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San Marino, approvato in consiglio il Consuntivo di Bilancio 2011

da Redazione

I lavori consiliari sono ripresi in mattinata con gli ultimi interventi sulla legge di Bilancio e le repliche. Concluso il dibattito, nel primo pomeriggio, è stato quindi approvato con 30 voti a favore, 20 contrari, due astenuti e un non voto il Consuntivo di bilancio 2011.

SAN MARINO – I lavori consiliari sono ripresi in mattinata con gli ultimi interventi sulla legge di Bilancio e le repliche. Concluso il dibattito, nel primo pomeriggio, è stato quindi approvato con 30 voti a favore, 20 contrari, due astenuti e un non voto il Consuntivo di bilancio 2011 “Rendiconto generale dello Stato e Relazioni della Commissione di controllo della Finanza pubblica, nonché bilanci consuntivi degli Enti pubblici per l’esercizio finanziario 2011”.

Quindi, poco prima della chiusura della seduta è iniziato l’esame dell’articolato del Bilancio di previsione dello Stato e degli Enti pubblici per il 2013 e i Bilanci pluriennali 2013/2015 che si protrarrà in notturna.    

 

Ecco un riassunto degli ultimi interventi del dibattito consiliare sulla legge di Bilancio:

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Mi sento un corpo estraneo qui dentro. C’è stata, da parte della maggioranza, una presa di posizione importante delle problematiche che stiamo vivendo. La presa di coscienza c’è stata anche da membri dell’opposizione. La mia idea utopistica sarebbe avere 60 consiglieri e 10 segretari non contraddistinti da bandiere o desideri pre-acquisiti. Rete è nata anche per questo. E’ utopistica l’idea che 4 membri più qualcuno possano cambiare sostanzialmente le cose quindi non faremo una contro-finanziaria. A titolo personale, molti emendamenti che ho letto in questi giorni ritengo che non c’entrino niente. Trovo alcune contraddizioni. Chi è oggi in maggioranza e opposizione sono stati vicendevolmente dalle parti opposte. C’è chi si è scagliato contro i lavoratori della Pa, quelli dell’industria, i lavoratori di categoria, le organizzazioni sindacali. Sono comunque segnali brutti. Ritengo che parteciperemmo volentieri al tavolo di confronto con le categorie economiche e sociali. Sono un ex sindacalista e vengo da un ex tavolo, il tripartito, che non ha portato a niente. Ho la percezione che ognuno possa difendere ancora solo i propri diritti di borgata. Si chiedono rinunce e si guarda solo al proprio orticello. Tutti si sono sperticati in complimenti al segretario Felici, in maniera minimale mi ci associo anche io. Prendere il toro per le corna in questi giorni è difficile. Ma é inutile nascondersi dietro a un dito dicendo che abbiamo avuto poco tempo. Siamo qui per lavorare duro, un Paese di 60 km quadrati ha il dovere di muoversi non dall’oggi al domani, ma dall’oggi all’oggi. Penso che sia una perdita di tempo avere 20 minuti per uno, per riempirli senza dire niente. Si spacciano per emendamenti straordinari le varie trattenute che verranno fatte. Ma in italiano “straordinario” significa una tantum. Bisogna unirsi in questo momento perché la gente lo richiede, perché il Paese esca dalla melma. Manifesto solidarietà ai lavoratori del colorificio sammarinese. Ci sono passato anche io diversi Natali fa, non sapevamo come saremmo finiti. Il signor Iro Belluzzi non ha detto niente del lavoro. Poi ci sono altri interventi che mi trovano accordo. Una frase di Marco Arzilli, il segretario, dice che “stiamo rincorrendo la crisi”. Ecco, ha ragione. penso al ciclismo: uno sport devastato dal fenomeno del doping. Ecco, San Marino era così. Un Paese dopato e rovinato dal losco. Lo abbiamo scoperto grazie alle Procure italiane. Altri interventi mi hanno fatto sobbalzare sulla sedia. L’ex segretario Berardi ha fatto un autoelogio a se stesso. Non ci si può più autoelogiare. Apprezzo molto l’intervento di Luca Beccari. In questo momento non c’è un imprenditore che entra a San Marino. Non c’è un sistema di uffici pubblici che permetta snellezza. Checché ne dica Mussoni, siamo a un livello di disoccupazione allarmante. Ci sono alcune cose che lasciano perplessi. La nostra dimensione ci consentirebbe anche una certa sveltezza. Sarebbe il caso di implementare l’artigianato. Io per primo non amo la finanza. Chi parla oggi di piazza finanziaria si dimentica che la crisi dipende dalla finanza stessa. Credo che, al di là di tutto, di quello che andremo ora ad emendare, perdendo ulteriore tempo, dovremmo uscire dall’impasse subito. Già dalla prossima settimana”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Vorrei confrontarmi con l’Aula su come intendere due temi stringenti, lo stato di conclamata emergenza in cui versa San Marino e come si vuole intendere l’espressione “condivisione”. L’opposizione deve controllare e il governo governare, ma questa volta ci muoviamo tutti in emergenza, se l’opposizione deve svolgere il suo ruolo deve farlo con severità, andando a riconoscere quando emergono notizie positive. Apprezziamo la condivisione dei due odg presentati da Intesa per il Paese. Sono curioso su come si svilupperà il tavolo di confronto, è un metodo nuovo. La collaborazione è importante, ma non lo intendiamo come ricerca di voti da parte della maggioranza nel bacino dell’opposizione. Sarebbe una ricetta irricevibile. Riteniamo invece che ci si debba confrontare anche in modo aspro e su soluzioni alternative, anche introducendo temi, come le liberalizzazioni, su cui occorre avviare una riflessione seria nei prossimi mesi. Occorre quindi un confronto e uno scontro tra posizioni forti e alternative. Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi della finanza pubblica. Invito ad affrontarli con i piedi per terra e con maggiore umiltà. In quest’Aula non vedo maghi della finanza, nè timonieri che sanno la rotta giusta. Parlate tutti della gravità della situazione, ma la maggioranza degli interventi dei membri di governo è stata contrassegnata da un tono asfittico e scarso nei contenuti. Non ci avete detto quali sono le priorità e come affrontare le emergenze. Noto invece che l’approfondimento è dedicato ad altre questioni, a quella delle commissioni, dei capi di gabinetto e dei coordinatori. Non lo reputo aderente a problemi e alle dinamiche del Paese.

