo (franchigia di 6.700 euro) e il 2013, ipotizzando la scomparsa del “salvagente”. Presa una busta paga di 1.511,14 euro mensili (per 14 mensilità), il reddito annuale (compresa l’indennità economica e di anzianità) arriva a 23.651,94 euro. Con la franchigia, il reddito tassato in Italia, per l’anno 2012, è di 16.951,94 euro (23.651,94 euro – 6.700 euro). L’imposta lorda italiana è di 2.989 euro. Le imposte estere recuperabili equivalgono a 1.788,95 euro: la differenza quindi risulta essere di 1.200,05 euro. Le imposte versate a San Marino hanno un peso di 2.496 euro. Le imposte complessive ammontano a 3.696,05 euro.

Nell’ipotesi di un 2013 senza franchigia, le imposte complessive schizzerebbero sino a 5.159 euro (+1.463 euro). Perché? E’ subito detto. Perdendo lo sgravio, il reddito tassato in Italia ammonterebbe a 23,651,94 euro. L’imposta lorda italiana arriverebbe a 5.159 euro. Le imposte estere recuperabili sarebbero di 2.496 euro. La differenza tra il 2012 e il 2013 (1.200,05 euro e 2.663 euro) dà 1.463 euro. Invariate invece, tra il 2012 e il 2013, le imposte versate a San Marino: 2.496 euro. Senza “paracadute”, la mensilità media (14 mensilità) passerebbe da 1.425 euro e 1.320 euro.


Busta paga 1.800 euro

 

Anche qui i calcoli si presentano duri da digerire per i lavoratori che, come detto, nel caso dell’abolizione della franchigia, si troverebbero a dover pagare molto di più: 1.486 euro. Stessa busta paga tra il 2012 e il 2013 (1.813,93 euro): cosa cambia? La somma delle buste paga (compresa l’indennità economica e di anzianità) arriva a 28.795 euro. Con la franchigia (2012) il reddito tassato in Italia è di 22.095 euro. L’imposta lorda italiana è di 4.666 euro; le imposta estere recuperabili sono di 2.608,89 euro (differenza: 2.057,11 euro).

Le imposte complessive arrivano a 5.457,11 euro. Senza franchigia, l’imposta lorda italiana sfiora i 7 mila euro (6.944), le imposte estere recuperabili sono di 3.400 euro (differenza di 3.544 euro). Invariate le imposte versate a San Marino (3.400 euro), le imposte complessive arrivano a 6.944 euro. Con l’abolizione della franchigia, la mensilità media (14 mensilità) passerebbe da 1.666,99 euro (2012) a 1.1560,79 euro (2013).


Busta paga 2.200 euro

 

Per la “terza fascia” presa in esame, la mannaia è ancora più tagliente. Per una busta paga di 2.214,57 euro mensili (per 14 mensilità), il reddito annuale (compresa l’indennità economica e di anzianità) arriva a 31.004 euro. Il “paracadute” nel 2012 porta il reddito (compresa l’indennità economica e di anzianità: 35.560 euro) a 28.860 euro. Le imposte lorde italiane sono di 6.938 euro, l’imposta netta italiana è di 3.240,41 euro. Con l’ammontare delle imposte versate sul Titano che non oscillano (4.556 nel 2012 e nel 2013), le imposte complessiva toccano i 7.796,41 euro.

Senza franchigia, i conti lievitano sensibilmente: il reddito tassato in Italia sarebbe di 35.560 euro. Le imposte estere recuperabili sarebbero di 4.556 euro: l’imposta netta italiana arriverebbe a 5.274 euro. Il tetto delle imposte complessive sfiorerebbe i 10 mila euro (9.830, per la precisione). Prese quelle del 2012 (7.796,41), la differenza risulta essere di 20.33 euro.


2011-2013: tasche più vuote

 

Lo studio Partner ha poi calcolato quando hanno inciso, nella tasche dei frontalieri, l’introduzione della nuova tassazione sammarinese (nel 2011 è variata la normativa sammarinese, l’articolo 56 del 2010 e sulle buste paga dei frontalieri le imposte ha avuto un peso notevole), l’abbassamento della franchigia (da 8 mila euro a 6.700) e l’eventuale eliminazione della stessa. Per i redditi di 1.500 euro, la nuova tassazione ha prodotto una riduzione di 700 euro, l’abbassamento della franchigia determina una riduzione del reddito di ulteriori 280 euro mentre l’eliminazione determinerebbe lo schiacciamento del reddito di ulteriore 1.492,95 euro, per un totale di 2.444 euro circa. Sui redditi da 1.800 euro mensili, l’introduzione della nuova tassa ha comportato una riduzione annua del reddito di 691 euro; l’abbassamento della franchigia di 265 euro, l’eventuale eliminazione di 1.486 euro. La somma complessiva è di 2.444 euro. Nella terza fascia (2.200 euro), la nuova tassazione si è tradotta in una riduzione annua del reddito di 680 euro; l’alleggerimento della franchigia ha portato con sé la riduzione del reddito di 392 euro, l’eventuale cancellazione del “salvagente” si tradurrebbe in un abbassamento della reddito di ulteriori 2.033 euro. In meno di un lustro, la perdita è di 3.105 euro.

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