            Il tema delle politiche fiscali rappresenterà il vero snodo tra maggioranza e opposizione Inviterei a non mitizzare la riforma fiscale che, così com’era, non avrebbe portato una soluzione strutturale sui conti pubblici. Mi piacerebbe quindi ragionare con il governo sul tema della competitività. Per noi l’addizionale Igr è un’imposta che penalizza chi produce reddito. E’ punitiva. Proporremo emendamento su diversi temi, tra cui i lavori pubblici, in modo che si fissino controlli da parte del Consiglio grande e generale ed evitare così certe asfaltature elettorali”.

 

Alessandro Rossi, Su: “Domenica scorsa ho fatto una maratonina, hanno cambiato percorso perché c’era inaugurazione del Parco Layala. Quello che hanno fatto non era un lavoro a regola d’arte, la strada era stretta e quando i corridori sono passati c’era un gran fanghiglia. Così anche persone venute da fuori hanno visto lo stato della nostra Repubblica. Questo è un elemento per stigmatizzare quello che è stato sbagliato. Il sistema ha fallito e in quest’Aula non vedo la capacità di proporne uno alternativo. Abbiamo dei vantaggi, però. Non siamo nella condizione di Cipro. Abbiamo problemi molto grossi legati al sistema bancario finanziario, ma rispetto ad altri piccoli Stati il debito pubblico è a livelli molto bassi. Andiamo a sostenere e a raspare il fondo del barile come abbiamo fatto in questi 4 anni senza impostare niente di nuovo. C’è stato l’assalto alla diligenza pubblica, al patrimonio comune. Abbiamo azzerato il patrimonio in questi anni. E oggi lo andiamo a intaccare fino ad arrivare al debito. Dobbiamo cercare di capire quale è il limite, la possibilità che ci può essere nell’individuare nuove forme di lavoro. Il nostro emendamento prevede una nuova forma giuridica, che preveda una struttura meritocratica.

Quello che ci interessa sottolineare è la necessità di trovare un percorso politico che condivida un’atteggiamento verso la nostra cittadinanza completamente differente rispetto al passato. E’ per questo che non abbiamo fatto coalizione né con Intesa per il Paese, né con Bene Comune. Entrambe le coalizioni non vogliono rinnovare il Paese, attraverso un rilancio di un’economia che sia basta sul lavoro vero, non sul parassitismo. Io lancio una sfida alle forze politiche, di cercare di approfondire seriamente e con professionalità la capacità di individuare quello che deve essere il necessario sostegno ai conti pubblici e il percorso per il lavoro, per cui si intervenga in maniera corretta ed equa contro le distorsioni, che sono enormi. Dobbiamo fare uno sforzo grande. Oggi si parla di patrimoniale quando il nostro Parlamento ne ha parlato lo scorso anno e poi non è stata posta in essere perché c’era la competizione elettorale. I dati della liquidità del bilancio non li conosciamo da oggi, ma da sei mesi come minimo. Non siamo andati in crisi oggi. Per uscire da questa crisi il Parlamento deve tornare ad essere il centro del potere buono di San Marino e non fare i burattinai come troppo spesso è successo”.

 

Paride Andreoli, Ps: “Ciò che mi ha colpito dalla relazione del nuovo segretario per le Finanze è la differente valutazione e lettura dei dati di bilancio, rispetto al governo precedente. Ieri ho sentito molta dietrologia nell’intervento di diversi consiglieri. Bisogna avere invece la capacità di guardare avanti. Il nuovo segretario di Stato Felici si è voluto distinguere. Nell’incontro avuto nei giorni scorsi ha aderito alle richieste di Intesa di conoscere la realtà dei dati di bilancio del Paese. In quel momento, Felici ci ha presentato anche il pacchetto competitività. Sono convinto che nei prossimi mesi proporrà proposte su come affrontare il problema della liquidità, l’indebitamento e un nuovo modello economico. Da parte nostra, abbiamo detto a più riprese che non condividiamo l’inasprimento della fiscalità e non possiamo essere concordi anche con la riproposizione, per il terzo anno consecutivo, delle tasse una tantum. Ieri sera mi è dispiaciuto quando il collega Venturini ha inasprito alcune considerazioni. Soprattutto perché il suo partito, che è al governo dal 2006, in questi anni ha sempre ricordato quello che è stato fatto male precedentemente e ha sempre attaccato la minoranza di fare dietrologia. In un passaggio, il consigliere Venturini ha sollevato alcune perplessità sul parcheggione. Ma non capisco come abbia potuto tirare in ballo il Partito socialista quando si parlava di altro. Forse Ap è preso dalla sindrome socialista. Invito tranquillamente Venturini di parlare di politica e di economia, ma di dimenticarsi dei socialisti.        

Intesa per il Paese e il Ps si sono prodigati per affrontare con molta serietà le situazioni legate al difficile momento economico della Repubblica. Non sarà esule dal presentare una serie di emendamenti, alcuni concordanti ad altre forze politiche, indirizzati ad alleviare le sofferenze del bilancio. L’obiettivo non è solo quello di far sì che non ci sia un inasprimento fiscale, ma che ci siano anche nuove entrate per far sì che l’indebitamento non sia uguale a quello presentato precedentemente, ma ridotto nella sua entità. A riguardo, sorge spontanea una domanda: cosa intende fare questo governo per far sì che i disavanzi previsti dal 2013 al 2015 non corrispondano a quanto presentato oggi? Mi auguro che quello che il segretario di Stato non è riuscito a fare oggi lo faccia al più presto, perchè il tempo è tiranno per il Paese”.

 

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Scorgendo i dati di bilancio e non solo degli ultimi anni viene descritta una situazione chiara di crisi che nei numeri almeno non ha tanti eguali in tutto il mondo. Quando si descrive una diminuzione del Pil dal 2008 quando la crisi non era presente, fino all’assestato 2011 abbiamo diminuzione del 20%. Penso che non sia successo da nessuna altra parte. La profondità della nostra crisi ha una portata che ha pochi eguali. Dall’altra parte non ci ritroviamo in una posizione di disperazione. Qual è la riflessione? Che abbiamo avuto prima del 2009 una grande impennata e nel giro di pochissimo tempo abbiamo consumato tutto ciò o quasi che avevamo prodotto e messo in riserva, perché la nostra economia era basata su elementi non lungimiranti. Le priorità sono in vero chiare, elencate dal segretario Felici. Vedo che l’opposizione cincischia un po’ in merito. Rispetto soprattutto al fatto che già in campagna elettorale avevamo detto che serviva la condivisione non solo dell’Aula, una buona parte dei provvedimenti saranno confrontati in un tavolo che viene previsto. Ed è qui il punto. Abbiamo individuato già alcune cose nel merito e nello spirito. Bisogna mettersi nell’ottica di analizzare tutti i fenomeni cercando di mettere da parte aree di intoccabilità. Ognuno deve fare il proprio sforzo. Nel momento in cui è conclamato che questa difficoltà è di tipo emergenziale ognuno si deve fare un esame di coscienza. La direzione è quella di cercare di ridurre i problemi di liquidità, deficit spese correnti e ragionare sullo sviluppo di certi settori in trasparenza. I problemi non si risolvono solo con i tagli e le tasse. I provvedimenti che andiamo ad aggiungere alla legge di Bilancio vanno in questa direzione, con anche delle innovazioni. Molte. E’ necessario fare con le risorse che si hanno, da indirizzare verso investimenti che siano utili per lo sviluppo economico. Quello che preoccupa di più è la disoccupazione e il lavoro giovanile, oltre a coloro fuori dal lavoro e vicini all’età pensionabile. Noi abbiamo presentato un’innovativa norma che provveda a loro. Dobbiamo stare più attenti alle persone che non ai problemi di bilancio. L’appello che faccio è che ci sia un’apertura di mente. Il discorso sulla responsabilità non abbiamo affatto intenzione di lasciarlo cadere”.


Luigi Mazza, Pdcs: “Consentitemi di ringraziare il segretario di Stato Felici per la svolta compiuta due anni fa, in occasione dell’approvazione della Finanziaria 2011, dove con difficoltà abbiamo affrontato tematiche muro contro muro. Allora concludeva il dibattito finale, nelle repliche, intorno alle 5 di mattina, dicendo che le forze politiche su certi argomenti sanno superare lo scontro a contributo del Paese.

Diversi mesi fa, in quest’Aula, quando si parlava di ricapitalizzazione della Cassa di risparmio, si accusava il segretario di Stato Valentini di aumentare a dismisura il debito pubblico per salvare la banche. Oggi, tutti si possono rendere conto non solo che l’incidenza dello Stato non era di centinaia milioni di euro iniziali, ma di 50 milioni di euro. E soprattutto, dopo la notizia della cessione a Intesa di Bentos e Sedici Banca, sappiamo che l’incidenza può essere ulteriormente ridotta. Il punto è che lo Stato é sempre stato al fianco del sistema bancario e della nostra economia, per consentirgli di uscire dalla crisi.

Assistemmo per la prima volta nel 2011 a un’inversione di tendeza della riduzione di bilancio, volta alla diminuzione della spesa corrente. Così come il piano strategico, l’allegato Zeta della legge di Bilancio del 2012 non contiene solo buoni propositi di sviluppo, ma anche un capitolo importante sulla riduzione della spesa pubblica. L’allegato Zeta era una prima analisi strutturale per realizzare risparmi. Se non si realizzano quei parametri ogni intervento sarà di portata minimale. Quando riprenderà l’economia, solo una corretta programmazione di spesa consentirà di liberare risorse per investimenti. Nel capitolo secondo dell’allegato Zeta sono indicati provvedimenti strutturali per ridurre le spese del pubblico impiego. Vi invito a rileggerlo per ridurre i costi della macchina pubblica. Non si può intervenire sul passato, ma sui processi amministrativi, con le esternalizzazioni, per esempio. Cosi come si deve intervenire sul problema degli enti: la spesa obbligatoria è lì. In quella Finanziaria abbiamo dato delle indicazioni che nel 2012 non é stato possibile realizzare. Indicazioni sulla riduzione della spesa corrente della Finanziaria del 2012 sono state inserite nel programma. Intendiamo perseguirli nella spending review e inserirli quindi come emendamento in questa legge di blancio.

Credo si debba indicare una minumu tax e poi si deve procedere con la riforma tributaria perchè il reddito deve emergere. Chi oggi dice di no alle tasse provvisorie, non l’ha fatta approvare.

Per procedere alla spending review bisogna andare a vedere anche enti non pubblici che vivono in rapporti stretti con l’amministrazione, come Banca centrale. Se la volontà è reale da parte delle forze politiche in Aula di dare un contributo, lo si vedrà nel tavolo istituzionale per il piano dello Sviluppo. Lì si misurerà se la campagna elettorale è finita un mese fa”.

 

Repliche

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Dobbiamo ragionare con la consapevolezza che siamo a un nuovo inizio, dopo un passaggio elettorale in cui gli elettori hanno mandato un chiaro messaggio su dove deve andare il Paese. Ho sentito Lonfernini infervorato e in certi passaggi mi ha confuso, perché più che attenzione dei problemi ho visto la quadratura del cerchio politico. Ma è un po’ presto, ora bisogna occuparsi di risolvere dei problemi. Le cose che abbiamo detto e scritto sono nel merito e concordate e discusse all’interno della maggioranza, come sempre capita in queste occasioni. Mi piacerebbe che chi è fuori dall’Aula pensi che siamo qui a cercare soluzioni. Del consigliere Zeppa apprezzo la concretezza. Vuol dire che riusciamo a ragionare al di là dei paramenti politici. Oggi credo che i sammarinesi ci chiedano di fare scelte con il coraggio necessario e questo riguarda maggioranza e opposizione. Credo sia necessario che anche il resto del Consiglio, alla luce delle parole condivise, quali responsabilità e senso dello Stato, debbano riconsiderare la loro posizione in campo. Vorrei replicare a Zavoli e Giardi sul debito convenzionale: nel confronto avevo offerto una disponibilità politica dichiarando di voler considerare la vostra posizione, non era banalizzazione dei dati.

Il consigliere Mimma Zavoli dice che non siamo stati buoni genitori, credo sia un richiamo doveroso. Lo si doveva essere ieri e lo si dovrà essere domani, ma i buoni genitori però, hanno bisogno di concretezza di verificare le cose, non solo lanciare la palla e dire che la cosa giusta è un’altra. Noi siamo stati onesti, non abbiamo detto che avremmo fatto tutto subito. Avremmo potuto fare una legge programmatica ridondante, traducendo il programma di governo. Invece abbiamo accolto l’impostazione di un tavolo di confronto per andare insieme a scrivere i provvedimenti organici e strutturali, tra cui riforma fiscale e di imposte indirette. Ci disponiamo a un lavoro complesso. L’approccio sarà di misurarci nel merito senza quadrature del cerchio politico. Così per l’interpretazione degli emendamenti: vi chiediamo di poter trasferire eventuali contenuti nella fase due, nel tavolo, dove ci saranno le proposte organiche, Qui vi chiedo di poterci confrontare su provvedimenti tipici di questa fase, consapevoli che i tempi sono stati brevi, ma bisogna dimostrare di essere seri. Ci saranno opinioni diverse.

A chi critica i provvedimenti una tantum ricordo che questa è la condizione di partenza. Il consigliere Tonnini ha detto che abbiamo un modo di intendere la politica molto lontano dalla gente. E’ una questione da tenere presente, quindi parlare meno delle beghe della politica qui dentro e più dei bisogni dei cittadini. Abbiamo gli elementi e le intenzioni per camminare in questo senso, lo dico all’opposizione e alle forze sociali fuori dall’Aula. Al tavolo di confronto questo Paese ha bisogno del contributo di tutte le forze rappresentate, certo qualcuno non ci starà, noi crediamo ci debbano stare tutti. Non è detto che porti soluzioni univoche, il governo non si sottrarrà dal dovere di gestire e portare a avanti i suoi compiti ma l’intenzione è quella di mantenere lo spirito e la condizione di ascolto”.
  

Alessandro Rossi, Su: “Mi sembra che l’argomento principale sia quello di trovare un punto di convergenza sul quale confrontarsi. Ci sono elementi importanti di cui in questo testo non c’è traccia, dal posizionamento internazionale alla giustizia. Noi al tavolo veniamo, responsabilmente, se c’è impegno. Dobbiamo lavorare sulla riforma fiscale. Sull’atteggiamento complessivo, il lanciare la palla avanti, costruire qualcosa di diverso, per noi non può arrivare dalla stessa parte politica che ha prodotto la crisi. Qualche elemento di novità c’è. Però il problema vero è l’atteggiamento politico complessivo nei confronti della cittadinanza. Abbiamo sicuramente un atteggiamento di ulteriore controllo preventivo. Faccio presenti il controllo delle acque refluee e il gas metano, due temi su cui abbiamo fatto battaglie durissime nella passata legislatura. Se vogliamo un rapporto di collaborazione chiaro serve che seguano fatti concreti. Dare fiducia a priori ci sembra prematuro. Per quello che riguarda la questione della palla in avanti, noi abbiamo fatto uno sforzo. Ricordo ancora che non abbiamo visto nessun vostro emendamento, se non altro per poterli analizzare prima di votarli”.


Andrea Zafferani, C10: “Volevo replicare ad alcuni interventi sentiti in Consiglio e fare considerazione più generali. Abbiamo sentito parlare per slogan. Prendiamo gli sprechi. Per qualcuno possono essere gli stipendi elevati, per altri non si toccano. Per alcuni non servono consulenze, per altri sono fondamentali. Per alcuni gli sprechi sono le esternalizzazioni, per altri servono. Quello che dico io è che, se non decliniamo queste parole in qualcosa di concreto, questi rimangono solo slogan. Facciamo un intervento complessivo, interveniamo da tutti i lati. Ci sono tante situazioni da correggere. Scegliamo di fare qualcosa, non limitiamoci a fare il minimo indispensabile per sopravvivere”.


Francesca Michelotti, Su: “Devo fare ammenda con il segretario Felici perché ho erroneamente interpretato una sua provocazione come una sua espressione seria. Mi spiace, capita. C’è invece un secondo argomento su cui mi sarei voluta dilungare. Noi abbiamo il compito di collaborare. Lo scopo è che le scelte siano le migliori possibili. E’ anche vero che l’opposizione deve essere propositiva e mettere sul chi-va-là la maggioranza e i governi. Io sono molto preoccupata, anche per il prestito estero. Chiaramente se lo Stato andrà ad indebitarsi in maniera consistente poi rischiamo di perdere anche sovranità”.


Giovanni Lonfernini, Upr: “Io voglio valorizzare le parole poc’anzi affermate da Felici. Se è vero che dobbiamo affrontare una nuova fase, una nuova dinamica, da consigliere di opposizione mi sarei sinceramente aspettato che vi fossero interventi nell’ambito del governo che si muovessero nel solco segnato da Felici. E invece non posso che confermare la mia idea: gli interventi che ho sentito non hanno dimostrato neanche una minima propensione a un’idea di progetto e al rischio, capace di andare a scuote l’albero delle nostre incertezze. Molti sono gli elementi di incognita, le ambizioni e le aspettative, ma molte anche le difficoltà”.


Marco Podeschi, Upr: “Replico, sono stato chiamato perfino per nome dal consigliere Mazza. Conosco l’articolo 56, ma non lo condivido. Non mi piace il principio di tassare i lavoratori, il fatto che ci sia una disparità con i forensi, e poi questo ha creato turbative nei rapporti con l’Italia. Se il Paese va male, va male per tutti. Per i cittadini e per chi fa politica”.


Paolo Crescentini, Ps: “Non è mia abitudine intervenire in fase di replica, ma in questa sede lo ritengo opportuno a vedere quanto è emerso ieri pomeriggio con l’intervento di un consigliere di maggioranza. E’ quello del collega Valeria Ciavatta. Non sono mancate frecciate nei confronti del Partito socialista. Se non ho capito male, quando si è parlato del decreto riguardo l’atto organizzativo, il Ps non era d’accordo per alcuni motivi. Stando a quanto sentito da Ciavatta in quel decreto Ap non era assolutamente d’accordo perché di fatto ha aumentato dirigenti e retribuzioni, quindi si chiede se non sia il caso di ridiscuterne alla luce dei tagli alla Pa. Ma io dico, lei era al governo, allora perché lo avete presentato?”.


Valeria Ciavatta, Ap: “E’ inevitabile che intervenga dopo la requisitoria del consigliere Crescentini. Ma ce l’ha con me? Io ho elogiato il Psrs, unico ad avere il coraggio di dare contro l’atto amministrativo, ma per questo pesantemente redarguito. Non è detto che i partiti siano d’accordo su tutto, si cercano delle mediazioni. Noi non avevamo nascosto la nostra contrarietà.

Quando ho parlato delle retribuzioni e del prelievo del 10% su quelle dell’Iss, ho detto che non si è visto il risparmio da 500-600 mila euro previsto. Le risorse sono state prelevate ed è frustrante per i dipendenti sanitari non riscontrare che il prelievo ha dato un risultato. Qualcuno si è stupito che si è lavorato sull’analisi dei processi. E’ stato fatto sulle spese dell’ultima legislatura e sugli interventi di natura tecnologica e innovativa. Ci hanno lavorato in molti. Il blocco delle assunzioni perdura, sono state fatte solo in casi eccezionali per i livelli alti. La lingua inglese è un requisito richiesto nei concorsi e nelle selezioni. Di tutto il personale pubblico, solo 800 sono amministrativi.

Si parla di risparmi possibili per 100 milioni di euro, oggi però si è detto 40, ma dove si prendono? Occorre dirlo chiaramente”.


Roberto Ciavatta, Rete: “Siamo penalizzati nella comprensione delle procedure e di ciò che avviene. Dobbiamo studiare e lo facciamo volentieri. Ma ci possiamo permettere di valutare ciò che sarà fatto senza prestarci a balletti e giochi di parte. Noi non facciamo i maestrini, lo sono altri in Aula. Non metto in discussione l’esperienza del consigliere Zafferani, nonostante la giovane età ha già avuto tanto dalla politica e ora si erge a chi la può cambiare perché si è spostato all’opposizione. Ha chiesto la quota di solidarietà in contemporanea con Carlo Giorgi. Io ho sottolineato questo”.


Pier Marino Mularoni, Upr: “I cittadini sono perplessi, c’è stato un grande rinnovamento nelle persone, ma si rischia di cadere negli stessi battibecchi personali. La situazione non è ordinaria, servono cose straordinarie e i risparmi nella Pa sono necessari, così come la riduzione del clientelismo. Per il lavoro in concreto cosa si fa? Come affrontiamo i problemi della legalità? Dobbiamo riportare il discorso su questi temi”.


Luigi Mazza, Pdcs: “Nell’esame di articolato ed emendamenti ci sarà la conferma della possibilità di affrontare le varie tematiche. Nell’allegato Zeta ci sono gli interventi principali per ridurre gli sprechi nel settore pubblico. Non si tratta di norme facili o popolari. Ma è qui che sta la sfida. Se come dice il Fmi da noi la pressione fiscale è un terzo rispetto a quella europea, dobbiamo arrivare a che sia la metà, con aumento tra il 9% e l’11%. Questa è la sfida”.

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